Anche quest'anno il Gruppo Alpini di Bagolino ha organizzato la commemorazione della strage di soldati che presidiavano la Piana di Bruffione durante la Grande Guerra •Photogallery
I partecipanti alla manifestazione si sono trovati così a ricordare, in questa caldissima estate 2015, i 27 tra Fanti e Alpini travolti da una slavina di neve e ghiaccio nell'accampamento montato in una postazione di cui era nota la pericolosità, vittime due volte della stoltezza umana, che prima li aveva gettati nell'orrore della guerra e poi li aveva mandati a morire per stupidità.
I poveri militari erano restati sepolti nel cimitero di guerra di Bruffione fino al 1927, quando i loro corpi furono esumati e riportati nei paesi di origine; la terra che ne raccoglie la memoria è divenuta così luogo di pellegrinaggio e raccoglimento per tutti coloro, che ricordando la loro vita spezzata, rigettano ogni forma di violenza e sopraffazione, di cui la guerra è certamente l'espressione più atroce.
E proprio commentando tali tragici eventi, il Sindaco di Bagolino Gianluca Dagani ha giustamente sottolineato come i nostri tempi odierni, pur se oppressi da molte altre difficoltà, abbiano goduto del bene di un lungo periodo di pace, 70 anni, che la Costituzione Italiana ci ha garantito rigettando la guerra come soluzione di conflitti (art. 11).
E' opportuno ricordare in questa circostanza, infatti, che nel 2015 ricorre sì il centenario dell'entrata in guerra dell'Italia in un mostruoso conflitto (Iª Guerra Mondiale 1914 – 1918), ma ricorre anche il 70º della fine del secondo (IIª Guerra Mondiale 1939 – 1945): fine che segnerà per il nostro Paese un periodo di ricostruzione materiale e civile e l'inizio di un periodo di pace che è arrivato fino ai giorni nostri.
Pace da difendere con consapevolezza, salvo aver dimenticato, o non capito, il significato della guerra; il che equivarrebbe a disprezzare i sacrifici patiti da milioni di persone, che del bene della pace non poterono godere; tra quella moltitudine ci furono anche nostri nonni, genitori, parenti, amici, gente della nostra terra, e di altre terre che ne vissero allo stesso modo la ferocia.
Ecco perché oggi più che nel passato è di fondamentale importanza educare i giovani alla cultura della pace e della civile convivenza; nel luogo della morte di tanti uomini tutti i rappresentanti d'arma e di istituzioni presenti ne hanno fatto riferimento, come lo stesso don Rutilio officiante la messa in suffragio di quelle vittime: “Pace non significa restare inattivi, limitarsi a non far niente, pace significa diventare cooperatori di quella stessa pace.”
Concetto più che mai pertinente e attuale in una realtà sociale sempre più superficiale, se non addirittura attratta dalla spettacolarizzazione degli eventi piuttosto che dalla loro essenza; concetto che Romano Micoli, presidente della
sezione Montesuello di Salò, ha sottolineato rilevando la presenza alla cerimonia di tanti giovani, portatori certo di valori positivi, ma dei quali i mass-media pare non si accorgano mai.
Anche Ferruccio Minelli, vicepresidente vicario dell'Associazione Nazionale Alpini ha ribadito l'importanza dell'esempio degli adulti nell'educazione dei giovani: “Ringrazio tutti i genitori che oggi hanno portato in questo luogo i loro figli, perché ricordare è il modo di dar significato ancora alla vita di questi nostri morti.”
E tra quei morti vi era anche l'alpino Giuseppe Uboldi, da Fenegrò in provincia di Como, che restò sepolto nel cimitero di Bagolino per sette anni prima di essere restituito nel 1923 alla terra di casa sua; a seguito di una ricerca il
Gruppo Alpini di Fenegrò ne ricostruirono la vicenda e stabilirono con i colleghi bagossi un rapporto di amicizia, partecipando ogni anno con una delegazione alla commemorazione presso il cimitero di Bruffione, per ricordare con gli altri il loro conterraneo.
Presenti alla cerimonia anche quest'anno gli Alpini del
Gruppo “Piero Malvezzi” di Parella (sez. di Ivrea), il cui portabandiera, Ferdinando Bazzani (Bernardèi), emigrato in terra piemontese nel 1960, ritorna con i commilitoni nella sua terra d'origine per celebrare il rito della memoria in gemellaggio con gli amici di Bagolino.
Per le rappresentanze locali erano presenti le delegazioni dei
Fanti di Bagolino e degli
Artiglieri di Ponte Caffaro; i
Gruppi Alpini trentini di Lodrone e Brione; i G
ruppi Alpini bresciani di Anfo, Nozza, Carzago Riviera e Cortine di Nave.
Davanti al cippo posato dal Gruppo Alpini di Bagolino nel cimitero di guerra di Bruffione a ricordo di quella tragedia, il Capogruppo Elia Bordiga ha ringraziato tutti gli intervenuti per la presenza costante alla manifestazione, anche quest'anno partecipata.
La manifestazione è stata accompagnata dalla musica della
Fanfarina Federazione Provinciale “Nastro Azzurro” di Brescia, che ha scandito il passo dei partecipanti lungo tutto il tragitto per la Piana di Bruffione fino al cimitero di guerra, e anche nel pomeriggio intrattenendo gli amici del Gruppo Alpini di Bagolino ospitati sotto il tendone per il pranzo, e la compagnia che inevitabilmente si raduna attorno alla tavola e alla convivialità di alpini e montanari.
Accogliente come sempre la famiglia Stagnoli, che in Malga Bruffione ospita abitualmente gli Alpini e la loro manifestazione per un rinfresco in alta quota, prima e dopo la cerimonia, offrendo i prodotti della propria azienda zootecnica. Grazie dunque anche a Maria, a Primo e ai figli per l'ospitalità, e arrivederci all'anno prossimo.
E grazie soprattutto agli Alpini di Bagolino e d'Italia per essere ciò che sono: un riferimento morale e di civiltà per un Paese che ha bisogno del loro esempio.
MARISA VIVIANI
(*) Costituzione italiana – Principi Fondamentali – Art. 11: L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; (…..).
Nelle foto di Luciano Saia: Momenti della cerimonia presso il Cimitero di Guerra di Bruffione.
ID59510 - 23/07/2015 13:03:34 - (Giacomino) - Lenta sale
la lunga colonna.