19 Febbraio 2014, 07.27
Terza pagina

La filosofia nasce grande con Anassimandro 1.2

di Dru

Ma se la cura della verità è un rivolgersi al tutto allora la tesi di Aristotele  secondo cui la filosofia all'inizio è semplicemente una fisica non va accettata



Quando i primi filosofi chiamano Physis ciò che essi pensano, non si rivolgono a una parte o a un aspetto dell'essere, ma all'essere stesso, in quanto esso è il Tutto che avvolge ogni parte e ogni aspetto.

Come la parola Chàos, anche la parola Kósmos ha un significato originario che illumina il senso della presenza di tale parola nel più antico linguaggio filosofico.

Il Cosmo inteso come ordine è un dire che va già oltre la sua origine che ha radice indoeuropea nella parola Kens ,nel latino censeo, "annunzio con autorità".

Anche l'annunziarsi è un modo di rendersi luminoso.

Nel suo linguaggio più antico, la filosofia indica con la parola kósmos quello stesso che essa indica con la parola physis: il Tutto, che nel suo apparire è la verità innegabile e indubitabile.

Si può così comprendere perché la filosofia non abbia tardato a chiamare sé stessa epistéme.

Se noi traduciamo questa parola con "scienza", trascuriamo che essa significa, alla lettera, lo "stare" (stéme) che si impone "su" (epi) tutto ciò che pretende negare ciò che "sta": lo "stare" che è proprio del sapere innegabile e indubitabile e che per questa sua innegabilità e indubitabilità si impone "su" ogni avversario che pretenda negarlo o metterlo in dubbio.

Il contenuto di ciò che la filosofia non tarda a chiamare epistéme è appunto ciò che i primi pensatori chiamano kósmos e Physis.

Per la filosofia al contrario che del mito, le cose non sono cioè soltanto diverse tra loro, ma anche identiche: ognuna dimora nel Tutto, qualcosa cioè che si mantiene, sia pure in modi diversi, all'interno del Tutto. 

Se questa identità delle cose diverse non si mostrasse, le cose diverse non potrebbero mostrarsi come "totalità delle cose": di volta in volta si mostrerebbe questa o quella parte del Tutto, ma non il Tutto che in sé le tiene raccolte.

Eraclito dice appunto: «Tutte le cose sono uno». Sono cioè l'identità in cui restano unificate tutte le loro differenze: l'identità del diverso.


Dall'uno provengono le differenze (cioè le molte cose differenti tra loro). Per i primi pensatori greci l'uno, da cui le differenze provengono, è la stessa "identità del diverso".

Il processo del differenziarsi dell'uno coincide così con l'unità (= identità) delle differenze.


Commenti:
ID41908 - 21/02/2014 11:12:39 - (Leretico) - La filosofia nasce grande

La filosofia nasce grande perché da subito mette in questione i fondamenti. La prima cosa di cui discute è la morte. I Greci antichi pensavano che dopo la morte l'uomo andasse nel nulla. Il terrore per il nulla genera l'angoscia da cui l'uomo cerca, invano, di sfuggire. Il terrore per la morte è tale perché essa, la morte, "appare" senza tema di essere smentita. Se dunque la morte appare essa è. E intendo dire che è un essente. Perché dunque la morte appare? Appare perché non potrebbe non apparire. Appare perché non potrebbe esserci la vita senza l'apparire della morte, come non potrebbe esserci il bene senza l'apparire del male. Apparendo la morte si rende unitaria alla vita. La vita non può respingerla perché da sempre essa è dentro la morte come la morte è dentro la vita. Allora se gli essenti che appiaiono sono necessari, cosa detrmina il loro sopraggiungere? Cosa fa sì che la morte

ID41909 - 21/02/2014 11:20:32 - (Leretico) - continua

sopraggiunga prima o dopo il sopraggiungere di un altro ente? L'apparire dipende dalla fede, dalla volontà. E' la fede che spinge gli enti a sopraggiungere. Ciò che lega l'apparire di un ente all'apparire di quello successivo è dato dalla fede. Dunque l'apparire della morte dipende dalla fede che essa sopraggiunge. Siccome la fede vuole, e non può che volere, l'impossibile, allora la morte è destinata a non apparire più quando la volontà si renderà dapprima conto che il suo volere è un volere impossibile, e poi che il suo volere è destinato a tramontare, come lo sono tutte le forze che si basano sulla volontà. Dov'è l'errore di questo ragionamento? Secondo me è ingnorare l'individualità, il sentire dell'individuo che si perde nel concetto di coscienza trascendentale.

