Valsabbina, impieghi in crescita

Ci sono due ritornelli che i vertici della Banca Valsabbina, con giustificato orgoglio, ripetono in questi giorni: l’istituto di credito ha incrementato i prestiti in un anno in cui il sistema bancario ha tirato il freno; nello stesso tempo, la banca ha superato con successo, e senza alcuna sanzione, un’ispezione della Banca d’Italia effettuata negli ultimi mesi del 2012.

Il bilancio dello scorso esercizio si è chiuso con un utile netto di 3 milioni di euro (in calo dell’11,7% rispetto ai 3,44milionidel2011). La banca, in realtà, archiviò l’anno precedente con un guadagno netto di 7 milioni. Il calo sarebbe quindi molto consistente, ma da gennaio 2012 è operativa a livello fiscale la fusione per incorporazione con il Credito Veronese.
Il dato dell’utile 2011 (3,44 milioni) si ricava quindi integrando i risultati delle due società,per rendere confrontabili i numeri del 2012 con quelli dell’anno precedente.
La contrazione del margine netto deriva principalmente dalla maggiore incidenza delle rettifiche di valore su crediti (paria 56,6 milioni contro i 30,6 del 2011).

Seguendo una politica di vicinanza alle famiglie e alle imprese, la banca guidata dal presidente Ezio Soardi e dal direttore generale Spartaco Gafforini ha incrementato gli impieghi a quota 3 miliardi (+3,4%). Tuttavia, il peso della crisi si fa sentire: i crediti deteriorati netti incidono per l’11,8% sul totale (9% nel 2011), mentre il rapporto sofferenze nette/impieghi è del 4,7% (3,5% nell’anno precedente). Particolarmente positiva la crescita della raccolta diretta (+9,6% a 3,13 miliardi); aumenta anche l’indiretta (1,07 miliardi). La raccolta complessiva è così di 4,21 miliardi (+7,7%). Tiene il margine di interesse (nonostante il contesto complesso) a 66,4 milioni, mentre le commissioni nette scendono del 6,4% a 23,2 milioni. Risultano infine in crescita i costi operativi (+5,8% a 54,1 milioni) a causa degli oneri post fusione e dell’operazione di cartolarizzazione di mutui ipotecari residenziali. Il patrimonio netto ammontaa383milioni, mentre largamente superiori alla media di sistema si confermano i coefficienti patrimoniali: Core Tier 1 13,1% e Total Capital Ratio 14,1%. I conti correnti Sono aumentati di 2.700unità (500 relativi all’area veronese), mentre i soci sono ora 36.877 (34.171 a fine 2011). Nelle 61 filiali dellabancalavorano463 dipendenti (di cui 42 ex Credito Veronese).

Il cda ha deliberato la distribuzione di un dividendo di 0,27 euro per azione (in calo rispetto ai 40 cent dello scorso anno), corrisposto attraverso l’assegnazione di azioni della banca.
L’appuntamento con i soci è stato fissato per sabato 20 aprile, quando il Palabrescia ospiterà l’assemblea. All’ordine del giorno vi sarà anche l’allargamento del consiglio di amministrazione (da 9 a 11 componenti, per far posto alla componente veronese) e la nomina di cinque consiglieri (i due nuovi più tre in luogo di altrettanti in scadenza).
I vertici della banca stanno predisponendo un piano industriale triennale, per proseguire la crescita senza smarrire la vocazione originaria.
 

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