10 Ottobre 2014, 07.16
Aiutiamoli a crescere

Se un bambino non parla bene....

di Simona Ferretti

I bambini normalmente imparano a parlare rapidamente e senza sforzo tramite la semplice esposizione al linguaggio adulto e senza alcun preciso insegnamento. E se questo non succede?


Comunicando, il bambino entra nella comunità di cui fa parte. Forse proprio per questo i genitori pongono tanta attenzione a questo aspetto dello sviluppo e aspettano con ansia e particolare emozione che il bambino pronunci bene le prime parole.

Lo sviluppo della comunicazione è caratterizzato da una serie di fasi, che si succedono in un determinato ordine.
Al tempo stesso, ogni bambino è diverso dagli altri, perché in questo processo grandissime sono le variazioni individuali che riguardano non solo i tempi, ma anche i modi e le strategie di apprendimento.

Per un certo numero di piccoli però, questo processo di sviluppo non è così facile: pur non avendo alcuna patologia riscontrabile (come perdita uditiva, danni neurologici, ecc.) hanno significative limitazioni nello sviluppo del linguaggio: difficoltà nella pronuncia, vocabolario molto scarso, frasi corte e non ben organizzate, cioè senza rispettare l’ordine nella composizione della frase…

La terminologia clinica in uso per definire questo quadro è molto varia, ma poiché si tratta sempre della stessa patologia anche se di diversa severità e quindi gravità, oggi si preferisce il termine “disturbo specifico di linguaggio” (DSL).
 
Quanto è giustificata la preoccupazione dei genitori quando il proprio figlio/a, all’avvicinarsi dei tre anni di vita continua ad esprimersi con poca chiarezza?
Innanzi tutto è importante sottolineare che sono bambini con un intelligenza nella norma e che capiscono cosa gli succede intorno, ma a cui può sfuggire la sottigliezza di alcune parti della struttura del discorso. Ovvero comprendono molto di più rispetto a ciò che possono esprimere a parole.

Il disturbo meno preoccupante è quello legato alla pronuncia, cioè bambini che parlano in modo poco comprensibile perché distorcono le parole: questa è la cosa più evidente ma, contemporaneamente la cosa meno grave o, per spiegarlo meglio, i bambini che hanno “solo” un problema di pronuncia spesso lo risolvono, senza o con pochissimo aiuto entro i cinque anni.

Bisogna invece porre molta attenzione e quei bambini che, oltre alla difficoltà di pronuncia, conoscono meno parole, compongono frasi più corte e un po’ storpiate e, soprattutto, mantengono una resistenza al disturbo al momento dell’ingresso alla scuola primaria.
Infatti,  I problemi di linguaggio, specialmente in quest'epoca, possono influenzare negativamente la successiva acquisizione della lettura e della scrittura.

L’identificazione precoce dei soggetti con difficoltà specifiche di linguaggio (già prima dei tre anni) è il miglior approccio per potere facilitare il loro sviluppo linguistico ed ottenere risultati notevolmente migliori.
Ciò, inizialmente, può non significare un intervento diretto sul bambino, ma può esprimersi come una consulenza logopedica a cui sono invitati i genitori per poter esprimere eventuali preoccupazioni rispetto allo sviluppo del linguaggio del proprio piccolo e, quindi, ricevere indicazioni circa le strategie da attuare di fronte a queste difficoltà, oppure ad essere indirizzati, se necessario, a percorsi specialistici o ad ulteriori incontri di approfondimento.

Attendo rimandi, osservazioni
per aprire una riflessione su questo tema all'indirizzo mail margherita.achille@gmail.com

Simona Ferretti
Referente dei logopedisti al Centro per l'Età Evolutiva di Gavardo.




Commenti:
ID50561 - 10/10/2014 11:13:20 - (snaf) -

più che riflessioni servono approfondimenti. Ormai i bambini parlano sempre più tardi che se a 3 anni lo fanno ancora maluccio tanti non se ne preoccupano, spesso senza pregiudicare nulla. A fronte di bambini che poi recuperano da soli e magari fanno anche il sorpasso, per gli altri è molto parziale parlare del problema in questo modo, perchè si trascurano tutti i disturbi di cui quello del linguaggio è solo la sentinella. Leggendo, chi non è del mestiere ma è un po' informato, facilemnte assocerà questo disturbo alla più nota dislessia, per dire uno dei problemi correlati che poi di svidenzano solo a scuola quando dal parlare si passa al leggere, scriverere e far di conto.Se il disturbo è davvero solo nel linguaggio parlato, qual'è il medico giusto? E' solo questione di logopedista? o bisogna già verificare il quadro neurologico e magari rivolgersi a terapie cognitive o di altro tipo, di competenza

ID50562 - 10/10/2014 11:15:39 - (snaf) -

Non si tratta di spaventare la gente, ma solo di far capire perchè a fronte di una cosa di poco conto, è sempre necessario approfondire.

