13 Settembre 2013, 07.21
Terza pagina

Il cacciatore cieco

di LoStraniero

Ognuno di noi, nel corso della vita, prende decisioni. E' costretto a prendere decisioni. Anche il decidere di non decidere è una decisione


Queste decisioni determinano il nostro futuro: roseo se le decisioni sono azzeccate, grigio o nefasto se sono sbagliate.
Per prendere le decisioni giuste bisognerebbe prevedere il futuro.
 
Sulla capacità dell’essere umano, delle organizzazioni e dei governi di prevedere il futuro vi faccio un piccolo elenco.
- Agli inizi del ‘900 c’era la diffusa convinzione che la pace in Europa sarebbe durata a lungo con previsioni rosee di prosperità e benessere, ma nel 1914 scoppiò a sorpresa la Prima guerra mondiale che trascinò nella tragedia milioni di uomini.
- Negli anni ’30, solo qualcuno, peraltro inascoltato, aveva previsto la pazzia e l’aggressività di massa dei nazisti tedeschi.
- Nel ’45 nessuno avrebbe previsto la ripresa economica del Giappone, annientato dalla Seconda guerra mondiale. In pochi anni questo paese è diventato una grande potenza industriale capace di superare in molti settori gli Stati Uniti e l’Europa.
 
- Il Club di Roma, formato da scienziati e intellettuali, aveva previsto nel 1972, che per la fine del ‘900 si sarebbe verificata una catastrofe alimentare e sociale di portata mondiale. La catastrofe non c’è stata.
- Prima degli anni ’80 nessuno aveva previsto la nascita e la diffusione del Personal Computer che ha stravolto il mondo del lavoro.
- Nessuno aveva previsto la caduta del muro di Berlino del 1989.
- Nessuno aveva previsto il fenomeno Internet.
 
- Il Governo degli Stati Uniti, nonostante le ingenti somme investite per lo spionaggio e il controspionaggio, non è stato in grado di prevedere gli attacchi terroristici alle torri gemelle del settembre 2001.
- Diversi studi hanno dimostrato che la maggior parte delle previsioni di borsa sono sbagliate.
- Pochissimi hanno previsto il crollo del sistema finanziario provocato dalla crisi dei mutui subprime americani del 2008, ma non sono stati ascoltati.
 
- Chi poteva prevedere l’elezione di un presidente di colore negli Stati Uniti?
- Quando ci si sposa, ci si promette reciprocamente unione e fedeltà per tutta la vita, ma molti matrimoni falliscono prima.
La metà delle coppie sposate fallisce le previsioni sul proprio futuro.

Questo elenco dimostra che l’uomo non sa fare previsioni, ma pur essendo incapace di prevedere il futuro deve comunque prendere decisioni in merito al suo futuro.
L’imprevedibilità dei sistemi in cui viviamo è una caratteristica della natura e non può essere superata dall’uomo.
 
Di fronte a tale costatazione come si comporta l’uomo?
Si comporta come un cacciatore cieco che spara a casaccio.
Manca completamente i cambiamenti storici. Sovrastima tendenze che si rivelano mode effimere e passeggere.
Si affida spesso a maghi e ciarlatani. In Italia operano circa 22000 “maghi†con un volume d’affari annuo stimato intorno a cinque miliardi di euro.
 
L’incapacità di prevedere determina incertezza.
“L’unica certezza è che nulla è certo†diceva Plinio il Vecchio.
L’incertezza esiste e non farà che aumentare, perché la realtà di questo mondo è sempre più complessa. A maggiore complessità corrisponde maggiore incertezza.
 
Nel campo aziendale, per esempio, una vittima della tendenza alla maggiore complessità è stata il budget che si è rivelato un processo molto costoso, ma ormai inutile perché già sorpassato nel momento della sua pubblicazione.
Si va affermando una nuova filosofia che tiene conto dell’incertezza e della dinamica dei mercati e che si chiama Beyond Budgeting.
La realtà che viviamo produce quindi sempre più incertezza e di questo non ci dobbiamo meravigliare perché è un fatto naturale.
 
