19 Novembre 2014, 17.16
Idro Bagolino Anfo Lavenone Val del Chiese
Lettere

Il Lago tra l'incudine della passione e il martello della ragione

di Alessandro Vaglia

«Rispondo all’articolo di Mila Rovatti sul Brescia Oggi del 19/11...». Così ci scrive Alessandro Vaglia.
L'articolo di BsOggi lo trovate qui


Lunedì, nel Bresciaoggi, un piacevole articolo sul Lago, di Mila Rovatti, mi dà spunto per segnalare di quanto la ragione tecnica, per eccesso di irrazionalità, venga sovrastata dalla passione ideologica per esser soggiogata da essa.

L’articolista inizia il suo pezzo sottolineando che alla ragionevolezza dell’uomo si è sostituita la natura, definendo di questa il potere su quella, anzi, sembrando improprio, come se vi fosse contrapposto, nelle poche parole esposte e negli aggettivi anche eccessivi, un partito della natura contro un partito della ragione e quello della natura avesse oggi dimostrato di averne comunque in  più, di risultati positivi, rispetto  a quello della ragione.

Dice l’articolo: “sconfitta la politica della ragionevolezza entra in campo la natura e gli eccessi di un clima malato dimostrano l’apparente inutilità di opere faraoniche ..”

In questa articolata proposizione iniziale, proposizione dall’apparente innocenza, si nasconde un pensiero contraddittorio che amerebbe (sol per passione?)  annullare ciò che l’uomo fa per regolare la natura attraverso la tecnica, quel “inutilità di opere faraoniche” lo annuncia come tesi, per intensificare, dal lato del male, ciò che lo stesso uomo provoca all’innocua natura, quel “eccessi di un clima malato” lo dimostra; insomma la tecnica è solo male e la natura è solo bene e questo pensiero ri-vela   mancanza di fiducia nell’opera dell’uomo (solo homo politicus?), manifestando per ciò stesso un’”ideologia”.

E’ talmente vero quanto vado dicendo che,  proseguendo l’articolo del Brescia Oggi con gli elogi di ciò che ha impedito un disastro/dissesto idrogeologico  anche in quel di Idro  e  cioè appunto esaltando  l’opera tecnica dell’uomo perché, contro una natura caotica, attraverso  la regolazione del flusso con paratoie e gallerie e cioè attraverso le  “sue di Opere” regola la natura, infatti l’articolo così prosegue: “ La settimana scorsa i tecnici regolatori hanno passato un paio di notti insonni per aggiustare la mira di ora in ora.. ingegneri.. Luca Mondinelli, Franco Pietroboni e Adamo Bisolti che hanno concretamente effettuato le manovre correttive.”

Le manovre correttive, chiedo retoricamente, e i tecnici, che sono intervenuti, sono opere della natura  o la prova provata di una tecnica applicata ad essa?

“Nel momento di piena maggiore l’Eridio è arrivato a raggiungere quota 369,30 msl..” scrive ancora Mila, a oltre due metri dalla quota di massima regolazione, replico io.

N.b. replico io, ai critici dell’Opera della Regione, quota di regolazione che l’Opera in itinere pone e che è a ben oltre quel metro e mezzo che, illogicamente, la critica all’opera vorrebbe imporre sul progetto.

Dove sta la contraddizione di chi sostiene da una parte che non si dovrebbe più agire nel bene, come hanno fatto le opere in essere, migliorandole con paratoie in sicurezza e gallerie nuove al posto di quelle vecchie e dall’altra espone la volontà di avere un volume di  laminazione non superiore al metro e mezzo nella sua escursione?

E’ evidente che chi volesse davvero avere solo un metro e mezzo, dalla quota di massimo invaso alla quota di massima regolazione (la finestra della paratoia per intenderci o volume di laminazione), dovrebbe intensificare alla potenza ed esasperare l’Opera dell’uomo e non annullarla.

Opera che diverrebbe, e per questo motivo contraddicente le intenzioni, proprio in questo specifico caso faraonica, proprio per quel metro e mezzo immaginato credo solo  per contrastarla.

Questo  controsenso viene dalle stesse persone che surrettiziamente si votano alla naturalità del lago, contro i tre metri intelligentemente posti dall’Opera della regione per i casi sempre più frequenti  di messa in  sicurezza del Lago e vicini.

Per tenere in sicurezza il lago, stando con chi dice che i tre metri sono troppi, ci vorrebbero non una ma diverse gallerie di svaso o più capienti,  per scongiurare possibili esondazioni dovute ad un’escursione che si vorrebbe  minore e per questo motivo, contro ogni naturalità del lago, servirebbe necessariamente un opera di maggior “cura” da parte dell’ingegno umano, a questo punto si faraonica.

Da un lato si demonizza chi sostiene le Opere, definendole faraoniche, mentre sono il giusto mezzo per avere una continuità nella sicurezza ottenuta da quelle ormai obsolete e dall’altro non si sa fare di meglio che esibire gli stessi mezzi che si vorrebbe contrastare, come è evidente che sia.

E’ per la volontà di persone ragionevoli che le paratoie consentono la sicurezza ottenuta e per fortuna che, anche se obsolete, in questo specifico caso le opere dell’uomo, badate e non della natura, hanno fatto, insieme alle capacità d’intervento delle medesime e della fiducia che in esse bisognerebbe sempre e comunque porre, il loro dovere.

Ma le opere dell’uomo invecchiano e si usurano, per questo motivo è sempre ragionevole farne un collaudo fino a loro sostituzione se inefficienti.

