23 Febbraio 2013, 10.49
Idro Bagolino Anfo Lavenone Valsabbia
Eridio

Questa non è la sintesi della realtà

Il Comitato che ha oerganizzato il presidio che da quasi tre mesi attivo "24h" alla Pieve di Idro, dice la sua in merito ad un'articolo apparso sul Gdb e da noi riportato su queste pagine


Il più è fatto, il confronto anche acceso con tutti gli interlocutori non mancherà, ma non ci si può fermare: ne va della sicurezza delle 250mila persone che vivono nel bacino sublacuale del Chiese.
Queste righe sono la chiusura dell’articolo di A. Carini, tratto dal Giornale di Brescia del 17 febbraio 2013, intitolato “Serve la firma dei ministri” e riportato poi anche su questo sito.
 
A nome del Presidio 1 dicembre 2012, ove i presidianti si alternano da ormai  quasi 3 mesi ininterrottamente, alla Pieve di Idro, con 8 turni quotidiani  di 3 ore ciascuno, esprimiamo il grave disappunto nel leggere tale sintesi dell’attuale situazione in merito alla questione lago d’Idro.
Noi scriventi abbiamo un diverso concetto sia dell’informazione – che abbiamo trovato ahimè incompleta – sia del civile e democratico confronto in merito a opere altamente invasive su un territorio: davvero ci si confronta “dopo” aver cominciato i lavori?? Egregio Direttore, Le chiediamo spazio per completare l’informazione.
 
E’ in corso da anni da parte nostra e di due dei tre comuni lombardi rivieraschi un’accesa “richiesta” di confronto, peraltro mai accolta dalle istituzioni competenti, Regione Lombardia in primis.
Queste opere s’hanno da “imporre”, questa è la modalità in corso, con il pretesto della sicurezza. Pretesto, sì, chiaramente un pretesto sfruttato ad arte per realizzare una regola del lago d’Idro che diversamente, con le attuali norme ambientali e idrauliche, non sarebbe più attuabile: ci riferiamo all’escursione verticale di 3,25 metri, chiodo fisso di utilizzatori idroelettrici, irrigui e di Regione Lombardia fin dal 2002, escursione resa fisicamente impossibile dalla normativa del 2008 sul Deflusso Minimo Vitale.
 
Tuttavia l’Italia, ormai ne siamo tutti consci, vive succube del motto “fatta la legge trovato l’inganno”.
Dal momento che non si può più far scendere il lago al di sotto di quota 367,20 m utilizzando la galleria come si è fatto per decenni poiché mancherebbe il deflusso di acqua nel Chiese, si decide di abbassare l’alveo del fiume e si dichiara che questo sia un intervento di sicurezza.
 
Sicurezza? In realtà se si scava l’alveo si rischia di far franare la paleofrana!
Per la sicurezza non si dovrebbe affatto fare, ma questo è il solo modo di abbassare il lago mantenendo il Deflusso Minimo Vitale, ovvero è il solo modo per ottenere l’escursione “chiodo fisso” di 3,25 m.
E verso l’alto: come si fa ad arrivare a 370 m, quota necessaria per avere 3,25 m? Si può arrivare a riempire un lago fino all’orlo (370 m appunto) nel mese delle piogge primaverili? E’ sicurezza? Certo che no, nessun ingegnere idraulico con senno lo consentirebbe.
 
A meno che non si facesse una galleria di scarico (fa niente se oltretutto scavata in formazioni geologiche non stabili?) capace di svasare il lago in modo repentino, sparando niente meno che 300 metri cubi di acqua al secondo nel Chiese a valle del lago.
Una simile portata riversata sui comuni sub lacuali è gravemente pericolosa! Per la sicurezza non si dovrebbe certo fare, ma questo è il solo modo per poter raggiungere quota massima 370 m e quindi ottenere i 3,25 m di utilizzo idroelettrico ed irriguo.

Quello che noi proponiamo è di avere sì una escursione per gli utilizzi, non l’abbiamo mai negata purché compatibile con l’ambiente, ma affinché questa escursione non metta in pericolo il territorio è indispensabile 1) non scavare l’alveo del fiume e 2) non riempire il lago al limite dell’allagamento.
Ciò porta direttamente ad una regola compatibile con l’ambiente, dato che persino la ditta incaricata del progetto conferma che i 3,25 m sono una escursione a “danno ambientale elevato”.

