La Lihìva, cenere da bere

... parliamo insomma di poltiglie varie ed eventuali, che agiscono laddove i medicinali servono a ben poco.

Si tratta di quell'insieme di conoscenze tramandate di generazione in generazione che approfittano dei prodotti della natura e della stagionalità per curare i piccoli acciacchi. Indicazioni considerate retrograde dai medici e che, tuttavia, funzionano sempre, anzi: c'è chi le privilegia rispetto all'uso di pillole o preparati erboristici, contenenti sostanze chimiche di ogni tipo, a discapito del principio attivo naturale.

Tra le più strane soluzioni consigliate, vi è la lisciva, un preparato a base di acqua bollente e cenere.
Il termine deriva dall'antico toscano, ma vi sono tracce dell'uso della cenere fin dai tempi dei romani.
Il suo ampio utilizzo è inoltre documentato in molti manoscritti medievali e in alcuni manuali di epoca rinascimentale.

La cenere è un detergente naturale, veniva usato soprattutto per lavare i panni e fare il bucato. In Nord Europa inoltre, con l'aggiunta di alcuni grassi vegetali, si preparavano molti saponi a base di cenere.

Suona strano oggi, ma alcune nonne consigliano di bere la lisciva per andare di corpo e per depurare l'intestino.
Quando lo dissi al mio medico, lo trovò molto divertente in effetti.
Eppure, nei casi di stitichezza o di pigrizia intestinale, ogni tanto, un bicchiere di acqua bollente ben mescolato a della cenere filtrata con un colino a rete stretta o con una garza può essere di grande aiuto.

Effetto placebo?