E allora noi miseri, cosa possiamo fare?
Noi dobbiamo imparare a navigare nell’incertezza, a decidere nell’incertezza sia per le cose piccole, sia per le questioni importanti quali la nostra famiglia, la nostra carriera professionale, la gestione delle nostre aziende pubbliche e private, il governo della nazione.
Non siamo però condannati a dover prevedere ciò che non si può prevedere.
 
L’imprevedibile non è prevedibile.
Sparare a casaccio tuttavia non è l’unica possibilità che ci resta.
Sotto l’apparente diversità dei sistemi sociali, politici, tecnologici, ecologici, economici, aziendali agiscono meccanismi e logiche universali.
Stiamo incominciando a capire questi meccanismi e queste logiche da cui possiamo trarre preziose indicazioni per decidere nell’incertezza.
Parlare di queste indicazioni richiede un trattato e non è questa la sede, ma mi riprometto, se d’interesse, di dedicare in futuro, articoli ad alcune specifiche indicazioni.
 
LoStraniero
 


Commenti:
ID35871 - 13/09/2013 08:12:07 - (bob63) - quando l'incertezza e' un arma

L'impossibilita' di prevedere e/o indirizzare il nostro futuro a mio parere e' causato dalla conseguenza di fattori quasi sempre economici, l'elenco dei fatti da te' esposti ne sono la prova, ogni guerra e' causata da forti interessi, petrolio, armi, territorio, ogni crisi e' causata per gli stessi motivi, bolle speculative, interessi piu' o meno sporchi di multinazionali e banche d'affari, interessi di partito o casta, inefficienza, incapacita', tutte cose che decidono le sorti delle economie, e di conseguenza questi interessi quasi sempre privati prevaricano le scelte di ogni singolo, anzi di intere categorie, sappiamo che nonostante la crisi globale, la ricchezza di alcuni e' aumentata in maniera esponenziale a discapito della maggioranza dell'umanita', finche questa tendenza / sistema non verra' in qualche modo interrotta saremo sempre nell' impossibilita di prevedere l'imprevedibile e di conseguenza indirizzare le nostre scelte, attenzione l'incertezza e' il pilastro del

ID35872 - 13/09/2013 08:12:40 - (bob63) - segue

potere.

ID35875 - 13/09/2013 09:35:35 - (sonia.c) - il potere conviene ai potenti,la democrezia no.

il caos grande alleato del peggio .e ormai ce lo dicono in faccia! vedi :cina. è anche la solita forma di persuasione occulta:di una bugia tante volte fino a che diventa una verità. ..la strada della libertà è lunga e piena di INCERTEZZE perchè deve affidarsi alla coscienza del singolo..e quando mai l'uomo prende decisioni veramente ponderateo si pone le domande che veramente gli servono,tipo:che stò facendo? ho valutato bene ecc,? come ha detto bene Lostraniero:sono sempre pochi,quelli che vedono. e guarda caso ,vedono giusto..

ID35886 - 13/09/2013 13:13:31 - (Dru) - Caro Lostraniero

Intanto debbo rimproverarti per l'immagine che accompagna il tuo pezzo, ma altrettanto congratularmi per l'intelligenza che lo stesso esprime. La certezza (o incertezza) è l'espressione massima della volontà di potenza: io voglio e dunque sono.Questo mio volere mi dice che posso sulle cose volute (senso del dominio o potenza), ma lo stesso volere mi mette in guardia sul contenuto dell'oggetto posseduto o che tale è creduto da me che voglio su di esso (senso di impotenza sul voluto). Volere le cose significa credere che di quelle cose, che il volente vuole, non esistano nella condizione voluta (altrimenti perché il volerle) e che sono dal volente suscitate e create come le vuole (senso dell'ottenuto).L'incertezza o certezza derivano dal senso del volere qualche cosa che al dunque è impossibile ottenere. Se potessimo davvero ottenere le cose perché il volerle ? Se concepiamo che solo

