Metti il "Tigre", dalle scarpe al Tibet

Calzolaio da 34 anni ha ereditato la professione e la manualità dal padre che “riparava e confezionava scarpe su misura” quando per fare una scarpa venivano richieste le mani migliori.
Motivo: dovevano durare nel tempo.

La crisi non ha risparmiato questo settore artigianale per un effetto domino.
La scarsa liquidità delle famiglie costringe all’acquisto di calzature di bassa fattura, nella maggior parte dei casi provenienti dall’Estremo Oriente. Scarpe di talmente  scarso valore che non vale la pena riparare.

Nonostante questo periodaccio, il “Tigre” ha tirato fuori gli artigli.
Ha infatti cercato di ampliare il raggio della clientela riparando scarpe tecniche (montagna, trekking, corsa).
Considerando l’ambiente e le montagne che caratterizzano la valle, la scommessa darà sicuramente  buoni frutti.

Personaggio davvero eccentrico, il nostro “Tigre”.
La meditazione al banchetto del calzolaio, tra lesina e chiodi, lo ha portato all’approdo del  buddismo.
Da anni è  attivista dell’associazione Italia-Tibet.

“Ho incontrato quattro volte il Dalai Lama” racconta.
E gli occhi gli si illuminano d’improvviso. Lo dice nel suo negozio, un piccolo salotto dove le sedie ben ordinate all’ingresso testimoniano la cura per il cliente ed insieme la passione per il mestiere.

La bottega è un continuo viavai di persone. Chi fa capolino per un saluto, chi si trattiene per scambiare quattro chiacchiere.
Si parla di tutto un po’. Dalla cultura alla politica per spingersi fino al Tibet occupato dal gigante cinese.
Con una maledizione indirizzata col pensiero a chi, a migliaia di chilometri fabbrica “scarpe di plastica”.

Si respira l’odore acre della colla. Per qualcuno un profumo.
Come per il sottoscritto le cui radici affondano nel mestiere dell’artigiano calzolaio. Nell’arte del saper fare scarpe di qualità, frutto di una manualità antica.

Un mestiere fatto con amore. Questo è sicuramente per il nostro “Tigre”.
Che è anche punto di riferimento per gli amici. Per chi ha voglia di scambiare qualche parola guardandosi negli occhi. Alla faccia di facebook e dei social network.
Meglio se il pensiero volge ad oriente. Al tetto del mondo, al Dalai Lama ed alla libertà da riconquistare.
Nel segno della pace.