19 Dicembre 2007, 00.00
Salò
Progetto Tavina

«Non considera le necessità della cittadinanza»

Progetto frettoloso, inadeguato, che risponde solo ai pur legittimi interessi dell’imprenditore che lo propone ma non tiene conto delle vere necessit della cittadinanza. E' la critica post consiglio del Comitato al progetto Tavina.

"Progetto frettoloso, inadeguato, che risponde solo ai pur legittimi interessi dell’imprenditore che lo propone ma non tiene conto delle vere necessità della cittadinanza".
Dopo la presentazione in Consiglio comunale della complessa «operazione Tavina» (delocalizzazione dello stabilimento nei pressi di Pratomaggiore e riconversione dell’area industriale), il Comitato per la tutela ambientale di Villa e di Cunettone torna all’attacco e muove nuove critiche nei confronti del Comune. La prima riguarda l’iter amministrativo, che sarà duplice: per la realizzazione della nuova struttura produttiva in area agricola è quello dello Sportello unico per l’attività produttive «che - dicono quelli del Comitato - consentirà in una unica soluzione di approvare contenuti e varianti di tipo urbanistico generale», mentre per la trasformazione degli attuali capannoni si farà ricorso ad un Piano integrato di intervento.

«Questi due strumenti - sostengono gli oppositori al progetto - consentono di eludere i vincoli espressi dal Prg vigente e dal Pgt in fase di approvazione. È impensabile che un intervento di tale portata, che di fatto modifica l’assetto di tutta la città, possa essere concepito al di fuori delle regole e dei paletti espressi nel documento preliminare del Pgt».
Il Comitato avanza anche forti perplessità sulla nuova ipotesi di localizzazione dello stabilimento (a ridosso della provinciale per Puegnago): «Il progetto, così come è stato presentato, appare chiaramente sottodimensionato: sorge il dubbio che sia già stato preso di mira il vigneto situato a ridosso dell’area individuata per i nuovi impianti, vincolato in virtù dell’ottenimento di finanziamenti europei, ma solo fino al 2009».

Suscita dubbi anche la contropartita ottenuta dal Comune: «Nei 21mila metri quadrati di Pratomaggiore ceduti alla comunità è prevista la realizzazione di una vasca per lo smaltimento delle acque piovane: è impensabile realizzarvi accanto un’area attrezzata dove andranno a giocare i bambini. Per risolvere il problema, il terreno, che assorbe acqua in modo naturale, va lasciato così com’è. Sarà inutilizzabile anche il Parco promesso nella zona dell’attuale Tavina, visto che si tratta di una scarpata».

Giungono critiche anche sul recupero del teatro comunale: «Non si possono spendere 5-6 milioni di euro per recuperare il teatro senza avere prima concepito un progetto gestionale». Infine, ma non per importanza, c’è la questione dell’approvvigionamento idrico: «Per risolvere il problema - sostengono i componenti del Comitato - in Comune stanno già pensando di pescare acqua dal lago. È assurdo se si pensa che si potrebbero fare nuovi pozzi a Pratomaggiore: il Comune dovrebbe pretendere dalla Tavina la concessione di una parte del potenziale idrico di quella zona». Insomma, secondo il Comitato, il progetto Tavina fa acqua da tutte le parti. Tanto che per il nuovo anno si annunciano nuove, energiche azioni di sensibilizzazione e informazione della popolazione.

(s. bott.) dal Giornale di Brescia


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