Il potere delle erbe

 

Siamo sempre più lontani dal percepire le vibrazioni che ci arrivano dalle piante, le riteniamo ingannevoli ma loro si vestono di forme e colori che invogliano l’impollinazione e lo strascico della loro possibile eternità.

Non è questo che muove anche noi umani?

E’ così facile rimanere incerti di fronte a un fungo, ad uno stelo ad un petalo, poi si mette di mezzo la sapienza del vicino che indica sapori da ricette prelibate, le novità dei fiori mangiati rende divertente persino comporre una originale insalata.

Più guardo le piante e più sento il sacro che le alimenta, esiste un tempo certo della raccolta, l’osservazione della loro maturazione, il posto che occupano in ombra o nel pieno sole, quali insetti le corteggiano, quali animali cercano il loro effluvio.

E comunque temo di sbagliarmi, mi sono avvicinata all’omeopatia proprio per vivere lo spirito dell’insondabile nulla terapeutico che studia come un tralcio si aggrappa ad un sostegno, come un bocciolo chiude i suoi petali,quali terreni preferisce il seme nuovo.

Una fonte inesauribile di osservazione che ha scomposto le pagine di ciò che è buono o cattivo e ha riconosciuto l’infinita varietà del nostro genere che in tempi diversi si lega nel destino comune.

E’ una vincita uscire da una malattia? Una fortuna? Un giusto lottare?

Lo chiedo al basilico, alla menta piperita e alla salvia del giardino, non mi rispondono, ma se l’innaffio mi fanno sentire il loro profumo.


 

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