La strada dei sogni

L’“Ammodernamento della Sp IV fra Tormini e Barghe” e l’“Ammodernamento e riqualificazione della SS 237 nel tratto Barghe-Storo” è un sogno che gli amministratori (e i cittadini) della Valle Sabbia inseguono fin dagli anni ’60 del secolo scorso.
E’ stata a lungo un’illusione che si è poi concretizzata negli anni successivi in una serie di progetti sempre più dettagliati che sono diventati più o meno “esecutivi” negli anni fra il 1990 ed il 1992 con il Centro Studi Progetti di Verona.

Pianificazioni che sono state messe in pratica solo in parte e con estrema fatica. Infilata la Valle Sabbia “storica” con lo svincolo detto “della fibbia”, quello che permette di smistare il traffico da Brescia verso l’Alto ed il Basso Garda e fino a Pompegnino di Vobarno, restava l’obiettivo di rendere l’impluvio del Chiese via privilegiata per le Giudicarie e quindi l’intero Trentino.
I primi progetti riguardavano la Sp IV: il primo lotto da Vobarno a Sabbio ed il secondo lotto da Sabbio a Ponte Re di Barghe, appaltati dall’Ente Strade rispettivamente nel febbraio e nel marzo del 1992.

L’altro interessava la 237 del Caffaro fino al confine col Trentino, con Regione Lombardia, Comuni interessati e Comunità montana che ebbero modo di esprimere i loro pareri ed inviarli alla Provincia che si era presa la briga di fare da capofila nella progettazione, prima della fine del ’92.
Interventi sulla 237 poi non se ne fecero: bloccato l’iter dal ministro Ronchey perchè ritenuto poco rispettoso dell’ambiente, quella strada rimane tutt’ora materia onirica e si prevedono una serie di aggiustamenti qua e là sulla vecchia 237 per mitigare i disagi del traffico divenuto insostenibile: l’allargamento della “stretta” e la rotonda di Nozza sono quasi realtà, una sorta di “circonvallazione” di Lavenone è invece ancora tutta da studiare.

Solo l’anno scorso, alla fine di marzo, dopo tredici anni d’attesa “conditi” da perizie, ricorsi ed estenuanti rinvii, è stato aperto il tratto da Sabbio Chiese a Ponte Re di Barghe: 4 chilometri e mezzo dei quali 1,6 in galleria che hanno il merito di aver tolto il traffico pesante ai centri abitati di Sabbio Chiese e di Barghe, ma sono anche gli unici fino a questo momento.
L’attesa per la riapertura del cantiere sul “lotto 1” fra Pompegnino di Vobarno e Sabbio è invece decennale: si tratta di sette chilometri e mezzo dei quali 2,5 in galleria, appaltati nel 1992 ad un’associazione di imprese che dopo alcuni anni ha pensato bene di mollare tutto. “Praticamente è già fatta quella strada, mancano solo le rifiniture” è il ritornello degli ultimi anni.

Ripassando le cifre impegnate qualche cosa però non torna: nel 1992 l’importo a base d’asta per l’intera opera (assegnata con un ribasso del 33%) era di 51 miliardi di lire, ora ci vogliono più di 30 milioni di euro solo per finirla. Soprattutto non "tornano" gli eccessi trionfalistici degli Amministratori (di ogni colore) quando annunciano ogni passetto fatti in avanti nella direzione di una soluzione. Qualunque cosa riescano ad ottenere, va detto, arriva sempre in terribile ritardo.

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