ID35887 - 13/09/2013 13:18:32 - (Dru) -

volendo le cose allora le otteniamo , significa pensare che siamo noi il demiurgo delle cose che otteniamo e al dunque il mondo lo creiamo noi, così come i suoi oggetti e che quindi la realtà esiste, è, per volontà o nostra o di un Dio. Se altrimenti pensiamo che le cose non vengano dal nulla suscitate da una forza ( volontà di potenza o volontà di Dio), allora le cose che ci circondano sono eterne e la volontà è solo un credere di potere sulle cose e che come tale è una fede o un creduto tale che dell'impossibile si voglia il possibile o dell'innegabile si voglia negarlo, allora dela certezza è la verità e non l'incertezza.

ID35888 - 13/09/2013 13:28:01 - (Dru) - Il cacciatore allora...

è sul senso che diamo della cosa che deve interrogarsi se vuole comprendere il significato della stessa, questo senso se è il divenire altro di ciò che è, espressione di quel senso della cosa che va dalla preistoria del pensiero fin giù alle più radicali e concrete scoperte scientifiche, passando per quell'inaudita e prima inascoltata sensibilità per il vero che è della filosofia, allora è persuaso di poter ottenerle, ma per questo motivo è il massimo della violenza, la violenza che vuole l'impossibile come possibile (questo come l'altro), se invece il senso è dell'apparire dell'essere sé dell'essente e del suo non esser l'altro, allora è il destino della necessità, o verità.

ID35889 - 13/09/2013 13:34:56 - (Dru) - Il cacciatore quindi

finirà di cacciare e quindi di avere un senso come cacciatore, quando vedrà smettere di passare gli uccelli, o considererà che oltre le cose in divenire, oltre c'è il cielo. Non smetterà di vivere.Il cielo dietro le cose divenienti non glielo impedirà, gli impedirà questa fissità di essere un cacciatore ma non di essere un uomo.

ID35890 - 13/09/2013 13:38:52 - (Dru) - Questo è il cacciatore.

“Se la violenza è la volontà che vuole l'impossibile, e se la volontà è essenzialmente un volere che qualcosa divenga altro da sé, allora - poiché il diventare altro da sé è qualcosa di impossibile (giacché l'impossibile è innanzitutto l'essere altro da sé) - la volontà è, in quanto tale, il volere l'impossibile, e cioè la volontà è, in quanto tale, violenza. La devastazione dell'uomo e della terra è la forma visibile della violenza; la carità, l'amore, la tolleranza sono forme nascoste della violenza."

ID35891 - 13/09/2013 13:50:15 - (Dru) - per approfondire consiglio due letture specifiche che ho pubblicato qui.

"Tecnica 4.1" e "chi picchia ama?" e anche le altre che hanno tutte un filo conduttore con questo argomento.

ID35892 - 13/09/2013 13:56:56 - (Aldo Vaglia) -

Il cervello e' strutturato per predire il futuro basandosi sul passato. Questo funziona finche' non interviene un elemento casuale. Per ovviare a questo limite alcune discipline si affidano all'intelligenza artificiale. Gia' la fantascienza con la 'psicostoria di Asimov' aveva anticipato le previsioni sociopolitiche di una discliplina chiamata: 'cliodinamica'. Staremo a vedere. Nel frattempo un mio amico che gioca in borsa cosi' mi illustra il suo procedere: 'guardo come chiude Wall Street come apre Tokyo leggo tutti i Report e poi chiedo alla maga Nina che con pendolo e lucertola sbaglia quanto tutti i guru del pianeta.

ID35895 - 13/09/2013 14:24:39 - (LoStraniero) - per bob63

Certo che la tua tesi è singolare. Sostieni che alcuni utilizzano l'incertezza per agevolare i loro affari. Questo però presuppone che esiste una corrispondenza tra l'incertezza generale e la certezza di questi alcuni. Tesi ardita ma poco credibile perché l'incertezza deriva dalla complessità del mondo ed è una sua conseguenza naturale. Tutti coloro che hanno a che fare con sistemi complessi vivono nell'incertezza.

