Uccise col Defender

L’incidente avvenne a poche decine di metri dalla rotonda “del Pozzo”, fra Roè Volciano e Salò.
La nonnina era uscita di casa lì vicino, dove abitava con una figlia, dicendo che sarebbe andata a cambiare una banconota da 50 euro al bar.
A mezzogiorno però non aveva ancora fatto ritorno e i familiari, impensieriti la stavano cercando.

A scorgere il corpo della povera vecchietta nel fossato fra le sterpaglie, un vicino di casa che subito ha dato l’allarme.
In un primo momento si è pensato ad un malore. Sul posto il 118 ha inviato i volontari dell'Anc da Roè Volciano e l'auto infermierizzata dall'ospedale di Gavardo, ma per la nonnina non c'era ormai più nulla da fare. Al medico giunto sul posto da Gargnano non è rimasto che constatarne l'avvenuto decesso. 

Poi, evidenti ed inequivocabili, i segni del forte urto che deve aver fatto sbalzare la poveretta fuori strada, uccidendola sul colpo.
Della vicenda si sono occupati subito i carabinieri di Salò che dai rimasugli di uno specchietto retrovisore e dall’esame di alcune telecamere, insieme ai colleghi del reparto scientifico del Comando di Brescia, sono riusciti a risalire al modello e al colore del fuoristrada che l’aveva investita.
Lo stesso che poi si sarebbe allontanato senza prestarle soccorso.

Ci vollero un paio di giorni perché gli investigatori stringessero il cerchio attorno al giovane bresciano, che venne arrestato con l´accusa di omicidio colposo e omissione di soccorso.

Marco F. ha sempre sostenuto di essere stato colto da un colpo di sonno e di non essersi accorto di aver investito una persona. Ha ammesso di aver udito l’urto e di essersi fermato per controllare, ma di aver creduto in un impatto contro il guardrail e per questo aveva proseguito tranquillo il suo viaggio.

Dopo la convalida dell’arresto venne scarcerato in attesa del processo, che si è concluso in questi giorni.
Oltre all’anno di reclusione, che non sconterà perché incensurato, a Marco F. è stata vietata la guida per 22 mesi.

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