Finisce nel fiume, salvata da un passante

Finisce nel fiume e viene salvata da un passante, eroe per un giorno, che sicuramente ricorderà per tutta la vita quel sabato pomeriggio di dicembre. È accaduto ieri a Sopraponte, attorno alle tredici, nel pieno centro della frazione di Gavardo, davanti alla chiesa di Santa Lucia. Una donna di 72 anni si dirige verso il «ponticello», il vecchio passaggio pedonale che congiunge via Terni con la zona del lanificio di Bostone scavalcando appunto il fiume che solca la Valsabbia. L’anziana oltrepassa la struttura metallica che sorregge il ponte e precipita di sotto, con ogni probabilità volontariamente: un volo di almeno sei o sette metri, che la fa piombare nell’acqua gelida, in quel punto bassa e con le pietre che affiorano ben visibili.

Proprio in quel momento però passa lì accanto Fulvio Gosetti, quarantunenne odontotecnico gavardese, che vede tutta la scena. L’uomo giusto al posto giusto: ha frequentato di recente le lezioni di primo soccorso organizzate dai Volontari del Garda, sa cosa fare e possiede la giusta dose di coraggio, forza e lucidità. Gosetti salta, atterra sulla riva, entra in acqua e riesce a riportare sulla terraferma la signora. «Era priva di sensi e non respirava - racconta il soccorritore -. Ho continuato per una decina di minuti con il massaggio cardiaco; nel frattempo mio figlio aveva chiamato il 118. Ero angosciato perché non dava segni di reazione, ma ho insistito e alla fine, quando ho visto arrivare i primi soccorsi, la donna ha iniziato a sputare acqua e si è ripresa. Per fortuna non ho desistito!».

Sul posto giungono vigili del fuoco, la polizia locale, i carabinieri, gli operatori del 118 arrivati da Gavardo e l’eliambulanza, che ha calato sulla riva con il verricello l’equipe di rianimatori. Le condizioni della donna sono state stabilizzate dal medico e poi è stata trasferita in eliambulanza all’ospedale Civile di Brescia, per tutti gli accertamenti del caso.
«Che sollievo quando i carabinieri mi hanno detto che stava bene - racconta ancora Gosetti -. In caserma continuavano a chiedermi se mi rendevo conto di ciò che avevo fatto, che avevo salvato la vita ad una persona. Ma per me non c’era nulla di eccezionale: mi sono trovato lì e l’ho fatto, credo che chiunque al mio posto si sarebbe comportato nello stesso modo». Un eroe eccezionale, perchè modesto.

Luca Cortini da Bresciaoggi

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