ID35896 - 13/09/2013 14:27:33 - (steve) - bell'articolo..

complimenti LoStraniero!! (ti consiglio, se hai tempo, di leggere "il cigno nero" saggio di Nassim Nicholas!!)nessuno al mondo sa prevedere il futuro; tutte le dichiarazioni dei nostri politici/imprenditori/bancari di una certa importanza sociale si rivelano poi sbagliate!!(a wall street ogni anno una scimmia sceglie le azioni in modo casuale e il rendimento a fine anno è migliore di tutti i consulenti/guru finanziari che scelgono in modo "razionale"!) neanche i sistemi intelligenti artificiali sono in grado di prevedere il futuro, perchè nonostante si basinino su dati storici, la storia si ripete sì, ma non si ripete in modo uguale, quindi va bene analizzare il passato, ma le variabili umane, psicologiche sociali mutano in continuazione!! detto ciò;si può comunque GESTIRE L'INCERTEZZA: in finanza x esempio si gestisce col controllo del rischio, questo non significa che non si perda. ma almeno puoi decidere di fermarti quando perdi un certo

ID35897 - 13/09/2013 14:29:03 - (steve) -

ammontare da te determinato! quindi nell'incertezza diciamo che tu sei l'artefice(hai il controllo) delle tue decisioni!!!

ID35898 - 13/09/2013 14:36:58 - (LoStraniero) - per sonia

Ciao sonia. Il mio articolo vuole solo dire che è inutile fare esercizio di previsione quando ci si imbatte in problemi complessi. Chi lo fa si comporta come un cacciatore che spara a casaccio. Ma questa non è l'unica alternativa perché tutti i sistemi complessi di questo mondo, da quello politico a quello economico e a quello biologico, hanno dei fattori comuni. La conoscenza di questi fattori ci può fornire indicazioni utili per orientarci nelle scelte.

ID35899 - 13/09/2013 14:46:41 - (LoStraniero) - per Dru

Ciao Dru. Non credevo che il mio articolo suscitasse la tua ampia dissertazione. Ma tu sei difficile per me. Tu trovi sempre il modo per farci filosofia, ma l'unico punto che presta il fianco all'aspetto filosofico è quello relativo alla Beyond Budgeting.

ID35900 - 13/09/2013 14:48:32 - (Dru) - direi piuttosto

che è quello che mi è interessato di più per ciò che concerne la mia attività ;-)

ID35901 - 13/09/2013 14:57:41 - (LoStraniero) - per Aldo Vaglia

Ciao Aldo. Quello che dici tu sulle previsioni basate sull'analisi del passato può valere per alcuni problemi non complessi, ma quando si ha a che fare con la complessità bisogna assolutamente cambiare registro. Penso che il termine complesso venga equivocato, cioè non inteso nella sua giusta accezione. Viene preso come sinonimo di complicato. Invece è tutta un'altra cosa. Ti assicuro che il sistema complesso è un mostro di cui nessuno riesce e prevedere il comportamento.

ID35902 - 13/09/2013 15:03:44 - (LoStraniero) - per steve

Grazie steve. Complimenti a te. Hai centrato in pieno il problema. Riveli una competenza in queste problematiche. Il libro che mi consigli lo conosco, comunque grazie per il suggerimento.

ID35904 - 13/09/2013 15:28:12 - (Dru) - a Bob63 e a Aldo ma a tutti

prevedere l'imprevedibile è impossibile cioè è contraddizione e il suo contenuto contraddittorio, se è imprevisto come il prevederlo? ma questo è appunto il carattere di ogni volontà, volere significa trarre le cose a sé perché di quelle è lo squartamento, farle diventare altro appunto da sé per essere in nostro dominio, e questo per ogni previsione, che è l’azione dovuta al nostro decidere o delibera per ottenere. Al fondamento di questo pensare è il concetto di libertà delle cose o enti di poter oscillare dall’essere al nulla. Decidere appunto significa decadere o cadere cioè il cadere del verbo dalla cosa o sulla cosa, cadere ma da dove o per dove ? appunto dal nulla o per il nulla che la cosa è quando è e non è (l’essere qui cade appunto nel nulla)quando non è , ma una cosa che è quando non è è contraddizione.

