il sindaco, il vice, l'ex

Le prime due liste sono il risultato di una profonda spaccatura in seno all’attuale maggioranza, maturata con l’emanazione del decreto ministeriale che ha permesso il terzo mandato ai sindaci per i paesi con meno di 3 mila abitanti.
Proprio in quella condizione, infatti, si è trovato Gianni Maria Marchi che però, quando ha annunciato ai suoi la decisione di ripresentarsi, si è trovato da solo a doversi inventare una lista tutta nuova.

L’intera maggioranza, infatti, che già aveva affermato che erano maturi i tempi per sostenere la candidatura del vicesindaco Franco Zanotti, ha deciso di proseguire per quella strada.

Una novità, questa, che ha rinvigorito le speranze di successo del vincitore di numerose tornate elettorali fino a dieci anni fa, Roberto Piccioli Cappelli.
Competizione dall’esito quindi quanto mai incerto, quella bionese, dove per altro la lettura delle cose da fare poco si discosta fra un programma e l’altro, dove emergono differenze solo in ordine alle priorità.

Bione è un paese che negli ultimi decenni è cresciuto in un modo un po’ disordinato, dove la disponibilità di territorio da un lato ha favorito l’insediamento di numerose aziende, di provenienza soprattutto lumezzanese, dall’altro non poche operazioni immobiliari.
Sia la produzione industriale sia il mercato immobiliare, segnano ora entrambi il passo, lasciando sul terreno non poche difficoltà di tipo sociale, paesistico con lo svuotamento dei Centri storici ed infrastrutturale.

Va registrato che nel frattempo c’è stato però anche il lodevole tentativo di superare la tradizionale divisione campanilistica, ma anche e soprattutto “fisica”, fra le due frazioni principali della Pieve e di San Faustino.

Operazione ben avviata, se non ancora del tutto riuscita: nel bel mezzo fra i due centri storici, infatti, dove prima c’erano solo prati e qualche fienile, in poco più di tre lustri sono sorte alcune abitazioni, poi un unico edificio per le scuole elementari, degli spazi adibiti a biblioteca, bar edicola e cartoleria, una piazza con giardinetti e finalmente un Centro sportivo degno di questo nome.

La scommessa ora è quella di proseguire nell’opera di sistemazione del paese e nella ricucitura del tessuto sociale, con una gestione oculata delle poche risorse che gli amministratori avranno a disposizione.

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