Stabiliamo la regola compatibile con tutte le esigenze prima delle opere.
Se le opere fossero di “sola messa in sicurezza” noi non avremmo mai chiesto ciò, non siamo né incoscienti né egoisti.
Ma non sono opere di messa in sicurezza del territorio: sono opere per garantire 3,25 m di escursione, che portano con sé gravissimi rischi per la sicurezza sia del lago, sia dei comuni sub lacuali.
 
Il più è fatto, il confronto anche acceso con tutti gli interlocutori non mancherà, ma non ci si può fermare: ne va della sicurezza delle 250mila persone che vivono nel bacino sublacuale del Chiese.”: questa non è la sintesi della realtà.

Il Comitato organizzativo del Presidio 1 dicembre 2012
Gianluca Bordiga, Aldo Armani, Franco Rovatti, Elena Bini, Raffaella Pelizzari
 


Commenti:
ID28861 - 23/02/2013 11:13:36 - (maurizio) - Dov'è il pericolo...

E' vero riempire al massimo il lago è un pericolo, scavare ai piedi della frana è un pericolo che serve solo allo spreco della risorsa acqua e non la miglioramento della qualità per un futuro balneabile.Ma il pericolo sta a valle non per esondazioni ma per criticità idrauliche nella portata del fiume a monte abbiamo tre grandi serbatoi idrici che laminano le piene abbiamo una galleria che bypassa la paleofrana che da sola è stata in grado per anni di mettere in asciuttoil fiume dirottando tutta l'acqua in entrata. Ma se dobbiamo rilasciare nel fiume chiese preventivamente serve una stazione meteo sofisticata che non c'è serve un asta del fiume in grado di reggere la portata eccezionale dell'evento di piena mica possiamo tenercelo tutto noi il diluvio universale.

ID28881 - 23/02/2013 22:38:17 - (Capitano) - E infatti sarebbe opportuno che..

si organizzassero a valle del lago.. senza pianificazione a valle, i comuni rivieraschi rischiano di essere la vittima sacrificale in caso di piena..

ID28890 - 24/02/2013 09:18:33 - (maurizio) - concordo

Noi non possiamo creare grandi capacità di invaso nel lago, oltre che per un agricoltura che usa sempre meno terreni, solo perchè il fiume già con una pioggia normale ha dei problemi di esondazione. Questo perchè il lago che è già in salute precaria e non può sopportare grandi escursioni nella gestione ordinaria che impediscono il suo risanamento. Caoa prevista dopo le opere con il regolamento provvisorio del 2002. pertanto è sull'asta del fiume chiese che va costruita la SICUREZZA come abbiamo visto a gavardo in tempi recenti invece di trattenere a monte delle bombe d'acqua.La propria sicurezza non va costruita solo in casa d'altri...

ID28896 - 24/02/2013 10:42:17 - (Giacomino) - Un discorso che una volta nemmeno si affrontava

quello di pensare a dei sistemi di protezione dei paesi dopo il lago. Infatti, quando il lago é pieno e non può più contenere altra acqua non c'é più niente che la può fermare. Opportune e pertinenti le osservazioni che precedono.

ID28908 - 24/02/2013 21:41:35 - (blurex) - QUALE SICUREZZA?

Il termine SICUREZZA non è mai stato tanto abusato, travisato e adibito a pretesto come in questa storia. Mettere in sicurezza una cosa significa mettere quella cosa in condizioni di non arrecare danno a persone e cose; e da questo concetto non può prescindere alcun progetto, anche se ciò costa qualche KWH in meno o qualche turista in meno o qualche Ton di mais in meno. Non credo sia possibile elaborare un piano di sicurezza del Chiese senza considerare il fiume in tutto il suo percorso dalla sorgente alla foce e la gestione di tutti i suoi bacini e questo mi pare complicato visto che c'è un ente (AIPO) competente solo da Ponte Caffaro in giù. L'idea poi di costringere la bassa valle a fare le barricate per non annegare solo perchè qualcuno tira su e giù i livello del lago come se fosse un paio di braghe di uno con la dissenteria mi sembra quantomeno strana, oltre che complessa e costosa.