ID35905 - 13/09/2013 15:31:00 - (Dru) - ma una cosa che non è è contraddizione

quindi è contraddizione, perché una cosa è immediatamente e non può allora non essere.

ID35906 - 13/09/2013 15:32:54 - (Dru) -

L’uomo cammina , fin tanto che il verbo esprime l’azione del camminare quell’uomo è camminante, poi il “ è camminante” cade nel nulla e l’uomo è seduto . Voglio l'amata significa "voglio possedere l'amante", voglio una pizza significa "voglio mangiare una pizza", voglio quel bicchiere là qui significa appunto portare quel bicchiere che era là adesso qui, ma intanto quel bicchiere che era là dove è finito e quel bicchiere qui, in questo qui che non c’era, da dove viene ? ogni volere è cercare di ottenere il voluto che come tale si deve disporre ad essere ottenuto. Noi, quando dicessimo “voglio la luna” passeremmo per dei matti, il grado di incertezza di questa nostra disposizione farebbe risultare, alla luce degli altri, impossibile la realizzazione, mentre se opponessimo a chi dicesse “voglio mangiare questa mela che tengo in mano” che il suo volere è

ID35907 - 13/09/2013 15:37:46 - (Dru) -

è impossibile, di chi negasse questa volontà come di qualcosa che non è realizzabile,anche di questo crederemmo che è un matto, ma se le cose sono l’ente in quanto ente e non in quanto ente e il suo altro , e ogni cosa è quello che è e non il suo altro, allora la volontà o è infine ciò che di quello che vogliamo otteniamo e allora otterremmo sempre il divenire altro delle cose, otterremmo l'impossibile, o è quello che ciò che di quello che vogliamo non otteniamo e allora le cose si manterrebbero nel loro stato eternamente e non può essere e l’un e l’altra cosa assieme, ma appaiono come e l'un e l'altra cosa assieme unite.Quindi, rispondendo anche indirettamente alla questione posta da Aldo, ogni guru che si rispetti è un matto o cacciatore di cose che per loro natura sono incatturabili.

ID35908 - 13/09/2013 16:13:56 - (sonia.c) - grazie alla pazienza dello straniero che gentilmente mi insegna..

si ! .. la complessità del mondo..non sempre si può risolvere ma, conoscere aiuta molto..perlomeno a non aggiungere errore a errore che di solito aumenta solo,,il caos.. ( se dico corbellerie non problem ..corrigeretemi.baci.)

ID35912 - 13/09/2013 19:09:35 - (PETER72) -

Va bene che nulla e' certo, ma non vorrete farmi credere l'estremo opposto che bisogna vivere alla giornata. Avete forse mai sentito la parola "equilibrio"? Mantenersi in equilibrio corrisponde da sempre a un difficile esercizio da eseguire. Comunque bell'articolo

ID35913 - 13/09/2013 19:35:41 - (ROBIN) -

NON ABBIAMO MODO DI CONOSCERE QUELLO CHE C'è STATO RISERVATO NEL FUTURO; POSSIAMO SOLO USARE LE INFORMAZIONI CHE ABBIAMO PER PRENDERE LA MIGLIORE DECISIONE POSSIBILE. GOOD LUCK!! :)

ID35914 - 13/09/2013 20:28:43 - (Aldo Vaglia) - Complicato e complesso non sono sinonimi

Ciao LoStraniero. Il mio commento si divide in due parti la prima puo' riguardare il complicato, la seconda il complesso. L'uomo e' fatto per predire il futuro anche se complicato. Il complicato ha sempre una soluzione. La seconda parte riguarda la 'borsa' le variabili sono imprevedibili difficili da governare impossibili da intuire. Percio' complesse.

