Operazione Sinergy: valsabbini nella rete

Un traffico di droga lungo il Chiese. Ma il flusso di cocaina e hascish correva in senso opposto rispetto a quello della corrente. Già, perché secondo quanto stabilito dagli inquirenti trentini - Polizia e Carabinieri insieme, da cui il nome dell’operazione «Sinergy» - il sodalizio criminale mandato all’aria e ritenuto detentore del monopolio della droga in Trentino, si riforniva, tra i molti, anche da due bresciani.
Per questo alle 3.30 dell’altra notte, gli uomini della Squadra Mobile di Brescia, assieme ai colleghi di Trento, hanno fatto irruzione nelle abitazioni di due valsabbini. Mauro Bacchetti, 39enne di Sabbio Chiese, contitolare di un noto bar di Salò, e di Simon Cosenza, 22enne nativo di Trento ma residente a Vestone.

A casa del primo gli uomini della Sezione antidroga di via Botticelli, dopo la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal gip di Trento, hanno proceduto alla perquisizione. I poliziotti hanno trovato un chilo di hascish e un paio di grammi di cocaina. Un sequestro di tutto rilievo, il più ingente della nottata.
Nell’abitazione di Simon Cosenza, invece, poca roba: addosso il 22enne, quando gli agenti l’hanno arrestato, aveva giusto due bustine di «polvere». Del resto, il giovane era già stato pizzicato l’agosto scorso mentre consegnava 6 grammi di cocaina ad uno dei numerosi indagati, Luca Cis, 40enne di Pieve di Bono (Tn), ritenuto da Polizia e Carabinieri, un personaggio non secondario tra le fila del giro stroncato.

Il ruolo che avrebbero avuto i due bresciani rispetto a quell’articolata associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti smantellata dagli investigatori di Trento sarebbe stato infatti quello di «fornitori». Se Cis era il cliente di Cosenza, stando alla ricostruzione resa dagli inquirenti, il Bacchetti avrebbe assicurato droga a Stella Mura, una 35enne di Trento che a quanto documentato da Polizia e Carabinieri, sarebbe scesa più volte nel Bresciano, portando con sè in auto anche le due figliolette, per recarsi dal 39enne valsabbino e fare approvvigionamento di «roba».
Sostanza di cui quasi tutti i soggetti colpiti da ordinanza sarebbero abituali consumatori.

I valsabbini sono solo due dei 48 arrestati dagli investigatori, che coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia tridentina hanno «mappato» la ramificata organizzazione costituita per metà da italiani e per metà da magrebini (con l’aggiunta di due albanesi e di una domenicana), che «importava» coca, eroina e hascish dalle piazze di Verona, Milano, Brescia, Padova, Udine e dalla Repubblica Dominicana.
Le 56 ordinanze di custodia cautelare complessive sono state eseguite - tutte tranne 8 - con l’impiego di 300 uomini, 6 unità cinofile, 2 elicotteri, in mezza Italia, fra Trento, Bolzano, Brescia, Forlì, Lecco, Milano, Modena, Lecco, Siracusa, Torino, Treviso e Verona. Nei 18 mesi di indagine sono stati sequestrati in totale oltre 14 chili di «fumo», tre di eroina e oltre un chilo di cocaina.

dal Giornale di Brescia

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