Asco Vestone, un buon inizio

ASCO VESTONE - GSO BUFFALORA  3 - 2

Guance Rosse così in campo: Cappa; Garzoni detto polatì, Dusi, Zanoni detto bellavita, Piccinelli R.; Bara, Facchini detto pinscher, Bonomini, Bettazza; Gottardi; Fiori D.;
Entreranno: Sarasini, Bianchi detto panì, Capelli;
All. Morghen

Salutiamo e riprendiamo da dove eravamo rimasti, sperando che il Direttore ci lasci lavorare senza interferenze. Altrimenti ciao di nuovo.
Per l’Asco Vestone è l’anno zero. Dopo l’abbandono di alcuni pezzi grossi che ne hanno fatto la storia (Perotti, Cappa detto brucio, Corsini, Ricci detto gonzo, Cosenza detto cuba che salutiamo con nostalgia), mister Morghen si trova per le mani gente nuova con cui provare a vincere. Sì, dopo due anni di bocconi amari la piazza quest’anno esige qualcosa da mettere in bacheca. Non sarà facile, anche perché dei nuovi arrivi va pesato il carattere in campo, che deve essere da Asco; vuol dire che non basta sapere prendere a calci un pallone, ma bisogna saperlo fare sotto bombardamento. Questo costringerà il mister, almeno per le prime uscite, a fare un turn over indispensabile a capire lo spessore dei nuovi. Ma il rodaggio dovrà essere chirurgico. Un capitano di vascello deve capire subito e precisamente con che uomini andrà per mare.

Cronaca di come è andata

Terza di campionato. Dopo una vittoria e un pareggio, Guance Rosse ospita quei gentiluomini di Buffalora con i quali l’anno scorso si è arrivati alle mani in faccia, sia all’andata che al ritorno.
Il primo quarto d’ora è vergognoso, anche perché i Tromboni in campo sono solo 6. Bettazza cammina col giornale sottobraccio e il ghiacciolo in mano, Garzoni è al capanno ad aspettare la selvaggina, Dusi e Zanoni sono sul divano a guardare la televisione con davanti il loro bel secchio di pop corn, il giovane Cappa scambia l’esordio tra i pali per una visita al museo delle cere. Ovvio, quindi, che si vada subito sullo 0 a 2.
Il primo gol nasce da una sufficienza difensiva del signor Zanoni. Credendo che gli attaccanti ospiti siano dei birilli da bowling, al bel Gianluca viene l’ idea di imbastire una triangolazione al limite della propria area con il compagno di reparto Dusi, ma il passaggio, pericoloso come andar di notte per la Selva Oscura, viene intercettato da un birillo in maglia blu, che va indisturbato a fare gol, fulminando Cappa sul secondo palo.
La seconda ‘pappina’ è frutto di un errore collettivo e arriva da un lancio centrale, l’ennesimo, a eludere un maldestro tentativo da parte del pacchetto arretrato di applicare la tattica del fuorigioco. Detto che in mediana c’è qualcosa che non va in fatto di fare filtro, la coppia di centrali sul divano si fa infilare come niente; il nemico lanciato a rete anticipa il tentativo di recupero di Zanoni, che prova a rimediare al proprio errore di posizione, e di pallonetto scavalca il giovane Cappa, in uscita ritardata, che si era fermato un attimo a guardare la statua di Elvis.
Bene! E ora che quelli là si sono sfogati e pensano di avere già vinto, avanti con la rimonta.
Tornati, se non in 11, almeno in 10, i Tromboni si riorganizzano e sul finire del primo tempo accorciano.
Fiori, gli Dei volendo, riesce a fare una perfetta sponda per l’accorrente Gottardi che di giustezza batte l’estremo ospite dal limite dell’area con un rasoterra preciso come la traiettoria della cometa di Halley. Il gol è fondamentale perché permette ai Tromboni di andare negli spogliatoi con la convinzione, attaccata ai bulloni degli scarpini, di potercela fare.
Secondo tempo.
I Tromboni rientrano in scena. Li contiamo… sono 11. Anche Bettazza, finito il ghiacciolo all’anice e letta la Gazzetta dello Sport, a quanto pare è dei nostri, e sarà anche uno dei migliori nel secondo tempo.
Lancio alla cieca di messère Bonomini a scavalcare l’inguardabile difesa ospite sul quale si avventa, a passo di Furia cavallo dell’west, l’indomabile Fiori che si inventa, seppur sbilanciato, un diagonale di controbalzo che nemmeno da il tempo al portiere di accennare al tuffo. Il gesto tecnico è di quelli che tutti possono pensare, ma che in pochissimi sanno fare. Per chi c’ era, ricorda il 2 a 0 di Tardelli contro i crucchi ai mondiali del 1982. L’inizio con l’immediato pareggio era sperato ma non certo. Adesso quelli di Buffalora, che detto tra parentesi sono una squadra parecchio brutta da vedere, se la fanno addosso. E hanno ragione, perché il 3 a 2 è dietro l’angolo. Calcio di punizione. Gottardi la mette a scavalcare la barriera e in modo che la palla rimbalzi fastidiosamente un metro davanti al portiere, che infatti non la tiene. Bonomini, mediano con la testa da attaccante, ci crede e arriva puntuale per il tap-in. Et voilà, la rimonta perfetta è servita.
Seguono prevedibili manfrine. Gli ospiti, non avendo la minima capacità di arrivare a rete, la buttano sull’offesa personale, come si fa tra i bambini naturalmente stupidi delle scuole medie. È lo sport che gli riesce meglio. Intanto se ne tornano a casa con la gola secca. A bagnarsi il becco con i tre punti sono i Tromboni. Good bye, Buffalora.
Un po’ di necessaria matematica. Sette punti in tre partite non sono male, ma occorre fare più attenzione dietro, cara Guance Rosse. Cinque gol presi in tre uscite sono uno sproposito.
E poi non esaltiamoci troppo per una vittoria ottenuta contro nessuno.

Migliore in campo: Bonomini – voto 7,5. Messère Bonomini garantisce il garantibile. Sufficiente filtro sebbene poco aiutato dal leggerissimo socio di mediana Facchini, per forza di cose più tecnico che incontrista. Buone palle per gli avanti, come l’assist a Fiori per il pareggio. Gol della vittoria, esibendo fiuto da cane da tartufo. E quel brontolare che aiuta a tenere su l’ ambiente quando la partita attraversa lunghe fasi di noia. Vassallo del Savallo.

Salutiamo.

Armando Dell'Oca

In foto Claudio Bonomini

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