ID35916 - 14/09/2013 07:57:28 - (Comunista) -

La previsione del futuro nelle sfere in cui le nostre azioni non hanno alcun peso rimangono semplici scommesse contro qualcosa che qualcuno chiama fato, qualcuno destino...io le chiamo azioni e volontà degli altri. Quando la previsione ricade invece nelle sfere di nostra competenza tutto diviene una scienza certa. Spendiamo sempre troppo tempo a prevedere gli andamenti dell'economia e non ci ricordiamo di investire tempo per diventare persone migliori!

ID35917 - 14/09/2013 08:29:56 - (LoStraniero) - per PETER72

Equilibrio va bene, è consigliabile sempre, ma in merito al nostro discorso non saprei quanto c'entri. Ti faccio un esempio. Il papà di John Kennedy fece la fortuna della famiglia perché previde l’abolizione del proibizionismo. Riempì in Europa, in grande quantità magazzini di bevande alcoliche che trasferì in America subito dopo l'abolizione del divieto legale alla produzione a allo spaccio di liquori, imposta dal neo-presidente Franklin Delano Roosevelt. Qui l'equilibrio non c'entra.

ID35918 - 14/09/2013 08:41:47 - (Dru) - C'è chi afferma che sono fuori tema come se si potesse davvero essere fuori dal tema!

La convinzione di incidere sull'essente implica la persuasione che l'essente in quanto essente è niente, lo scricchiolio concettuale si riferisce al concetto di "volontà", o potenza, la quale crede di essere principio che trasforma le cose in altre cose, giacchè essere principio di un'azione futura significa appunto trasformare il presente nel futuro, significa trasformare il contenuto del presente in un "altro" contenuto che adesso noi consideriamo come il contenuto futuro. Questo vuol dire che non può esistere alcuna potenza, poichè pensare la potenza in quanto tale, la potenza, implica la persuasione che l'essente sia nulla. Questo significa essere allora nelle braccia dell'impotenza? Ma certamente no, perchė coloro che si sentono impotenti, e sono i più tanti, sono coloro che si rammaricano di non avere quella forma di potenza che vedono realizzata in altri, in Dio

ID35919 - 14/09/2013 08:42:58 - (Dru) -

Posso sentirmi impotente di fronte ad un altro perché vedo si in lui la capacità di trasformare le cose capacità che io sento di non avere, quindi il concetto di impotenza ė essenzialmente legato a quello di potenza, la stessa follia lega i due concetti, la follia di credere che le cose siano nulla e quindi la persuasione di poter incidere su di esse. Nel De interpretazione di Aristotele si dice che è veduto che il principio degli essenti futuri è dato dal deliberare e dalle azioni. Certamente per agire dobbiamo essere convinti, dobbiamo aver fede di essere il principio che produce le cose future, ma questa fede è soltanto tale , è fede, non è il veduto, il visibile. Ciò che nel discorso aristotelico passa come il visibile, "è veduto", l'essere principio non è qualche cosa di veduto ma qualche cosa di creduto, è aver fede.

ID35920 - 14/09/2013 08:43:52 - (Dru) -

Non c'è quindi una deliberazione a cui faccia seguito un'azione, ma che il volere, non essendo potenza ma fede in quella, consiste nella fede di poter trasformare le cose del mondo, il volere è fede di essere principio delle cose future. Allora dico a chi mi ha accusato di essere fuori tema che il cacciatore "cieco", così mirabilmente descritto dallo straniero, è sul concetto di volontà che deve essere "veduto", se quello, il cacciatore, crede appunto, per volontà, di essere capace di predire il futuro, questa è la capacità che da Aristotele a Hegel si definisce della volontà o forza o potenza di deliberare delle cose che volute saranno il nostro presente, predizione appunto. Tale capacità, che non è potenza ma è fede, fede e credere che certamente ci inducono ad agire, agire che non sarebbe possibile senza questo credere,

ID35921 - 14/09/2013 08:44:13 - (Dru) -

non muoveremmo un dito senza questa fede, che di esse si può per volontà nostra disporre e incidere non è vera capacità ma solo fede in questa capacità.

