La ristampa degli antichi statuti, norme che sono l'oggetto dell'incontro previsto per questo venerdì sera a Bagolino col professor Alfredo Bonomi, è stata presentata la scorsa settimana
Nei giorni scorsi è stata presentata a Bagolino la ristampa degli antichi statuti del 1614, a quattrocento anni dalla loro pubblicazione, curata dallo stampatore Vincenzo da Sabbio.
Eminenti studiosi e giornalisti ne hanno già dato notizia e commento, ma per focalizzare brevemente la cronologia di tali importantissimi documenti storici, si può così riassumere:
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1473 : Vengono redatti su pergamena gli Statuti della Comunità di Bagolino, in lingua latina (la lingua ufficiale delle istituzioni in uso in quel tempo).
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1614: Gli Statuti del 1473 vengono aggiornati e tradotti in lingua volgare (l'italiano dell'epoca).
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1796: Gli Statuti del 1614, andati distrutti nell'incendio del 1779, vengono ristampati dalla Comunità di Bagolino, “
con l'aggiunta di una tavola alfabetica per maggior comodo e brevità”.
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1797 Fine della Serenissima Repubblica di Venezia; a seguire dominazione napoleonica e abolizione degli statuti nel 1806, dominazione austriaca e abolizione delle vicinie e di ogni istituzione autonoma nel 1814; 1861 costituzione dello stato italiano e promulgazione di una legislazione nazionale.
In Vallesabbia analoghi Statuti di cui si ha notizia, ma che andarono dispersi, sono quelli delle Pertiche (1382), di Roè (1386), di Anfo (1530); i comuni valligiani ebbero pertanto come riferimento gli Statuti di Vallesabbia (1573), che ne uniformavano l'amministrazione, ma ai quali la Comunità di Bagolino fece minor riferimento, essendo forte di una secolare autonomia guadagnatasi durante la dominazione della Serenissima, fin dal 1473 con Statuti suoi propri.
Se per altre Comunità gli Statuti non ebbero la stessa presenza e continuità storica, nel caso di Bagolino invece l'influenza culturale degli Statuti ne segnò profondamemente la storia, tant'è che ancora ai giorni nostri se ne parla come di elementi fortemente identitari; non a caso infatti nel 1979 il Comune di Bagolino, in occasione del bicentenario dell'incendio del 1779, produsse una ristampa anastatica degli Statuti del 1796 e oggi, anno 2014, il Comune di Bagolino e l'associazione culturale
Habitar in sta terra realizzano la ristampa anastatica degli Statuti del 1614.
A quattro secoli dalla loro pubblicazione, Bagolino celebra così la sua storia antica attraverso una nuova ristampa a disposizione dei suoi cittadini, affinché ne conoscano e conservino il significato e il valore.
Come affermato da Luca Ferremi, presidente di
Habitar in sta terra, infatti
gli Statuti rappresentano le radici primarie di Bagolino.
Non poteva quindi essere elusa tale importante ricorrenza, che ribadisce oggi, a distanza di quattrocento anni, il profondo significato di regole stabilite in tempi tanto remoti, ma così densi di conoscenza della comunità e dei suoi bisogni da apparire per molti versi attuali e condivisibili.
Il segreto di quelle regole è la saggezza che ha permesso di governare questa terra, ha giustamente commentato il sindaco Gianluca Dagani, e ci dovremmo chiedere oggi se le attuali istituzioni che amministrano la cosa pubblica siano altrettanto portatrici dei valori dell'esperienza umana e dell'equità sociale che permeano quegli antichi Statuti.
Sono un atto di civiltà, ha affermato convintamente Alfredo Bonomi nella sua chiara relazione,
perché non sono stati redatti per favorire i ricchi ma gli indigenti.
Espressione di un'attenzione oculata e minuziosa per l'ambiente, considerato fonte di vita e sostentamento del presente e del futuro delle generazioni, per la dignità del lavoro, per i diritti delle donne e la protezione dei deboli, per il rispetto delle leggi, gli Statuti della Comunità di Bagolino rappresentano davvero una lezione di civiltà che meriterebbe un approfondimento da parte di amministratori e cittadini, per comprendere il senso profondo delle radici di questa comunità.
Interessante a questo proposito la riflessione di Marcello Rizza, luogotenente della stazione locale dei Carabinieri, che ha approfondito nell'ambito della sua tesi di laurea lo studio degli Statuti di Bagolino, in merito all'amministrazione della giustizia in paragone con la legislazione attuale, rilevando la grande capacità di quella comunità di individuare le norme che assumono carattere di universalità.
Bagolino, terra aspra di montagna ma dall'economia fiorente per la produzione di
ferrarezze di qualità, per la diffusa agricoltura, l'allevamento del bestiame e la pregevole produzione casearia, ha goduto di un'autonomia amministativa concessa da Venezia per meriti certamente di lealtà e affidabilità, ma anche per accorto calcolo politico ed economico.
Situato all'estremo confine della Serenissima tra Trentino e Lombardia, Bagolino rappresentava infatti un baluardo strategico per la protezione del vastissimo territorio veneziano, difficile da controllare se non attraverso la costituzione di forti rapporti politici ed economici che rinsaldassero i legami di fedeltà alla Serenissima; la concessione di benefici e autonomie era uno dei mezzi per fidelizzare le comunità.
Altra lezione che la storia fornisce all'uomo, ma che a quanto pare viene sistematicamente disattesa; di grande attualità oggi nell'era della globalizzazione, i temi dell'autonomia, della salvaguardia delle diversità nazionali, l'aspirazione dei comuni a soddisfare i bisogni specifici delle comunità locali e dei governi di tutelare gli interessi e le prerogative generali della nazione, possono trovare negli antichi Statuti motivi di riflessione, e chissà, forse anche qualche saggia risposta.
Quanto al libro pubblicato, elegante nella sua veste tipografica dal sapore antico, illustrato nei particolari salienti da Flavio Richiedei, merita una attenzione a parte, presto, ancora su queste pagine di Vallesabbianews.
Prossimo incontro per parlare ancora del Statuti è per questa sera, venerdì 4 luglio alle 20,45 sempre nella Sala consiliare del municipio di Bagolino .
Nel ruolo di relatore il professor Alfredo Bonomi, che interverrà sul tema “Gli Statuti di Bagolino nel panorama valsabbino e bresciano”.
Marisa Viviani
Nelle foto di Luciano Saia: Il manifesto che pubblicizza la presentazione del libro - Il tavolo dei relatori: (da sx) Flavio Richiedei, Luca Ferremi, Gianluca Dagani, Alfredo Bonomi, Marcello Rizza