ID28912 - 25/02/2013 08:51:20 - (Leretico) - Il concetto di sicurezza

Dato che la sicurezza è un concetto che si riferisce ad una condizione oggettiva (non soggettiva), non capisco come si possa andare avanti a discutere per anni. Gli abitanti a sud del lago rischiano? Si risponda prima a questa domanda. Se la risposta è sì, si facciano delle opere perché questo rischio sia ridotto o eliminato. Qui assistiamo quasi giornalmente alla illogica affermazione che chi vuole la sicurezza vuole il male del lago. Cosa falsa. Si vuole convincere la gente che le opere sono un imbroglio che nasconde gli interessi di chi vuole il lago come una vasca da bagno. Quindi la sicurezza sarebbe un pretesto. Mi ricordo dell'alluvione del 1981 e non c'è bisogno che la si provi un'altra volta. Quindi si ponga mano alla sicurezza con delle opere adeguate e, visto che si parla di vite umane, anche sovradimensionate se è necessario. Per fare questo bisogna slegare il concetto di sicurezza da

ID28913 - 25/02/2013 08:54:12 - (maurizio) - Altre soluzioni

Magari basta fare dei bacini dove far confluire parte della piena che possano servire poi per l'irrigazione e bisogna smetterla di restringere il fiume come si è fatto fino ad ora e poi pretendere da altri la propria SICUREZZA.

ID28914 - 25/02/2013 08:56:14 - (maurizio) - altre soluzioni

Tenere il lago um metro e mezzo sotto la soglia massima come regola per avere più spazio di riempimento in caso di emergenza.

ID28915 - 25/02/2013 08:58:03 - (maurizio) - altre soluzioni

Realizzare una stazione meteo tecnologica e dedicata che ci permetta previsioni reali a breve per fare i rilasci di acqua per tempo senza esondare il fiume.

ID28917 - 25/02/2013 09:09:09 - (Leretico) - continua

quello della regolazione del lago. Al primo si risponde con delle opere al secondo con una regola politica. Mischiare i due piani significa mistificare la realtà. E' un peccato perché in questo modo si cerca di tutelare il lago sulla pelle di altri cittadini, cosa veramente ingiusta ed egoista. Il lago merita di essere tutelato e la battaglia per la sua difesa è sacrosanta, ma non in questo modo. I ricatti fatti sulla salute di altri cittadini che hanno la sfortuna di essere a valle del lago sono veramente poco nobili e portano alla contrapposizione perpetua soprattutto perché significano non considerare il bene dell'altro ma solo il proprio. Di questa scelta i movimenti e i loro capi sono responsabili e nel caso di alluvione saranno non solo moralmente ma anche materialmente responsabili di ogni danno a persone o cose che dovesse accadere. È meglio che queste persone così appassionate facciano anche questo esame nella loro coscienza, se ne

ID28918 - 25/02/2013 09:11:06 - (Leretico) - continua

hanno ancora una.

ID28919 - 25/02/2013 09:18:07 - (maurizio) - preconcetti

Vedi nella tua foga preconcetta non ti sei accorto che non ho usato una parola contro le opere... non camminare ad occhi chiusi

ID28920 - 25/02/2013 11:11:37 - (Leretico) - Nessuna foga e nessun preconcetto

Mi scusi maurizio, il mio intervento non si riferiva alle sue parole ma alla posizione che si evince dall'articolo. Comunque non mi sembra di avere preconcetti ma di argomentare logicamente le mie posizioni. Avere preconcetti significa non analizzare la situazione da tutti i punti di vista ma partire dalla propria idea e arrivare con un bel salto alla conclusione senza preoccuparsi del valore di ciò che sta in mezzo. Mi sa che questo è il costume di altri che io invece critico. La foga non la vedo nelle mie parole, anzi. Forse lei intendeva la determinazione, oppure la ostinazione a fare emergere la contraddizione e l'ideologia dove invece ci vorrebbe la ragione e la ragionevolezza.

ID28921 - 25/02/2013 12:40:12 - (Capitano) - forse.. la domanda corretta dovrebbe essere:

"gli abitanti DEL LAGO ed a sud del lago rischiano?" e da lì partire per trovare la soluzione.. non ci sono distinzioni, nessuno deve rimanere indietro :D

ID28933 - 25/02/2013 22:08:12 - (Elena Bini) - Serve ripetere?