ID41912 - 21/02/2014 11:42:51 - (Dru) - La morte appare necessariamente, ma quale morte ?

La volontà che la morte appaia sopraggiungendo significa, come per ogni ente,che il suo apparire (come essere) prima non è e poi è, l'individualità è proprio questa volontà portata alla sua radicalità. Direi, al contrario, che gli uomini hanno, nel tempo, dimenticato la trascendentalità della coscienza e non il suo contrario. Questo dimenticare i trascendentale è il motivo fondante le forze che si credono libere, ma questo "credere" è il presupposto di ogni nostra angoscia: liberi di morire, libera la coscienza di "non essere", o essere solo la "mia" coscienza, può smembrare il trascendentale e nutrirsene, farsene potenza. Ma questo squartamento del divino (o apparire), la morte della coscienza trascendentale risulta "vero" o è solo volontà e come tale è violenza ?

ID41914 - 21/02/2014 12:04:33 - (Dru) - Pensare che una cosa divenga altro da sé é il significato della morte del mortale.

Pensare che una cosa, diventando, diviene nulla, cioè diventa ciò che non è, è pensare che una cosa non è. Questo il nichilismo di ogni pensiero dell'uomo mortale. Una cosa, un essere non è è la contraddizione massima impensabile, inimmaginabile, irrealizzabile, ma è l'inconscio di ogni mortale. Noi mortali neghiamo questa sintesi "in quanto signato", nessuno direbbe mai che la legna è cenere, ma se pensiamo al divenire della legna in cenere, "in quanto exercito" non diciamo semplicemente che la "cenere è", ma diciamo che quella legna là è diventata (è) questa cenere qua, poi non ci interroghiamo su questo divenire altro della legna e della cenere stessa, anzi lo nascondiamo, altrimenti si mostrerebbe la follia di questo pensiero.

ID41916 - 21/02/2014 12:40:19 - (Leretico) - l'individualità perduta

La discussione dovrebbe essere fatta a livello dell'individuo, perché se la facciamo a livello della coscienza, ossia dell'apparire trascendentale, allora li tutto sembra funzionare logicamente. Se l'eterno individuo che è in vita, nello scomparire, perde o non perde la vita. Se scomparire signignificasse perdere la vita allora, a cosa serve sapere che l'eterno che prima appariva adesso scompare? A nulla. La metto in un altro modo: se morire fosse solo uno scomparire senza sapere esattamente cosa ne sia della vita, allora che differenza ci sarebbe tra morte e scomparsa? Nessuna. Allora, dal punto di vista dell'individuo la sua eternità che compare e poi scompare, la differenza di cui sopra non gli fa cambiare l'angoscia. Il suo non poter altro che essere un "volente" lo condanna all'angoscia e a dolore eterno. Possiamo uscire da questo meccanismo? No, perché sarebbe di nuovo un volere impossibile. Cosa allora deve fare l'uomo?

ID41917 - 21/02/2014 12:50:26 - (Leretico) - L'alleanza e il massimamente etico

Deve allearsi con il Dio? Ossia deve allearsi con chi gli garantisce la potenza massima? E visto che gli immutabili come Dio sono morti non gli rimane che allearsi con la Tecnica, l'unica che gli può garantire il massimo dell'eticità. Se quindi l'uomo non può che volere allora è massimamente etico se si allea con il massimo della potenza, anche se questa potenza travolge alcune vite per poter esprimersi. Non ti sembra allora che in un discorso del genere l'alleanza distrugga la vita dell'individuo? Se la vita in quanto appare può essere sacrificata in nome del massino della potenza, come può essere etico tutto questo? Certamente è potenza ma non è massimo di eticità perché prescinde dall'individuo.

