Soprazocco, chiede aria

A Soprazocco si costruisce, si coltiva e si scava. Sono questi i tre principali ambiti di sviluppo della frazione di Gavardo. I primi due non causano problemi; il terzo invece danneggia l’ambiente e la vita quotidiana degli abitanti. Il motivo? Il viavai di camion, che mette in crisi la viabilità.

I siti sono dislocati lungo via della Cuca. Ai lati della strada il paesaggio è monotono: enormi conche, cumuli di sabbia e ruspe. E una miriade di mezzi pesanti che vanno e vengono dalle due arterie principali: a Nordest le strade provinciali 4 e 5 verso l’alta Valsabbia e il Garda; a Ovest la tangenziale 45 bis, a cui si arriva passando dagli abitati di Piazze e San Biagio, quindi da via Roma e via Ferrovia.

«Basta mettersi a bordo strada e lasciar passare il tempo di una sigaretta - dice un residente -: si rischia di perdere il conto dei camion». «Per noi è una piaga - conferma una signora -: sono pericolosi, sporcano e inquinano. Devono lavorare anche loro, ma bisogna trovare una soluzione».

La comunità è in fermento, è ha iniziato una raccolta firme per sensibilizzare le autorità. «Ne abbiamo già protocollate oltre cinquecento - spiega Fabrizio Ghidinelli, consigliere di minoranza con la Civica gavardese -, ma va specificato che spesso un singolo nome rappresenta un’intera famiglia». Non tutti però concordano con l’iniziativa, come testimonia un altro abitante: «Questi firmatari dov’erano quando, a inizio 2006, era stato allestito il progetto "Mancava"? Tre incontri pubblici e mai più di una cinquantina di partecipanti. Siamo realisti: il problema sono le cave e gli unici a poter fare qualcosa siamo noi; ma una firma non basta».

La raccolta ha comunque portato Ghidinelli a presentare in Consiglio comunale una mozione che impegnerebbe la giunta a tracciare un’arteria alternativa, e a realizzarla prima dell’apertura dei nuovi siti nell’area di Campagnola-Bocca di Croce. Lì, in dieci anni dovrebbero essere estratti 900 mila metri cubi di ghiaia, almeno secondo la Provincia. Già, perchè a decidere i Piani cave è l’ente provinciale; i comuni si limitano a trattare coi cavatori per ottenere compensazioni: opere pubbliche o denaro.

Riassumendo: Gavardo non può negare le autorizzazioni, «ma non può nemmeno impegnarsi a costruire una strada nuova prima che inizino le estrazioni - dice l’assessore comunale all’Ambiente Aldo Micheli -, perchè anche in questo caso spetta alla Provincia dare il via». Ecco perchè la mozione della Civica gavardese è stata trasformata prima dell’approvazione: l’amministrazione solleciterà il Broletto per la realizzazione preventiva dalla carreggiata alternativa.

Già deciso il tracciato: prolungamento di via Busela fino a Piazze e un nuovo svincolo sulla tangenziale. Un lavoro da due milioni: 750 mila dai cavatori, il resto da Comune, Provincia e forse Comunità montana.

Luca Cortini
Da Bresciaoggi

Invia ad un amico Visualizza per la stampa

Vedi anche