ID35922 - 14/09/2013 08:51:09 - (Dru) - Nel sottotitolo di Lostraniero riecheggia la parola "decidere"

Appunto decidere significa incidere... e in cosa "vogliamo" incidere se non negli essenti ( cose passate presenti e anche future)?

ID35927 - 14/09/2013 14:17:54 - (sonia.c) - anche il non decidere ..è una decisione..

che a volte "incide" molto ,sopratutto sul futuro..non è sempre negativa per carità!alle volte è un gesto di umiltà e di fiducia nel tempo e nell'imprevisto positivo..ma come dice bene lostraniero ,la conoscenza di certi fattori può aiutarci a capire se siamo umilmente fiduciosi..o se stiamo facendo gli struzzi...

ID35928 - 14/09/2013 14:21:08 - (sonia.c) - e quindi quoto..

l'ultima frase di cominista..ciao, anche l'ultima del sior dru..

ID35929 - 14/09/2013 14:26:14 - (ROBIN) -

siccome le nostre previsioni saranno errate, suggerisco di non fare promesse a nessuno(nemmeno a se stessi) :) perche si sa, difficilmente saranno mantenute, nonostante i buoni propositi!!!(il futuro è incerto, possiamo fare progetti, ma se domani capita un terremoto, fine progetti!!!)vi lascio infine, con delle parole di Jobs x dare senso alla vostra vita: "Certamente all'epoca in cui ero al college era impossibile unire i puntini guardando il futuro. Ma è diventato molto, molto chiaro dieci anni dopo, quando ho potuto guardare all'indietro. Di nuovo, non è possibile unire i puntini guardando avanti; potete solo unirli guardandovi all'indietro".

ID35930 - 14/09/2013 14:54:38 - (Aldo Vaglia) - Il fuori tema

Capire se si e' fuori tema e' molto piu' semplice se si considera il tema come un problema. Deviare dall'argomento e non risolvere il problema significa essere fuori tema. Si puo' concepire la liberta' di uscire dal tema, non si puo' pretendere di essere in tema quando non si danno risposte sull'argomento. Sarebbe come dire: non rispondo a questo problema perche' con gli stessi dati ne posso costruire uno piu' complesso. Si dimostrerebbe la propria capacita' di risolvere i problemi, ma quello posto rimarrebbe senza soluzione

ID35932 - 14/09/2013 15:41:53 - (Dru) - Quale è il tema

Aldo.

ID35934 - 14/09/2013 16:15:57 - (Dru) - Lo dico io

La presunta o vera capacità dell'uomo di predire gli eventi futuri.

ID35935 - 14/09/2013 16:17:55 - (Dru) - Allora le sostanze in gioco sono

Questa capacità, il sondarne gli aspetti e verificarne appunto una verità o altrimenti falsità.

ID35936 - 14/09/2013 16:20:18 - (Dru) - E dall'altro lato

Questi eventi futuri, cosa sono (=significano) per noi e se questo significato comprende la possibilità di un nostro intervento diretto o meno (predizione si predizione no)

ID35937 - 14/09/2013 16:37:26 - (Dru) - Ma, e ora viene il punto...

di tutto questo, la parte fondante è appunto il significato che noi diamo degli eventi futuri, da questo significato deriva ogni nostra considerazione in merito: nel tempo in cui erano gli sciamani e gli oracoli a farne il senso nessuno si immaginava di chiedere ad un medico quando gli fosse passato il mal di denti, oggi che è la scienza lo sciamano di un tempo , nessuno si disporrebbe a chiederlo ad uno sciamano .Forse ora capisci meglio a che livello di profondità il mio argomentare si collocava nel senso di quanto qui si argomenta. La scienza ci risulta più potente di qualsiasi altro antidoto al futuro, gli proietta una luce, sulle cose mondane, che nessun Dio ė capace di fare, ma io dico che è fede e il futuro, di cui quella luce crede di poter vedere, è vero solo nel senso che hanno le cose e non in quello che volontà vorrebbe averle per disporne.