Quanto la Regione vorrebbe fare (farà) sul nostro territorio, ma noi (i pochi che si oppongono) vorremmo impedirlo.

Anche Mila non può che fare gli elogi alle ormai vecchie opere in essere dell’uomo sul Lago, in quanto “ancora” funzionanti, ma sembra, almeno dai toni dell’articolo,  che non voglia seguire il buonsenso e la ragionevolezza di sostituirle, anche se è evidente la  loro usura certificata in più sedi.

Infatti l’ articolo conclude con l’aspetto più ideologico possibile, per l’intervento di un Bordiga (presidente de Gli amici della Terra) in vena di contraddizione, perché quello risponde affermativamente alle laminazioni, che sono possibili solo attraverso l’opera dell’uomo, ma nega l’esigenza di  una ragionevole manutenzione o sostituzione di quelle ormai usurate o ci vede altri fini.

Tutto questo far polemica per polemica andrà bene fino a quando la natura, questa volta “maligna”, vincerà la tecnica, ormai consumata dalle troppe parole dei manu-fatti non fatti, perché ogni mezzo dell’uomo si consuma.




Commenti:
ID52064 - 19/11/2014 17:40:12 - (idro) - mi sembra giusto

mi sembra giusto quello che Mila ha scritto. il lago ha retto bene e non ce motivo di fare altre opere. basta cemento basta buchi inutili. la natura sa regolarsi da sola e il territorio regge sempre bene. le opere nuove servono solo per altri interessi.

ID52066 - 19/11/2014 18:24:51 - (Dru) - per idro

come volevasi dimostrare, le sue parole sono un sigillo alle mie deduzioni.

ID52068 - 19/11/2014 19:48:27 - (Capitano) - secondo me sbaglia idro a dire che le opere

non servono. Le opere hanno senso in funzione preventiva.. Si dovrebbe però cercare di chiarire bene e prima i punti che sono sempre rimasti oscuri. A partire dalla regola e finendo con il gettito derivante dalla costruzione dell'opera

ID52069 - 19/11/2014 20:07:12 - (Leretico) - idro e le farneticazioni

Le farneticazioni (dire cose assurde o senza senso, vaneggiare) sono sempre all'ordine del giorno. Il signor idro ne sembra particolarmente affetto. La signora Rovatti con il signor idro sanno bene che è solo una fortuna che non è caduta tanta acqua come nei luoghi delle alluvioni altrimenti l'avremmo vista brutta sia a Idro che verso Lavenone e Vestone. Il ragionamento nell'articolo della Rovatti arriva alla conclusione opposta rispetto alle premesse, dovremmo dare un premio allora sia alla giornalista che al commentatore per la capacità di contraddirsi in pochissime righe, pensando di passarla liscia. Questi maestri di saggezza e di ragione andrebbero premiati. Il punto è che entrambi volevano a tutti i costi dimostrare che non si deve toccare nulla a Idro perché a loro e a chi sta dietro di loro non conviene (alla faccia dela sicurezza), ma sono partiti da premesse che arrivano clamorosamente all'opposto: ossia che le opere sono strettamente

ID52070 - 19/11/2014 20:08:00 - (Leretico) - continua

necessarie.

ID52072 - 19/11/2014 20:31:09 - (Baldo degli ubaldi) -

Sbaglio o la galleria degli agricoltori è stata dichiarata inagibile ? Quindi dichiarare inutile la galleria che la sostituirà è una fesseria.

ID52073 - 19/11/2014 20:54:30 - (Aldo Vaglia) -

Si puo' dire tutto e il contrario di tutto in questo Paese di "Beoti" che le bevono tutte. L'unico fatto incontestabile rimane pero' che si e' evitato l'allagamento a Valle perche' degli ottimi tecnici hanno potuto regolare delle opere costruite dall'uomo e dimensionate per contenere le piene. Opere che hanno consentito si potesse alzare il livello del lago fino a 369,30mLM. Il resto e' "fuffa"!

ID52078 - 19/11/2014 23:50:32 - (blb) - in risposta all'articolo di Bresciaoggi

roba da matti!in effetti e ' risaputo che le attuali paratoie si sono create da sole naturalmente e che la galleria "degli agricoltori)(dichiarata inagibile) stata scavata naturalmente dall'acqua e che gli ingegneri e il sig Adamo non sono umani ma sono reincarnazioni della natura. Sig Mila se non fosse stata aperta (anche se dichiarata inagilile) la galleria degli agricoltori e qualcuno non avesse manovrato sarebbe potuta succedere la catastrofe.Per sostenere le sue tesi dovrebbe alla prossima forte alluvione tenere chiusa la galleria (anche quella dell'enel) tenere aperte tutte le paratoie, fare andare a letto gli ingenieri che regolano, come natura vuole appunto.... Poi vede dove vanno a finire i muri dell'alveo gia' crepati sottostanti la paleofrana e cosa poi succede....

ID52079 - 20/11/2014 00:18:26 - (blb) -

le opere faraoniche non sono altro che il rifacimento di quelle gia' esistenti che ormai sono malridotte ma come dimostrato appunto nel suo Articolo sig Rovatti sono necessarie in situazioni di maltempo come nei giorni scorsi.Chi poi vuole con le opere abbassare il dmv naturale del lago va combattuto .... non sicuramente con chiacchere o slogan ne tantomeno con ricorsi presentati in ritardo....

ID52080 - 20/11/2014 08:20:32 - (dumbo) - grande !!!

Grande blb

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