Temo di si, ancora... Sig. Leretico, che cosa significa riempire un lago al limite dell allagamento nella stagione delle piogge? Significa esporre Lavenone, Vestone, Barghe, ecc. ad un rischio pazzesco di Chiese in piena furiosa. Chi a Vestone teme per la propria incolumita e nel contempo chiede a gran voce queste opere non ha capito nulla di questo progetto, e palese. Lei scrive: "Gli abitanti a sud del lago rischiano? Si risponda prima a questa domanda. Se la risposta è sì, si facciano delle opere perché questo rischio sia ridotto o eliminato." Ma lo sta domandando a noi??? Temo le sfugga ancora che a RL non importa affatto della sua sicurezza, il vero obiettivo sono i 3,25. Se lei, vestonese, si sente in pericolo, ha ragione! Posso solo suggerirle di chiedere ai suoi referenti istituzionali di metterla in sicurezza. E invece di offenderci, cerchi finalmente di capire che la nostra protesta e a favore della sicurezza del lago e del Chiese sublacuale, quindi

ID28934 - 25/02/2013 22:10:32 - (Elena Bini) -

anche della sua.

ID28935 - 25/02/2013 22:41:37 - (Capitano) - Lavenone, Vestone e Barghe..

possono dormire sonni tranquilli.. In caso di piena e minaccia agli abitati e alle attività produttive si mettono sotto Idro, Caffaro, Anfo..

ID28939 - 26/02/2013 06:26:14 - (maurizio) - noi lacuali ci bagneremo i piedi nel lago ma..

Ma credo che a Vobarno e Gavardo il fiume Chiese entri nei paesi anche perchè strada facendo il Chiese riceve apporti da affluenti non indifferenti in caso di diluvio.

ID28956 - 26/02/2013 10:59:27 - (Leretico) - Nessuna offesa

Signora Bini, non mi sembra di non offendere nessuno con le mie parole. Faccio critiche alle idee non alle persone. Fare appello alla coscienza dei cittadini non è offendere. Io pongo una questione logica e più volte mi è stato risposto che le mie sono illazioni senza fondamento. Ci tengo al lago come lei, ma non sono disposto a rinunciare alla sicurezza di alcuni per il bene di altri. Tutto qui. Ho più volte scritto che RL non si comporta bene, ma ciò non significa che le impostazioni di base sulla sicurezza non siano valide. Per me la sicurezza viene prima della politica in cui vi dibattete voi. Mischiare i piani del bene e della vita dei cittadini con questioni diverse che dovrebbero e potrebbero invece essere decise politicamente è miope e pericoloso. L'ho affermato e lo ripeto. I miei sono richiami che non dubito lei ignorerà, ma non mi venga a dire che le cose non le avete impostate così perché sono sotto gli occhi

ID28958 - 26/02/2013 11:09:50 - (Leretico) - continua

di tutti. Vorrei aggiungere anche un'altra cosa: il pretendere che le decisioni sui livelli siano legate alle opere di sicurezza è un punto nodale per voi ma irrazionale per me. Non si può chiedere che le opere vengano limitate per ragioni di livello se esse devono rispondere alla sicurezza anche nei casi limite. Non solo la vostra è una richiesta sbagliata ma anche ridicola. Soprattutto è pericolosa perché ignora la possibilità che ci siano, appunto, dei casi limite da gestire. Siccome nei casi limite muoiono anche delle persone, concludo che a voi non interessa che possano morire delle persone. Le opere per la sicurezza devono essere slegate dalle decisioni sui livelli. Queste ultime devono essere prese da tutti i portatori di interessi, compresi i comitati dei cittadini. Prima le opere, però, dopo le decisioni sui livelli. Prima la vita dei cittadini, tutti, poi la politica.

