Errori di procedura? No, grazie!

«Nessun errore di procedura nella presentazione della mozione in cui viene invitato il sindaco Emanuele Vezzola e la sua giunta a considerare le dimissioni.
La mozione non è stata accolta perché è stata considerata “seppur non formalmente espressa” una richiesta di dimissioni del Sindaco e della Giunta in base all’art.52, comma 2 del D. Lgs 267/2000.
Questo articolo dice che una richiesta di dimissioni di sindaco e giunta può essere avanzata solo dai 2/5 del Consiglio Comunale, nel caso di Gavardo da 6 Consiglieri».

«Una mozione di sfiducia, quindi, che le consigliere di Gavardo Rinasce -di proposito- non avevano voluto presentare, essendo consapevoli di non poter disporre del numero minimo di firmatari (considerato che il gruppo consiliare è costituito da soli 4 componenti e non 6)».

Così in una nota Gavardo Rinasce spiega quanto sta accadendo in questi giorni, in merito al tentativo di affrontare in sede pubblica - il Consiglio comunale - la nota vicenda che ha visto l'intera giunta della precedente Amministrazione finire nel mirino della Corte dei Conti.

La nota prosegue:
«Peccato però che, per l’ennesima volta, Sindaco, Giunta e maggioranza di Gavardo si siano ricordati di rispettare “alla lettera” regolamenti e normative, (addirittura assimilando la sostanza alla forma!), laddove nel passato per questioni anche più gravi se ne fossero completamente dimenticati».

«Peccato anche che la maggioranza che siede nel Consiglio Comunale di Gavardo (lo ricordiamo, la lista “Voglia di futuro”) abbia rinunciato ad una assunzione di responsabilità di fronte all’enorme gravità della sentenza di condanna in capo a Sindaco ed alcuni assessori, che non ha precedenti per la comunità gavardese, la quale vanta una solida tradizione di operosità ed onesta nell’amministrazione della cosa pubblica. 
Peccato che si sia preferito non accogliere la mozione all’ordine del giorno del prossimo consiglio, rifiutando di fare riflessione seria e pubblica, affrontando democraticamente il dibattito in sede consiliare, alla presenza anche delle minoranze».

Riportiamo alla lettera anche il resto:
«Cosa molto importante da rilevare!
La sentenza non dice solo quanti soldi il Sindaco di Gavardo e gli assessori in carica nel precedente mandato amministrativo (tre dei quali ancora in carica!) devono risarcire, considerato che le loro scelte hanno causato al Comune di Gavardo un danno erariale superiore al beneficio economico ottenuto, ma soprattutto parla di “incompetenza a sottoscrivere contratti di lavoro”, “mancata acquisizione di pareri di regolarità tecnica e contabile”, “scelte effettuate sulla base di valutazioni personali ampiamente discrezionali”, “motivazioni addotte contraddittorie oltre che smentite dai fatti”, “illegittimità sotto il profilo formale”, “comportamento degli amministratori ritenuto inescusabile e connotato da colpa grave”».

«La mozione di Gavardo Rinasce esprime anche il disagio ed il malcontento di moltissimi cittadini gavardesi che, alla luce della condanna, in questi giorni si stanno chiedendo perché il Sindaco e gli assessori condannati non si dimettano,  visto il grande imbarazzo che si prova ad essere rappresentati da chi chiede loro il massimo rispetto delle regole, il massimo contributo delle imposte comunali e allo stesso tempo ha operato deliberatamente “al di sopra delle regole e delle normative” o, se vogliamo, ha applicato regole e normative a proprio “uso e consumo”».

«D’altronde ormai gli esempi di questo modus operandi, che si è riconfermato anche nel primo anno del secondo mandato amministrativo di Vezzola, sono numerosi: si veda l’abitudine in aula consiliare di richiamare opportunamente il rispetto di regole e normative a vantaggio di Sindaco e maggioranza».

«A febbraio 2015, per esempio, una mozione presentata da Gavardo Rinasce che sollecitava l’Amministrazione comunale ad affrontare con urgenza e massima determinazione la pesante situazione di inquinamento ambientale causato della Fonderia Mora è stata inserita all’ordine del giorno del consiglio comunale e durante la seduta stessa, e di fronte ai cittadini presenti, esasperati, il Sindaco dichiarava di non poter mettere ai voti tale mozione, citando il TUEL per la quale essa non poteva essere oggetto di consiglio comunale – correttezza formale avrebbe richiesto un informativa preliminare alla seduta almeno alla capogruppo di minoranza, Manuela Maioli, informativa che invece è mancata.
Strano, visto che nel passato, ad esempio, una mozione sulla caccia presentata da un assessore della Giunta, pur non rientrando nelle competenze del consiglio comunale, essendo addirittura di pertinenza della Regione, era stata tranquillamente ammessa ai voti».

«Quindi la caccia SI, mentre la salute dei cittadini e una condanna gravissima della Corte dei Conti NO».

«In buona sostanza, il sindaco evita accuratamente di accogliere le mozioni che presentano temi scottanti, quelle in cui non solo lui, ma la sua giunta e i suoi consiglieri si devono esporre personalmente con un voto.
Forse è il caso, però, che questa Amministrazione comunale abbia la dignità di dire con trasparenza quando e come debbano essere rispettati regolamenti e normative ed in quali casi un regolamento va bene e in quali lo stesso regolamento può invece cambiare, oppure quando faccia comodo modificare uno statuto e quando invece non si possa nemmeno aprire una commissione democratica per proporre modifiche allo Statuto e Regolamento comunale».

«Così, tanto per capirci qualcosa di più chiaro, giusto per non sentirsi dire dal Sindaco Vezzola che è stato condannato per non aver rispettato le regole, che le consigliere di Gavardo Rinasce sono intransigenti e che per una tale sentenza, visto che si tratta “solo” di  condanna in primo grado, le consigliere stesse lo stanno mettendo alla gogna, come dichiarato dal primo cittadino alla stampa.
Soprattutto per far chiarezza anche nei confronti dei cittadini stessi che così, magari, si “regolano” anche loro in base alle regole che si “possono” applicare».

Gavardo Rinasce

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