25 Agosto 2007, 00.00
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Libri

Al servizio dei Lodron

di red.

Nei secoli passati Magasa e le altre sei comunita rurali della Val Vestino furono dominio dei Lodrone, detti anche semplicemente alla trentina: Lodron. In un libro dato alle stampe questa estate, Gianpaolo Zeni ne ripercorre le gesta.

Nei secoli passati Magasa e le altre sei comunita rurali della Val Vestino furono dominio dei Lodrone, detti anche semplicemente alla trentina: Lodron.
Quest' antica, ricca e potente famiglia nobiliare originaria della Valle del Chiese, probabilmente nell'omonimo villaggio, e soggetta alla potestà del principe vescovo di Trento, dettò legge su questo territorio montagnoso ininterrottamente per oltre seicento anni dal 1200 circa fino agli inizi del 1800.

Guerrieri sanguinari e valorosi al soldo ora di Venezia o degli imperatori di Germania, mecenati, ecclesiastici a Trento, Bressanone e Salisburgo, diplomatici presso le corti europee del Sei-Settecento, imparentati con le piu distinte casate del nord Italia e della Germania, si distinsero pure per azioni poco edificanti come tolleranti, a volte favoreggiatori, nel Cinque-Seicento di quell'efferato banditismo imperante nei nostri territori, usurpatori di territori altrui, stupratori di giovani fanciulle, contraffattori di documenti e spietati assassini.

Insediati stabilmente nei palazzi del Caffaro, Bavaria di Lodrone, nei castelli di San Giovanni di Bondone, Santa Barbara di Lodrone e Castel Romano di Pieve di Bono, mantennero un legame molto strerto con la nostra Valle, il feudo piu antico fra quelli posseduti, tanto che negli atti amministrativi e notarili erano soliti chiamarsi: "Signori della Val Vestino".
Il primo documento che comprova l'appartenenza della Valle alla consorteria di Lodrone risale al 4 giugno del 1189 quando a Storo nella chiesa di San Floriano, sette rappresentanti delle piu note famiglie storesi strinsero fra di loro un patto per la divisione consensuale del castello di Lodrone e delle proprietà che Calapino, cavaliere di Lodrone e vassallo della potente famiglia guelfa degli Appiano, possedeva nella Valle di Vestino.

Nei secoli successivi si susseguirono da parte degli avvocati del vescovo di Trento varie investiture di conferma alla casata lodronea per il feudo valvestinese; l’ultima risale al 1396.
Secondo gli storici il vero fondatore della potenza della dinastia fu Paride (1380-1439), detto il Grande, abile e feroce guerriero al soldo di Venezia, i cui due figli Giorgio (1400-1461) e Pietro (+1485), pure condottieri al servizio della Serenissima, nel 1452 furono creati Conti del Sacro Romano Impero.
In quel periodo la Contea di Lodrone comprendeva anche il territorio di Riccomassimo, Darzo e Bondone.

II conte Giorgio, fondatore del ramo di Castel Lodrone, sara il promotore nel 1456 della tentata riconquista armata del villaggio e montagna di Droane appartenente al Comune di Tignale.
II 31 ottobre 1511 nella canonica della chiesa di San Giovanni Battista di Turano, radunati i rappresentanti dei comuni, il conte Bartolomeo presenziava come mediatore alla piu grande spartizione di monti e pascoli mai awenuta prima d'allora.
Nel 1589 in Trento nel palazzo Lodron di via Calepina i conti Geronimo, Ludovico e Paride confermavano gli statuti comunali o Carte da Regola di Magasa, mentre lo statuto di Valle veniva approvato nel 1693 in Villa Lagarina dal conte Carlo Ferdinando (1663-1730), preposito capitolare della cattedrale di Trento e figura eminente della dinastia.
Costui il 28 agosto 1730, pochi mesi prima della sua morte, si recava a Cadria con le autorita locali e della Contea per la determinazione dei confini e dei beni appartenenti al suddetto feudo.

Dal Seicento in poi gli interessi dei discendenti degli antichi Lodrone si spostarono in Val Lagarina, a Trento ma specialmente in Austria e Germania. Nell'ottobre 1750 il conte Nicolò (1711-1791), reggente della giurisdizione, lasciava Innsbruck per visitare la Valle: le comunita spesero ben 49 troni e 8 soldi per i necessari festeggiamenti! II 3 marzo 1793 in Villa Lagarina il conte Domenico Antonio (1728-1806) rinnovava ai comuni per quarant'anni la locazione del Dazio con sede in Turano.
Con l’occupazione napoleonica dell'Italia del 1797 gli ultimi residui feudali furono aboliti e se il Congresso di Vienna del 1815 li ristabili, i Conti rinunceranno definitivamente alla loro giurisdizione il 19 giugno 1826 a favore della subentrata amministrazione austriaca.



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