ID35938 - 14/09/2013 16:50:16 - (Dru) - Il cacciatore quindi..

che si disponesse a determinare il proprio futuro, poggiando le proprie speranze sulla scienza e sulla tecnica, credendo di raggiungere il paradiso in terra, si ingannerebbe, e fonderebbe il suo inferno, perché è nel senso delle cose stesse che ogni volontà è vera impotenza se la potenza è l'espressione di una volontà su di esse: la volontà (tecnica scienza) vuole l'impossibile esser altro di ogni cosa, come l'esser niente appunto.

ID35950 - 14/09/2013 21:43:29 - (sonia.c) - sul fuori tema..

sono campionessa assoluta . mi merito l'"ig-nobel"..ihih

ID35956 - 15/09/2013 08:49:40 - (Dru) - Il problema moderno

Nasce sulle ceneri dell'ipotesi, l'ipotesi del pensiero di fronte all'oggetto osservato dice , si quell'oggetto (= reale)potrebbe significare quello che di quell'oggetto dico (=intelletto) ma l'apertura alla problematizione è dato da quel "potrebbe" ( il potere o volontà anche qui è l'espressione della persuasione) e apre, incide sull'inflessibile, per definirne l'aspetto o forma del flessibile, il possibile appunto. Ogni problema è abitualmente affrontato dall'uomo in base a strutture o tesi che vanno postulate e infine dimostrabili, attraverso la loro soluzione, vanno appunto ad incidere sul problema dato che ci porta un risultato. Risolvere un problema è ancora in questo approccio che risulta davvero un "risolto", il "risolto" è su queste basi che si fonda, cioè sulle basi di una struttura (ipotesi, principi, postulati, problematizzazione, risultati), ma è così ?

ID35957 - 15/09/2013 09:22:11 - (Dru) - Ho detto appunto "potrebbe"

e questi solidi principi nascondono i problemi che nel novecento grandi pensatori, come Goedel , hanno mostrato di questo procedere che da Cartesio in poi hanno dato le basi e la solidità al nostro sistema di pensiero, il pensiero scientifico moderno appunto. Semplicemente, per non risultare sempre prolisso, questi signori hanno fatto filosofia(=logica) sul linguaggio moderno e sue strutture, il linguaggio della scienza: quei principi o tesi, i postulati appunto, su cui ogni problema nella scienza poggiava e veniva risolto, quella struttura non garantisce la veridicità del risultato per loro intrinseca inconsistenza.Inconsistenza significa che lo sviluppo completo di quel sistema strutturato sui postulati produce "necessariamente" la contraddizione conducendo questo sistema ad essere incoerente, i suoi principi così sviluppati portano a contraddizione , da qui il famoso teorema di Goedel sull'incompletezza dell'aritmetica.

ID35959 - 15/09/2013 09:33:41 - (Dru) - In soldoni

Goedel dimostrò che l'aritmetica stessa risulta incompleta: vi sono dunque delle realtà vere ma non dimostrabili. Questo per sgonfiare la presunta consistenza di ogni "risultato" ( come quello che viene invocato da Aldo) che viene portato a termine dai diversi linguaggi. Credere che uno può averlo , credere che un uomo e il suo linguaggio possa portare ai risultati sperati è ancora nichilismo, è credere nell'impossibile, è credere appunto nella contraddizione, ma la contraddizione l'uomo l'ha sempre ritenuta il luogo dei matti. Infatti nel suo sviluppo medioevale il principio di non contraddizione, che è invece il fondamento, dice : in un sistema di logica dicotomica in cui sia vera una affermazione ed anche la sua negazione, è vera qualsiasi affermazione. Tale assunzione è solitamente citata nella letteratura latina come "ex falso quodlibet", e come principio di esplosione nella logica moderna. Ogni matto ne è

ID35960 - 15/09/2013 09:34:04 - (Dru) -

dotato.

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