27 Aprile 2015, 07.08
Roè Volciano
Lettere

«Inaudita violazione della mia libertà di scelta»

di Giovanni Mapelli

Riceviamo e pubblichiamo il grido di dolore di un lettore, che in un momento difficile della sua vita si è sentito svalutato pubblicamente ...e pubblicamente risponde


Egregio Direttore, le invio questa lettera con la speranza che possa essere pubblicata, per cercare di rispondere all'inaudita violazione della mia libertà di scelta, della quale siamo stati vittime io e mio fratello, nel giorno del funerale della nostra mamma, dove il parroco di Roè Volciano ha utilizzato l'assemblea della liturgia funebre, durante l'omelia, per mettere in piazza le confidenze di una mamma che a suo tempo gli fece, e ledere la nostra libertà di scegliere se aderire o meno al cammino spirituale che oggi la chiesa propone.
Ma procediamo con ordine...

Martedì 21 Aprile 2015 muore mia mamma Viviana e ci accingiamo a trascorrere quei giorni che precedono il funerale ricevendo nella sua casa parenti ed amici; riceviamo tanta gente e tanti messaggi di affetto e vicinanza che in un'occasione del genere una famiglia spesso riceve.
Sono cresciuto in una famiglia molto religiosa, dove mamma e papà ci hanno insegnato a rispettare le regole ecclesiali in maniera coerente, seria e rigorosa, ma ad un certo punto della mia vita ho deciso per motivi strettamente personali, per i quali non devo rendere conto a nessuno se non alla mia coscienza, di non aderire più a quei valori religiosi di cui parlavo prima.
Sono un adulto di 50 anni, ho una mia famiglia e 3 bellissimi figli ai quali cerco, con non poche difficoltà, di trasmettere loro i valori di, Dignità Onestà Rispetto e Libertà che anche i miei genitori mi hanno insegnato.

Dignità Onestà Rispetto e Libertà, valori che mi legano profondamente a mio papà Renato che è morto nel 1999, e che è stato un partigiano delle fiamme verdi Valsabbine (nome di battaglia Mosè), che cito perchè mi ritrovo a scrivere queste parole nel giorno del 25 aprile, dove ho appena partecipato ad una commemorazione nel nostro comune, dove si è posto molto l'accento sugli articoli della nostra costituzione, che parlano di rispetto della libertà anche religiosa di ogni uomo (art. 3 della Costituzione Italiana).

Arriva il giorno del funerale di mia mamma, è un giorno abbastanza duro per ogni uomo penso, specialmente quando si devono seppellire i propri genitori, specialmente quando il genitore in questione è la mamma, ma affronto questo giorno con coraggio, confidando che Dio mi sarà vicino...... ( io credo molto profondamente in Dio, e non accetto più la bugia che Dio è solo di chi frequenta la Chiesa, Dio è di tutti gli uomini, di tutti, anche il mio, e lo cerco e sento vicino in molte occasioni della mia vita).... e mi ritrovo davanti a quell'altare che per tanti anni ho frequentato, e sono lì con tanto Rispetto: per mia mamma, per i miei parenti, per gli amici, e per tutti coloro che affrontano il loro percorso spirituale aderendo alla proposta ecclesiale.
Quindi mi pongo in un atteggiamento di Rispetto ma di non partecipazione.

Durante la celebrazione del rito funebre, nel corso dell'omelia, dopo aver commentato con le consuete riflessioni le scritture, il parroco si è rivolto a noi, figli della defunta, svelando senza il minimo rispetto le confidenze che la mamma in passato gli fece, riguardo al suo dolore per il fatto che io e mio fratello non partecipiamo alla S. Messa ed ai Sacramenti della Chiesa, ed auspicando un ritorno alla Chiesa come avrebbe voluto la mamma.

In quel momento mi sono sentito gelare il sangue: non mi sarei mai aspettato che le mie scelte religiose fossero messe in piazza, additate pubblicamente come scelte “sbagliate”. Oltre ad una violazione della mia libertà di scelta religiosa, ho anche vissuto la violenza di un'offesa fatta alla mia dignità di persona e pubblicamente classificata come “lontana da Dio”.

A questa pubblica offesa ho deciso così di rispondere allo stesso modo pubblicamente, affinché il rispetto che merito, io come chiunque altro, non venga calpestato, per il rispetto della dignità di ciascuno, che la nostra Costituzione sancisce e che la Festa del 25 Aprile ci ricorda, al di là di qualsiasi orientamento (compreso quello religioso), mi auguro che fatti simili non si ripetano mai più.

Scrivo questa lettera in prima persona, in accordo con mio fratello con il quale condivido gli stessi valori morali e civili a cui ho fatto riferimento in questa lettera.

Giovanni Mapelli



Commenti:
ID57521 - 27/04/2015 09:14:31 - (robvi) - Senza inutili giri di parole ...

... sono orgoglioso di essere tuo amico e cognato !


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