Il grazie dei vescovi maliani a Mali-Gavardo

La chiesa parrocchiale di Gavardo era gremita di fedeli questa domenica mattina per la messa solenne celebrata dai quattro vescovi del Mali, giunti nel paese alle porte della Valsabbia per ringraziare la comunità gavardese e in particolare i volontari dal gruppo Mali-Gavardo, che da 28 anni si occupano di costruire scuole e ospedali nel paese del Sahel, uno fra i più poveri dell’Africa.

I presuli erano giunti a Roma nei giorni scorsi, in occasione della visita “ad limina” per incontrare papa Francesco. Nel loro viaggio in Italia, come successe sei anni fa, non poteva mancare una tappa a Gavardo, invitati dal gruppo Mali-Gavardo.

La messa è stata presieduta da mons. Jean Zerbo, arcivescovo di Bamako, insieme a mons. Jean-Baptiste Tiama, vescovo di Sikasso e presidente della Conferenza episcopale del Mali, a mons. Jonas Dembélé, vescovo di Kayes, e da mons. Jean-Gabriel Diarra, Vescovo di San. Mancavano i vescovi di Mopti, mons. Georges Fonghoro, e quello di Ségou, mons. Augustin Traoré.
Alla celebrazione era presente anche l’ambasciatore del Mali in Italia, Bruno Maiga.

All’inizio della celebrazione, don Carlo Tartari, gavardese, direttore dell’ufficio missionario della diocesi di Brescia, ha portato il saluto del vescovo di Brescia, mons. Luciano Monari, ai confratelli maliani, e ha ripercorso lo stretto legame che si è instaurato da ben 28 anni fra le comunità cristiane del Mali con Gavardo e con Brescia.

Nell’omelia, pronunciata in italiano, mons. Zerbo ha innanzitutto voluto ringraziare il gruppo Mali-Gavardo e tutti quelli che lo sostengono per «il cammino umanitario e di fede intrapreso in questi anni che ha portato risultati concreti per le nostre comunità. Vogliamo anche ricordare nella preghiera quanti hanno iniziato questo progetto e ora sono già presso il Signore».

Si è poi soffermato ad elencare i problemi che stanno affliggendo in questi anni il popolo maliano: i conflitti religiosi, l’ebola, la malaria, la povertà che induce i giovani a lasciare il paese. «Situazioni di sofferenza e di miseria – ha affermato il presule – che possono essere vinte con l’educazione, come dice lo slogan dell’ultimo progetto di Mali-Gavardo a Ségou: “Vincere l’Aids e la malaria con l’educazione” ».

Infine mons. Zerbo ha ricordato una data importante per il futuro del Mali: il 15 maggio nella capitale Bamako è prevista la firma dell’accordo di pace anche da parte di quei gruppi del nord del Mali che non hanno aderito all’accordo preliminare, raggiunto ad Algeri il 1° marzo scorso, tra il governo e i gruppi Tuareg che avevano dichiarato l’indipendenza del nord del Mali ed erano stati sconfitti grazie all’intervento militare francese.
«Preghiamo – ha concluso l’arcivescovo – perché il Signore susciti sentimenti di fraternità fra il popolo del Mali».

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