ID41918 - 21/02/2014 12:54:06 - (Leretico) - Anassimandro

Se Anassimandro già aveva intercettato il discorso dell'infinito dolore, dell'infinito a cui il finito per giustizia deve ritornare, aveva anche capito che è l'uomo in quanto individuo che si trova di fronte a questo mirabile e orribile significato. Dove e come scompare l'individuo? Abbiamo dunque risposto a questa domanda fondamentale, oppure ci siamo girati attorno?

ID41920 - 21/02/2014 13:04:30 - (Dru) - Se l'eterno individuo che è in vita, nello scomparire, perde la vita.

È nuovamente discorso nichilista poichè la Vita non è l'Individuo Empirico che vive e l'Individuo Empirico che muore. Vivere e Morire sono due eterni.Vivere, Morire e Individuo Empirico sono tre eterni. "L'eterno individuo", come lo chiami tu, l'unica cosa che non può è diventare altro da sé.Dici da nichilista " cosa ne sia della vita", ma della vita ne è la vita mentre tu nichilista (noi nichilisti) dici "che ne sia", nascondendo, ma nemmeno troppo, che possa non essere, che esista un tempo in cui non sia.

ID41923 - 21/02/2014 13:20:01 - (Dru) - Bene Leretico hai visto il senso per cui la filosofia nasce grande

Anassimandro è ciò che scriverà lo Hegel sulla dialettica. Nella dialettica hegeliana la determinazione finita è già, come tale contraddizione. "Tutte le cose sono in se stesse contraddittorie". Ma tutto ciò che é contraddittorio ("contraddicentesi in se stesso") è il "finito" ( logica II), cioè il "manchevole" (logica III): manchevole di tutto ciò che è altro da esso, ossia del suo "negativo". Ciò che produce l'angoscia è proprio questo "cominciamento" del divenire: poiché l'essenza del finito è di "togliere se stesso" (Enciclopedia par. 81).

ID41926 - 21/02/2014 13:51:03 - (Dru) - L'infinito, l'Apeiron..,

..il tutto, la coscienza trascendentale, lo spirito assoluto è l'Apparire. Con il che l'infinito in cui le parti che "ingiustamente" ( che si mostra senza autorità. "Che" sono le parti, "mostra" è l'apparire dell'apparire, autorità è l'apparire) configgono e gli configgono e "giustamente" (che si mostra con autorità) gli convengono.

ID41927 - 21/02/2014 14:29:40 - (Dru) - Giustizia o ciò che si mostra con autorità.

Ma se l'Autorità manca ? Se manca il criterio "la verità", che Mostra ciò che è giusto ( cioè ciò che si mostra con autorità) Perché non uccidere ?

ID41928 - 21/02/2014 14:47:16 - (Dru) - La verità(come stanno le cose) non esiste, dice il materialista smentendo il materialismo stesso.

La verità non esiste significa ( essere, essenza, è) ogni criterio che limita la potenza non esiste : esso, il cominciamento, lo smembramento del divino o del tutto non esiste è solo limite alla potenza, è limite all'incominciamento che deve divenire il risultato.Ogni limite, ogni finito, non è in quanto tale non perché, come presuppone Hegel, diventa il tutto mancante, ma perché, come pensato é niente, se il divenire altro da sé vuole esistere.

ID41931 - 21/02/2014 15:31:14 - (Dru) - Ogni criterio che limita la potenza non esiste

Significa (essere,essenza,è)che le cose stanno diventando altro da sé e ogni episteme o verità che le vuole limitare, ogni potenza, teoria, sapere che non è "vera potenza, che la "vera" potenza è appunto il diventare altro delle cose, non esiste, questo e il significato ( essere, essenza, è) del concetto "Dio è morto".

ID41932 - 21/02/2014 15:36:43 - (Dru) - Ma la "vera" potenza in quanto tale non è verità ?

