25 Febbraio 2013, 12.00
Serle
Enti

Cariadeghe

di dal Giornale di Brescia

A settembre chiuderà i battenti il consorzio per la gestione dell'Altopiano serlese, vittima della crisi e del conseguente, radicale taglio di strutture periferiche. I soldi della Comunità montana promessi e mai arrivati

 
A Serle la notizia è stata accolta con disappunto e preoccupazione. «Si tratta di una decisione che siamo costretti a subire - dichiara il sindaco Gianluigi Zanola - e che avrà purtroppo serie conseguenze sul futuro dell’altopiano e sullo sviluppo delle iniziative di promozione turistica».
Il «Consorzio per la gestione del monumento naturale di Cariadeghe», costituito con la partecipazione paritaria del Comune e della Comunità montana di Valle Sabbia, aveva sempre potuto contare su contributi regionali e della stessa Comunità, mentre il Municipio metteva a disposizione i locali della sede.
 
Poi, lo scorso anno, il «disimpegno» delle autorità di valle, che cancellavano il contributo «nonostante - stigmatizzano a Serle - i loro rappresentanti, con delibera dell’assemblea del Consorzio, avessero determinato l’entità del trasferimento per l’esercizio 2012».
Un disimpegno confermato anche per il 2013, ad anticipare, di fatto, la chiusura, a settembre.
 
E adesso?
Il presidente del Consorzio, Moreno Bodei, allarga le braccia. «Ora tutto il peso della gestione - spiega - ricadrà sulle spalle del Comune con le difficoltà che è facile immaginare. E pensare che negli ultimi anni eravamo riusciti a creare un efficiente gruppo di lavoro, che aveva promosso e portato a termine tanti progetti significativi. Il Consorzio aveva ottenuto il finanziamento di quasi il 100%delle richieste presentate in bandi in "concorrenza" con le altre aree naturali protette della Lombardia».
 
Tra i progetti sovvenzionati (da Regione, Provincia e Fondazione Cariplo), per un importo totale di quasi 400mila euro, da ricordare quelli per il recupero di prati e castagneti e quelli per la realizzazione del piano di gestione e del vano tecnico della «Casina del Comune»; senza dimenticarne altri tre, che ora rischiano di non venire attuati.
 
«La prima - ricorda Bodei - prevede il ripristino e la valorizzazione di un’antica strada, probabilmente di età napoleonica, che attraversa l’intera riserva; la seconda, la sistemazione di alcuni "büs del làt", cavità tipiche di Cariadeghe, e del sentiero che li raccorda; la terza, il recupero di una quindicina di pozze di abbeverata, accompagnato dal monitoraggio della piccola fauna. Tutti progetti già in parte finanziati, ma che potrebbero non decollare».

Enrico Giustacchini dal Giornale di Brescia
 


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