04 Febbraio 2013, 08.00

La Biblioteca di Babele della politica

di Ziggy

Ho letto da poco un racconto dello scrittore argentino Jorge Luis Borges, uno tra gli intellettuali che piů hanno influito sulla cultura del dopoguerra


Il racconto, che fa parte dell'opera "Finzioni", forse il capolavoro di Borges, si intitola "La Biblioteca di Babele".
Parla di una biblioteca, di forma esagonale, che presenta alcune peculiari caratteristiche: innanzitutto è infinita e immutabile; anzi è immutabile proprio perché è infinita.
Per spiegarmi, cito testualmente dal racconto: "... al loro furore igienico, ascetico, si deve la distruzione di milioni di libri. ... ma chi si dispera per i tesori che la frenesia di coloro distrusse, trascura due fatti evidenti. Primo: la Biblioteca è così enorme che ogni riduzione di origine umana risulta infinitesima.
Secondo: ogni esemplare è unico, insostituibile, ma... restano sempre centinaia di migliaia di facsimili imperfetti, cioè di opere che non differiscono che per una lettera o per una virgola".

Un'altra caratteristica della Biblioteca è che il numero infinito di libri contiene una combinazione di 25 simboli, ossia le 22 lettere dell'alfabeto, il punto, la virgola e lo spazio, che pare essere casuale e indecifrabile; in alcuni libri questo caos è solo minimamente mitigato da qualche frase di senso compiuto.
La teoria dei pensatori che si sono succeduti esplorando la Biblioteca, arriva a dire che tutti i libri contengono tutte le possibili e infinite combinazioni dei 25 simboli, che evidentemente in alcuni libri possono dare combinazioni casuali che siano comprensibili.

All'interno della Biblioteca vi sono i Custodi, che ne hanno in gestione una porzione limitata, nascono, vivono e muoiono nella Biblioteca.
Alla loro morte i Custodi sono gettati in uno dei pozzi di ventilazione della Biblioteca, poiché la "sepoltura sarà l'aria insondabile; il... corpo affonderà lungamente e si corromperà e dissolverà nel vento generato dalla caduta, che è infinita".

Ora, leggendo il racconto mi è sorto un pensiero folle, che propongo al Lettore:
La Biblioteca di Babele, può essere vista come la perfetta metafora della politica italiana?

L'insensatezza, l'infinitĂ  e l'immutabilitĂ  della Biblioteca, la sua apparente inutilitĂ , il suo essere tetragona a qualsiasi tentativo di cambiamento, anche distruttivo, la presenza al suo interno di infiniti cloni egualmente insensati rispetto agli originali.
Caratteristiche queste, che tristemente ritrovo nella nostra politica.
Quando un nuovo soggetto entra nel contesto politico, mi pare che esso acquisisca immediatamente le caratteristiche che giĂ  contraddistinguono gli altri, le caratteristiche surreali della Biblioteca di Babele.

All'interno di questo monolite politico, o appena al di fuori di esso, ci aggiriamo noi, impotenti custodi di una realtĂ  inspiegabile e immutabile che "perdurerĂ : illuminata, solitaria, infinita, perfettamente immobile, armata di volumi preziosi, inutile, incorruttibile, segreta".
 


Commenti:
ID27861 - 04/02/2013 13:03:52 - (Dru) - Il Mondo

Caro Ziggy, qui Borges fa metafisica e ci racconta di come è il mondo delle cose per lui, o questo racconto, senza strutturare un discorso rigoroso ma romanzando, anche in questo modo si può raccontare il mondo delle "cose", in fondo tutti noi abbiamo un racconto di come stanno, ma è un mondo in balia del suo nemico o contrario , sempre prono alle avversità del divenire.Un mondo invece costruito su fondamenta solide, con basi ben impiantate e di "valore" è un mondo che risulterà contraddittorio al divenire e in questo suo altro, stabile sicuro, incontrovertibile, che nessuno e niente può abbattere.

ID27862 - 04/02/2013 14:08:31 - (Aldo Vaglia) -

Non ho letto il racconto di Borges, ma come lo spieghi e' la perfetta metafora del mondo politico, della sua impermeabilita' e imperturbabilita', del suo cinismo, del vivere di vita propria, dell'inglobare tutto come un buco nero, indifferente all'evolversi dell'economia, della societa' della cultura. Non la Polis ma un corpo estraneo. Un vero monolito come tu lo definisci.