ID28969 - 26/02/2013 12:37:34 - (Elena Bini) - Fare appello

alla coscienza e una cosa, Sig. Leretico, ipotizzare che l interlocutore non ne abbia e ben altra. Ma lei vede solo quel che vuol vedere...., e infatti ancora non ci capisce! Lei scrive "il pretendere che le decisioni sui livelli siano legate alle opere di sicurezza è un punto nodale per voi ma irrazionale per me". Ma lo ha capito o no che questo e un punto nodale per RL? Lei scrive ancora: "Le opere per la sicurezza devono essere slegate dalle decisioni sui livelli." Allora si desti e rivolga questa sua richiesta a RL! Le opere "sulla sicurezza" sono state progettate in modo che la danneggino (!!) proprio per andare a vantaggio dei livelli: la savanella danneggia la sicurezza, serve per 3,25; la galleria danneggia la sicurezza, serve per 3,25. Il progetto e basato sul vincolo imprescindibile di garantire lo svaso di 3,25 per gli utilizzi. Persino la ditta progettista ha dichiarato che la savanella non serve alla sicurezza. Lo ha capito, finalmente, oppure devo ancora

ID28971 - 26/02/2013 12:38:06 - (Elena Bini) -

ripetermi?

ID28980 - 26/02/2013 13:59:11 - (Leretico) - L'interlocutore senza coscienza

Se l'interlocutore pensa di sacrificare la sicurezza altrui a favore dei propri interessi, anche se legittimi, è una persona senza coscienza. Non c'è nessuna offesa in questo, è una considerazione su un atteggiamento o comportamento supportato da un'idea secondo me sbagliata. Le ripeto che le opere devono rispondere ai rischi per la sicurezza. È ovvio che queste incidono sui livelli perché sono i livelli che devono essere gestiti nei casi limite di emergenza. Quello che volete voi è invece essere determinanti sulla questione dei livelli in tempi ordinari. Per questa cosa occorre una decisione politica. Voi volete contare sulle decisioni politiche utilizzando il blocco della opere che invece devono essere fatte solo per la sicurezza. Ecco perché bisogna scindere i due piani. Si facciano le opere adeguate al problema della sicurezza che possano gestire anche situazioni limite con livelli molto alti. Si decidano i livelli ordinari in altra

ID28981 - 26/02/2013 14:12:21 - (Leretico) - continua

sede in cui tutti partecipano. Invece voi mischiate le carte e create confusione sui due piani perché discutendo solo sul piano dei livelli avreste poco potere contrattuale. Avete allora ben pensato di acquisirne sulla pelle di altri cittadini, cosa immorale. Adesso signora Bini gradirei che lei non si ripetesse con i soliti elenchi di richieste, ma che discutesse sulla irrazionalità conclamata di queste sue posizioni, cioè che volesse finalmente scendere da quel piedistallo dove si è messa ed è stata messa dai suoi, per rispondere seriamente a queste obiezioni logiche e razionali. Se non vuole ragionare su questo piano smetta di replicare con i soliti annunci da sacerdote sulla via della Terrasanta. Altrimenti mi tocca ricordarle ancora una volta la fine che fece il mendico chierico dotato di bastone dell'armata Brancaleone.

ID28987 - 26/02/2013 18:25:11 - (Elena Bini) - Mi scopro spesso

a pensar di lei, Sig. Leretico, quel che lei attribuisce a me... curioso, non trova? Noi ci battiamo da anni per avere una nuova regola condivisa. La regola manca da ben 25 anni, il che gia di per se non e normale. RL ha finalmente messo mano alla questione, tuttavia lo ha fatto mischiando regola con sicurezza: ha imposto una regola non condivisa, che per essere attuata va a limitare la sicurezza. Questi sono fatti documentati. Mi dica, sig. Leretico, e informato di cio? Mi e fondamentale sapere se lei e conscio di cio, diversamente mi risulta impossibile continuare con il ragionamento che lei cosi ardentemente sollecita.

ID29076 - 27/02/2013 23:15:15 - (Elena Bini) - Sig. Leretico,

le ho fatto una domanda... Non c e oppure e andato ad informarsi...? Nel secondo caso: bene, era ora. In ogni caso attendo la sua risposta per proseguire con la mia...

ID29185 - 03/03/2013 09:24:59 - (Leretico) - Mi scusi non mi sono sottratto

Signora Bini, non mi sono sottratto, da giorni non avevo più guardato questo articolo. Penso di averle comunque risposto alla lettera che ha recentemente scritto. In ogni caso discutere sul miglioramento delle opere è giusto, perché esse siano un investimento il più possibile rispondente alle aspettative. Bloccarle per altri fini è sbagliato.

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