05 Gennaio 2015, 09.00
Valsabbia
Tradizioni

La notte della Stella

di Cesare Fumana

Al calar della sera le contrade della Valle Sabbia risuoneranno del canto che annuncia l’arrivo dei Re Magi, una tradizione secolare che perdura e si rinnova

Il canto della Stella è una tradizione che in Valsabbia perdura da molti secoli. La sera del 5 gennaio dei gruppi di cantori, più o meno organizzati, percorrono le vie dei propri paesi annunciando con un canto l’arrivo dei Re Magi alla grotta di Betlemme.

Ogni paese ha il proprio gruppo, a volte legato al coro locale, altre che si forma proprio in occasione della Stella. Ci sono paesi, come Vobarno, dove esistono più gruppi, con canti diversi.
Al canto è legata una questua, una raccolta di offerte, da devolvere in beneficenza, in genere alla parrocchia.

Vengono chiamati Canti della Stella quei canti di questua a soggetto religioso eseguiti nella notte dell’Epifania, o nei giorni immediatamente antecedenti, da gruppi di cantori itineranti muniti di una stella che simboleggia il viaggio dei Re Magi. Il lavoro degli studiosi ha permesso effettivamente di reperire raccolte cinquecentesche e secentesche di Laudi a travestimento spirituale, il cui confronto con i canti della Stella in uso ha evidenziato inequivocabili analogie. La più importante raccolta di Sacri canti utilizzati dagli Stellari, è di Don Giambattista Michi di Fiemme. Fra i Canti in uso in Valsabbia, alcuni derivano dalle tre laudi presenti nella raccolta del Michi col titolo Noi siamo i tre Re d’Oriente, Iddio Benedetto e Dolce felice notte. Più diffuso, invece, fra le località valsabbine, il canto dal titolo Noi siamo i Tre Re venuti dall’Oriente, che ha la sua versione a stampa più antica nella Nuova operetta spirituale sopra la venuta dei Santi tre Magi venuti dall’Oriente in Betlemme ad adorare la nascita del Redentore Gesù Bambino, stampato a Bassano senza indicazioni di data, ma di certo risalente al XVII o al XVIII secolo.

Origine e diffusione del Canto della Stella
La fine del teatro religioso medievale fu determinata da due movimenti antirituali: l’umanesimo e la riforma protestante. Entrambi consideravano vera religione solo il rapporto interiore con Dio. I protestanti, in particolare, accusavano la Chiesa di circuire i fedeli per i propri interessi attraverso riti, immagini, pratiche superstiziose o teatrali, cioè pagane. La riforma cattolica si concentrò invece sulla netta distinzione tra elementi che nel medioevo erano mescolati: il sacro e il profano. Dunque, nel Cinquecento, secondo i dettami del Concilio di Trento, si fa strada una netta separazione tra la liturgia ufficiale, riservata al clero, e le forme devozionali dei laici.
La Riforma Cattolica per esempio, incentivò la diffusione delle cosiddette “laudi a travestimento spirituale”, con lo scopo di divulgare anche fra il popolo la retta dottrina. Testi di carattere religioso-morale vennero adattati in modo da poter essere eseguiti sulla melodia di canzoni anche profane, così che la gente potesse impararle con facilità. Questa forma di comunicazione capillare e immediata servì alla Chiesa anche a realizzare, per così dire, un cordone sanitario nell’arco alpino contro eresie protestanti provenienti dal Nord Europa.
Il Canto della Stella avrebbe avuto dunque origine e diffusione, a partire da località immediatamente a nord delle Alpi, per consapevole impulso da parte dei Gesuiti.
Il successo della Stella è documentato fin verso la fine del XVII sec., quando iniziò un processo di degenerazione che portò l’usanza ad essere vietata ed aspramente condannata sia dalle autorità civili che religiose. Conseguenza dei divieti imposti dalla riforma di Lutero che vietò il culto dei Santi. Ma l’usanza dei Canti della Stella resistette, seppur con altre diverse battute d’arresto, in un arco geografico che va dal Ticino alla Slovenia. Ossia l’appendice meridionale di un ambito in origine molto più esteso.



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Il Canto della Stella, tradizione valsabbina All’imbrunire di questa sera, vigilia dell’Epifania, nelle contrade della Valle Sabbia giungeranno i gruppi del canto della Stella, per annunciare l’arrivo dei Re Magi.




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