Ma la "vera" potenza dovrebbe farvi scorgere comunque l'apparire. Senza apparire ogni discorso non esiste, nemmeno quello sulla "vera" potenza o come il pensiero analitico o la scienza moderna vedono il mondo delle cose che non hanno verità.

Aggiungi commento:

Vedi anche
13/08/2012 14:00

Il problema della verità Nella dettagliata riflessione del giovane filosofo saretino la filosofia a spiegarsi come disciplina che mette in relazione diversi punti di vista e chiave d'interpretazione sulla via di una verit che non possiede ma si manifesta nei rapporti

04/06/2012 07:30

La fecondità del paradosso L'approfondimento di questa settimana fa perno sul concetto di paradosso e sulle potenzialit che da esso si dispiegano, sfruttando come esempio il parallelo tra filosofia e pittura

23/04/2016 15:29

Il voodoo di Pitagora Tra le tante domande di varia natura che affliggono la filosofia, una su tutte è degna di particolare interesse – e cioè questa: che cos'è la filosofia?

15/03/2024 07:14

Scuola di filosofia... filosofia a scuola Col professor Luciano Pace, abbiamo dialogato di filosofia: dalla scuola filosofica con più di cento iscritti invidiata anche all’università di Urbino ad un blog di riferimento per la didattica della IRC

28/11/2012 10:00

Ancora sul concetto di 'verità' La lunga dissertazione di questa settimana chiarisce alcuni punti del precedente articolo, tornando a sviscerare il concetto di 'verit' anche in relazione alla violenta trappola della soggettivit e all'uso che se ne fa con una mediocre filosofia




Altre da Terza Pagina
26/03/2024

Musicisti per un giorno

In occasione della Giornata del Riciclo i bambini della Scuola primaria di Sopraponte e la Banda “Nestore Baronchelli” si sono esibiti insieme in un piccolo concerto

22/03/2024

In memoria dello storico Franco Bianchini

Originario di Condino, aveva pubblicato numerose ricerche storiche e trascritto centinaia di pergamene conservate negli archivi giudicariesi e sabbini. E' scomparso qualche giorno fa

21/03/2024

Tre film nel weekend a Vestone e Agnosine

Dal fortunatissimo “film della Cortellesi” per la rassegna “Soggetto donna”, passando per “Emma e il giaguaro nero fino ad uno speciale dedicato a “Io capitano”. Buona visione!

21/03/2024

«Eterni Ribelli», la memoria e il coraggio degli avi

Questo sabato, 23 marzo, a Prevalle la presentazione del libro di Stefano Aluisoni. Un tributo alla vita straordinaria di un volontario bresciano che ha lasciato un'impronta indelebile in tre continenti

18/03/2024

Viaggio nel tempo con Bergson, Einstein e Joyce

Filosofia, fisica e letteratura: tre mondi apparentemente lontani e inconciliabili con un'idea in comune, quella della relatività del tempo. Ne parlerà Francesco Filippini questa domenica, 24 marzo, a Vestone

15/03/2024

Bontempi, giovane cantautore bresciano al Salòttino

Questa domenica, 17 marzo, l'ultimo appuntamento con le Domeniche Musicali dell'associazione culturale di Salò. In primavera arriveranno delle novità

15/03/2024

Scuola di filosofia... filosofia a scuola

Col professor Luciano Pace, abbiamo dialogato di filosofia: dalla scuola filosofica con più di cento iscritti invidiata anche all’università di Urbino ad un blog di riferimento per la didattica della IRC

14/03/2024

Cinema e rassegne, la programmazione a Vestone e Agnosine

Al Nuovo Cinema Futurismo di Vestone il secondo mercoledì d'autore e una commedia per “Soggetto donna”. La Sala della Comunità di Agnosine riapre i battenti la prossima settimana

13/03/2024

Effimeri sussurri artistici

L’espressione contemporanea della libertà creativa

12/03/2024

Un presidente valsabbino per l'Ateneo di Salò

In studio con Andrea Crescini, già sindaco di Mura e fresco di nomina nel ruolo di presidente del prestigioso ente culturale salodiano che nel 2024 compie 460 anni