ID50565 - 10/10/2014 12:14:30 - (snaf) -

completo il primo post che si è tagliato.....E' solo questione di logopedista? o bisogna già verificare il quadro neurologico e magari rivolgersi a terapie cognitive o di altro tipo, di competenza di psicolgogi e padagogisti?

ID50575 - 10/10/2014 22:59:21 - (DODECA) -

mio figlio ha 5 anni è ha un pò di difficolta di pronuncia. nello specifico non pronuncia la R e pronuncia la E sempre "aperta" (quindi sembra un Cinese-Piemontese...). aveva difficolta anche con la S ma a forza di dai e dai sembra abbia imparato. dovrei rivolgermi a uno specialista?

ID50576 - 10/10/2014 23:22:45 - (snaf) -

ecco, articoli cosi alla fine finiscono a mettere dubbi a chi finora non ha avuto ragione di averne troppi e magari non ne mettono abbastanza in chi invece dovrebbe farsi qlc domanda in più, perchè non danno indicazioni su quale sia la soglia oltre la quale preoccuparsi. Viene il dubbio che più che informare siano finalizzati a trovare clienti.Prima di fiondarsi da uno specialista chiedere al medico di base se ritiene che ce ne sia bisogno.

ID50577 - 10/10/2014 23:43:24 - (sonia.c) - quando si trata di possibili problemi dei bambini

è sempre meglio andare da uno specialista.quest'ultimo non è ,nè uno stregone ,nè un imbroglione! basta che abbia una laurea vera ovvio!i medici di base sono i primi a consigliarlo perchè conoscono bene i limiti della loro specializzazione. ad esempio,finalmente si stà muovendo qualcosa sul fronte "prevenzione autismo",(fuori italia però)proprio cercando di informare ,e formare sempre meglio i pediatri e i medici di base ,per cercare di fare diagnosi entro l'anno!meglio una visita inutile ..tranqui! non succhierano soldi inutilmente! e la salute dei figli,non ha prezzo.

ID50578 - 10/10/2014 23:57:26 - (sonia.c) - atuare una adeguata informazione prevenzione ,è molto difficile..

cosa credete che ho fatto io ,quando mi sono accorta di certi segnali inequivocabili? e avevo avuto occasione di informarmi (anche se per caso) ..mi sono spaventata a morte e ..o cercato di ignorare per un anno.sono stata l'unica? no.certamente no..e neanche la più ritardataria..quante persone ,ad esempio,fanno controlli prematrimoniali?se domani scoprissero il test per scovare l'autismo (speriamo vivamente!)quanti lo farebbero "prima"? ..quanto,quanto è difficile affrontare i problemi quando si mostrano..quanto è ancora più difficile attivarsi e informarsi per prevenirli..

ID50581 - 11/10/2014 02:50:18 - (snaf) -

non vorrei siano stati fraintesi i miei commenti. Sacrosanto e doveroso approfondire ogni stranezza si presenti, anche se quando ci si riconosce del tutto ignoranti, dagli specialisti è bene farsi mandare dal medico di base che evita di ingigantire problemi che a volte sono solo nell'ipocondria proiettiva dei genitori. Notavo solo che informazione come quella riportata in questo articolo da una parte fa allarmismo dall'altra è carente di contenuti più specifici, insomma confonde.

ID50584 - 11/10/2014 08:46:42 - (sonia.c) - scusa snaf del mio piccolo "rimprovero"..

la tua parola "alLarmismo" dice ben quale è il problema ,appunto! la difficoltà del "dire" è proprio qui. perchè innesca un meccanismo di chiusura,invece che, di apertura.il vero scopo dell'informazione-prevenzione. ma non è colpa dell'informazione...è un problema nostro ..

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