05 Dicembre 2007, 00.00
Vobarno
Comunità di recupero

La cooperativa «Ai Rucc e dintorni»

di c.f.

Da anni opera a Vobarno una comunità di recupero per tossicodipendenti in cui i ragazzi vengono impiegati nella gestione di un'azienda agricola che produce ottimo formaggio, olio e miele. Prodotti che vengono anche messi in vendita per Natale.

Alla comunità “Ai Rucc e dintorni” si arriva per una strada ripida ripida, salendo dal centro di Vobarno. Da lì, appena fuori il centro abitato, si gode della vista del grosso centro valsabbino. È in questo luogo che dodici ospiti della cooperativa stanno percorrendo il loro cammino di recupero dalla tossicodipendenza.
La cooperativa sociale “Ai Rucc e dintorni” è l’unica comunità terapeutico riabilitativa, riconosciuta e accreditata dall’Asl e iscritta all’albo regionale, presente sul territorio della valle.
Una parte importante del percorso riabilitativo è improntato sull’impiego dei ragazzi nell’attività agricola. «È una delle poche comunità in tutta la provincia di Brescia – ci spiega Emanuele Tonoli, uno degli operatori – a basare la propria attività sull’agricoltura e l’allevamento. La maggior parte li impiega in laboratori di assemblaggio. Noi, invece, abbiamo un’attività agricola completa, con allevamento di bovini, suini, ovini e cavalli avelignesi. Il latte lo trattiamo tutto noi nel nostro caseificio dove realizziamo formaggi anche per la vendita».

I ragazzi che giungono nella comunità vengono segnalati dai Sert della provincia e viene scelta proprio per quest’attività. Un’altra particolarità è che il percorso di recupero prevede anche una dimensione religiosa. Infatti la comunità ebbe inizio nel 1982 nell’oratorio del paese, dove l’allora curato don Raffaele Licini accolse i primi ragazzi tossicodipendenti, e da allora l’impronta religiosa è rimasta. «Riteniamo che oltre al recupero della salute, al recupero affettivo e relazionale, anche l’aspetto spirituale sia molto importante per prendere meglio consapevolezza di sé». Infatti, nel corso della giornata non manca un momento di riflessione su pagine della Bibbia o di testi a tematica religiosa. Una volta al mese, inoltre, si recano anche dai monaci camaldolesi a Bardolino, che oltre ad essere una gita prevede un momento di spiritualità.

La giornata dei ragazzi è regolata dalle necessità della vita della fattoria e del vivere in una famiglia allargata, perché è un’atmosfera familiare quella che si respira in questa comunità. La dimensione relativamente piccola (al massimo 12 persone, ora sono al completo) permette questo genere di approccio. Quindi sveglia presto a turno per la mungitura, poi i lavori in casa, quelli nelle stalle e nei campi a seconda della stagione (raccolta di olive, di castagne, miele, taglio legna, foraggio, ecc.). Poi per ogni sera della settimana un’attività diversa: c’è la serata degli hobby, quella in cui si guarda un film, una dedicata all’attività sportiva, ecc., e il sabato si esce per qualche appuntamento che offre la valle. «È importante – afferma Tonoli – dare a questi ragazzi delle regole precise e anche la settimana cadenzata con appuntamenti fissi aiuta a regolamentare un precedente stile di vita spesso senza regole». D’estate i ragazzi, suddivisi in turni di circa due mesi, portano in alpeggio il bestiame in due malghe prese in gestione in Val Daone, mettendo inoltre a disposizione dei turisti amanti del trekking i loro cavalli avelignesi.

Ma chi sono i ragazzi presenti in comunità? Innanzitutto non sono proprio dei ragazzi. «L’età negli ultimi anni si è alzata – ci precisa l’operatore – . Se prima avevamo giovani dai 25 ai 30 anni, ora vanno dai 29 ai 38. Se anni fa la dipendenza era dall’eroina, in anni più recenti il problema è la cocaina». È la conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che è la polvere bianca la droga più in voga del momento, come emerge tra l’altro dall’ultimo rapporto del Dipartimento dipendenze dell’Asl di Brescia, uscito sulla stampa in questi giorni.
La risposta a questo fenomeno può essere anzitutto la prevenzione: anche gli operatori di Vobarno intervengono nelle scuole della valle, all’Itis e al Polivalente, allo Scar e al Cfp, spesso accompagnati da uno dei ragazzi avanti nel percorso di recupero.
Il periodo di permanenza in comunità è di circa un anno e mezzo, al termine la comunità si interessa per un inserimento lavorativo. La comunità mette a disposizione dei monolocali per questo periodo transitorio fino a che uno non raggiunge la piena autonomia. Nell’arco della sua vita la comunità di Vobarno ha visto passare circa duecento giovani. La percentuale di ragazzi che riescono a superare il problema della dipendenza si aggira attorno al 60% fra coloro che hanno seguito il percorso completo, meno della metà se si considera anche chi abbandona prima.
Negli ultimi tempi vengono accolti anche persone con altre dipendenze, come l’alcolismo, un fenomeno spesso sottovalutato, ma altrettanto grave delle tossicodipendenze.

Nell’approssimarsi del Natale la cooperativa mette in commercio i propri prodotti, a cominciare dai formaggi, dall’olio e dal miele, con la possibilità di avere anche dei cesti con tutte le prelibatezze di loro produzione.



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