E' atteso per oggi il rientro in Italia dei 24 volontari del Gruppo Mali-Gavardo partiti a inizio gennaio per un nuovo progetto di solidarietà e costretti a lasciare il paese africano a causa della guerra.
Sono stati invitati a lasciare il paese e a rientrare in Italia i volontari del Gruppo Mali-Gavardo, impegnati dall’inizio di gennaio in Mali, precisamente a Ségou, nel sud del paese, dove dal novembre scorso sono in corso i lavori per il nuovo progetto di solidarietà targato Mali-Gavardo e Cuore Amico.
Nonostante l’intervento francese contro i terroristi islamici sia in corso nel nord del paese, il vescovo di Ségou ha invitato i volontari a lasciare il Mali e a fare rientro in Italia. I 24 italiani, la maggior parte bresciani, di Gavardo e dei paesi vicini, erano partiti per il Mali il 4 gennaio scorso per proseguire i lavori del progetto “Ségou-Mali 13â€. Un primo gruppo di volontari si era recato in novembre nel paese africano per avviare la costruzione del “Villaggio Don Mario Pasiniâ€, il fondatori di Cuore Amico, per ricordare il sacerdote missionario bresciano nel decimo anno della sua scomparsa.
Il progetto prevede, appunto, la costruzione di un villaggio con un orfanotrofio, una scuola materna, un day- hospital, una scuola elementare, una scuola secondaria a indirizzo agrario e scientifico, e un’azienda agricola a scopo didattico. Inoltre una casa per le suore che gestiranno l’orfanotrofio e la scuola materna, una per il custode dell’azienda agricola, e la realizzazione di un centro sportivo.
Un’iniziativa che impegnerà il gruppo fino al 2015, con un cronoprogramma di interventi annuale che per il primo anno prevede la costruzione dell’orfanotrofio e della scuola materna per 300 bambini, 100 dei quali orfani a causa dell’Aids e della malaria.
Il progetto si pone infatti come obiettivo quello di “Vincere l’Aids e la malaria con l’educazioneâ€, visto che in Mali, nonostante l’incidenza di queste epidemie sia inferiore ad altri paesi africani, quando la gente si ammala sono scarse le capacità di cura, così molti adulti muoiono lasciano i bambini orfani.
I volontari bresciani sarebbero dovuti rientrare il 10 febbraio e questa repentina interruzione dei lavori a causa della guerra allungherà , giocoforza, i tempi di realizzazione del progetto.
Anche altre persone del sodalizio, che sarebbero dovute partire in questi giorni per prestare la propria opera in Mali, sono state costrette dagli eventi a rimanere a casa.
“La speranza – riferisce un volontario che è stato in Mali a cavallo del capodanno – è che l’intervento francese, a cui stanno dando manforte anche altri paesi europei, riesca a contrastare l’avanzata dei ribelli che hanno interrotto le trattative con il governo puntando verso la capitale Bamako, scatenando di conseguenza l’intervento francese a sostegno del governo malianoâ€.
L’intervento militare, come riferito dalla stampa, avviene anche (e soprattutto) per difendere l’interesse francese nella loro ex colonia, visto che il nord del paese africano è ricco di petrolio, oro, uranio e gas naturale, giacimenti non ancora sfruttati.
Tre scuole e una casa per le suore Sono già partiti per l'Africa i volontari del gruppo Mali-Gavardo, impegnati a completare per la fine di gennaio quattro strutture del "Villaggio don Mario Pasini" a Ségou, con il progetto Mali 13
Mali-Gavardo, il nuovo villaggio a Ségou entro fine anno A causa del pericolo ebola, alla fine dello scorso anno i volontari del Gruppo Mali-Gavardo non poterono partire. È partito solo un gruppo ridotto fra gennaio e febbraio di quest’anno per proseguire i lavori con l’intenzione di terminarli entro il 2015
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Gli auguri buon anno dall'Africa Ci giungono gli auguri di buon anno dai volontari del Gruppo Mali Gavardo impegnati nella costruzione di un ospedale maternità a Kayes, una cittadina nel nord ovest del paese africano.
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ID27980 - 08/02/2013 00:44:10 - (Tc) - Tc
Lasciatemelo dire,con tutta la stima e rispetto che ho per questi signori volontari a cui un encomio e sempre doveroso,vorrei fare un appunto....tra poco se va avanti cosi ci sara bisogno piu di loro qui che altrove,dove sicuramente non rischiano una pallottola...mi dispiace che sia arrivato a questo pensiero,ma ora come ora un operaio senza lavoro,con figli,affitto,mutuo e debiti non se la passa tanto meglio...e gi si inizia a vederli con gli occhi bassi per prendere un piatto alla caritas....e a mio avviso meglio un piatto pieno che un quaderno e matite...non che in altri stati non ce ne sia bisogno per carita,ma prevedo un terzo mondo anche qui...e i tempi non son molto lontani....se aspettiamo lo stato poi si e gia con un piede nella fossa...scusate la mia visione pessimistica,apocalittica e lo sfogo impulsivo...forse anche troppo,ma sentivo di dirlo....sapendo i pareri contrari che mi tirero appresso...