ottant'anni insieme

Ottant’anni compiuti insieme.
Sono quelli di don Italo Cavagnini, il “prete dei complessi” che per questa sua passione ed impegno si è meritato la cittadinanza onoraria della città di Faenza, e la parrocchia bionese di San Faustino e Giovita.

La simpatica festa si è consumata domenica scorsa 3 settembre, con la partecipazione dei “coscritti” bionesi del ‘26 e quella di un nutrito gruppo di giovani che sono arrivati per l’occasione direttamente dalla cittadina romagnola.

L’ospite d’eccezione è stato manco a dirlo lui: don Italo Cavagnini.
Il prete, bionese di origine, è cittadino onorario di Faenza dal 1996 per la lunga permanenza e per i meriti derivati dall’attività musicale con i ragazzi.

Il suo nome è infatti indissolubilmente legato a quello della musica rock dei giovani faentini degli ultimi decenni, fiorita sotto il suo instancabile impulso.
Inventore del Pavone d’Oro e del Cantagiro per i Comuni del comprensorio faentino, padrino di complessi come “Le Meteore”, gli “Angeli Neri”, “Le Ombre” e tanti altri, ai giovani ha dato tutto fino a rimetterci in soldi e salute:
“Le cose che ho fatto con la musica le poteva fare un matto, oppure uno per guadagnare, o un prete come me per amore dei ragazzi” ha sempre detto lui.

La sua è una storia di quelle che fanno storia.
Don Italo arriva a Faenza all’età di 19 anni, nell’aprile del ’46, per aiutare Secondo Baioni a costruire un ricovero per ragazzi abbandonati.
La loro banca era la provvidenza: “Ci si aiutava a vicenda e passavamo tutto il giorno a cantare. E grazie all’aiuto di tutti abbiamo tolto più di 800 giovani dalla strada e dalla povertà”.

Alcuni dei “suoi ragazzi” domenica scorsa sono arrivati da Faenza, molti in pullman alcuni persino in moto.

Erano presenti infatti 6 gruppi musicali tra cui alcuni musicisti di professione: “Il trio italiano”, gli “Hom”, “Gli Angeli neri”, “Le Meteore” (il tastierista suona anche con gli “Stadio”, “Disco di platino” nel 2002), “Le Comete” e gli “Eucaliptus”.

Gruppi che si sono esibiti dopo il vespro finendo che quasi era mezzanotte.
Con loro, divertendosi come un bambino, ha naturalmente cantato anche il “padrino” ottantenne.

Invia ad un amico Visualizza per la stampa

Vedi anche