ID27866 - 04/02/2013 22:34:07 - (Leretico) - la politica e il senso del Mondo

la biblioteca di Babele è il racconto della complessità del mondo che promana matematicamente dalle lettere dell'alfabeto. La sua finale composizione è una massa di libri che contengono il significato disperso del Mondo. La biblioteca è l'insieme sistemico di ciò che l'uomo può dire del mondo e al suo interno è contenuta ben nascosta una traccia di verità. Traccia di verità per chi la sa individuare all'interno delle permutazioni infinite delle 22 lettere dell'alfabeto. La politica coglie solo la superficie di questo sistema, semplifica. La politica all'esterno della biblioteca racconta di averla capita, spacciandosi per la originale portatrice del suo significato. Noi siamo dentro e abbiamo la possibilità approfondendo (complessificando) di avvicinarci alla verità, mentre ci farebbe comodo abbandonarci alle illusioni della politica che da fuori ci offre solo la leggiadra immagine della superficie.

ID27867 - 04/02/2013 22:35:00 - (Leretico) - continua

Così io la vedrei come metafora al contrario, sempre terribile, ma con qualche speranza per chi cerca di approfondire e di accettare l'impegno di complessificare il proprio pensiero.

ID27868 - 04/02/2013 22:43:14 - (Leretico) - Per Dru

Capisco il senso della parola "Valore" a cui ti riferisci. E capisco anche che ci sia ormai una spiegazione che io ti devo (e che mi solleciti anche in altri articoli) riguardo al mio pensiero su linguaggio, essere e certezza. In questa sede posso accennare al fatto che il racconto di Borges mette in campo lo strumento del linguaggio. Solo ancune parole, nelle infinite permutazioni dell 22 lettere hanno senso. Quali? Possiamo pensare che tali infinite permutazioni corrispondano al continuum infinito dell'essere? Possiamo allora considerare che ciò che ha senso in questo continuum risulta da una scelta fatta con il linguaggio di una parte di questo continuum? Se la risposta è positiva allora dobbiamo anche accettare che non possiamo dire l'essere con il linguaggio. Questo dire sarà sempre non corrispondente. Su questa base cercherò a breve di darti una risposta "fondata", quindi filosofica, sul rapporto tra certezza e Verità.

ID27896 - 05/02/2013 23:28:42 - (Ziggy) - Per Leretico

Caro Leretico, hai reso ancora più "universale" la metafora della biblioteca, accostandola elegantemente alla politica, che ne diventa il vacuo involucro, senza ereditarne il caotico, ma profondo, contenuto.

ID27897 - 06/02/2013 06:35:26 - (Dru) - Caro Leretico

Molto belle le tue parole scritte qui ora, molto belle.Ma ogni lettera ha un suo significato, lo vuoi negare? non puoi, forse ogni lettera non basta per capirci , ma questo non significa che non abbia un significato, come il significato di ogni parola e il significato di ogni frase e il significato di ogni concetto o discorso compiuto... ecco forse è qui il pensiero debole, pensare che la lettera "m" o la parola "poraal" differisca nel significato da tutto quello che ho scritto sopra, e allora insisto perché tu legga il libro IV di Metafisica di Aristotele o il libro V de La Repubblica di Platone per intuire, prima che capire, da dove si origina il malinteso che foraggia il pensiero debole. E' vero che non possiamo dire l'essere con il linguaggio ma infatti "linguaggio" e "essere" sono due determinazioni differenti.Il "linguaggio è una parte di quella contraddizione che ti accenno nella mia, si fa per dire, "Volontà e Certezza".

ID28261 - 15/02/2013 00:53:05 - (Brum Brum) - Non sono un punto semmai una virgola !!!

La cosa terrificante non è la vacuità e l'incomprensibilità di una tale biblioteca quanto la presunzione di chi vuol far credere di capirne il senso. Tra l'altro un senso unico senza possibilità di altre interpretazioni.Il caos interiore di ognuno di noi è così diverso che nulla e' simile se non la consapevolezza della diversità.Chi sta sopra tende a uniformare un pensiero che ha solo la parvenza di libero.Nessuno ci insegna che una tale biblioteca assume per ognuno un significato diverso. Quando sei accolto vieni già indirizzato, schematizzato, uniformato al pensiero che pochi hanno deciso debba essere quello prevalente. Se fossi davvero libera di vagare nella biblioteca dando agli spazi, ai punti e alle virgole il mio personale significato credo sarebbe il paradiso sulla terra. Anche se nessuno probabilmente capirebbe .

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