12 Ottobre 2012, 08.02
Vestone
Il dopo

Dieci anni fa Renata

di Ubaldo Vallini

Sono trascorsi 10 anni dal barbaro assassinio di Renata Zanetti, uccisa nel suo negozio in via Glisenti a Vestone. Abbiamo parlato col marito Angelo.

 
L'hanno trovata agonizzante in un lago di sangue nel negozietto di abbigliamento che aveva aperto al civico 16 di via Glisenti, a Vestone.
Uccisa con otto coltellate dalla follia di un giovanotto di 23 anni classificato come socialmente pericoloso, ma libero di scorazzare per le vie del paese, di rubacchiare, di intimorire ed aggredire.
 
Così si è spento per sempre il sorriso aperto di Renata Zanetti.
Aveva 42 anni e tre figlioli, il più piccolo ha ora 18 anni. Era il 9 ottobre del 2002.
«Dieci anni, tanto è durato un incubo dal quale io e la mia famiglia non riusciamo ad uscire» ci dice oggi il marito Angelo Berardi, 56 anni, disoccupato in attesa del prepensionamento "con l'amianto".
 
Ci cerca per porci domande che si fa da due lustri e alle quali nessuno è stato in grado di dare risposte convincenti: «Mi chiedo se la legge italiana è dalla parte dei delinquenti o della gente onesta - afferma -. Mia moglie si trovava sul posto di lavoro per dare sostentamento alla famiglia e nulla ha potuto fare per difendersi da quell'individuo che da qualche tempo era in soggiorno obbligato a Vestone e aveva già commesso dei reati, si era già comportato con prepotenza, era una mina vagante e tutti lo sapevano. Perché ha potuto succedere tutto ciò».
 
Che il destino di ciascuno di noi possa essere crudele, tanto crudele, non gli basta.
Nei suoi occhi un misto di rabbia, amarezza e sconforto.
Le mani e le parole tremano mentre ci consegna un plico di documenti: «C'è scritto che non era in grado di intendere e di volere e che per questo è stato assolto. C'è scritto che avrebbe dovuto trascorrere almeno dieci anni in una struttura psichiatrica a Reggio Emilia, quindi adesso è fuori. Non c'è scritto dove si trova, non me l'hanno voluto dire».
 
Forse temono che lei possa andare a cercarlo per conto suo?
«Ma cosa vuole che faccia oramai, a me e ai miei figli Renata non ce la può ridare indietro nessuno».
E poi c'è quella che nella tragedia che sta vivendo Angelo ritiene una beffa: «Siccome quel ragazzo che ha ucciso la mia Renata è stato giudicato incapace di intendere e di volere e per questo assolto è come se l'omicidio non fosse avvenuto. Ne deriva l'impossibilità di ottenere risarcimenti. Nessuno è responsabile della sua pazzia. Non lui, non la sua famiglia, nemmeno i Servizi sociali, la psichiatria, le forze dell'ordine o i giudici che non l'hanno fermato prima... nessuno nessuno».
 
E ancora con le domande: «Vi pare una cosa giusta? Ha distrutto una famiglia macchiandosi di un delitto orrendo e adesso è libero di farlo un'altra volta, senza timore di doverne rispondere, senza la possibilità che possa essere fermato».
 
Dopo lo sfogo quella che gli pare essere una via d'uscita dalla disperazione, almeno per il momento: «Dopo aver scritto più volte a Roma ottenendo invece che rimborsi solo dinieghi, ci sto provando con la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo. Vedremo».
 


Commenti:
ID23721 - 12/10/2012 09:19:29 - (Ernesto) -

a parte lui, io troncherei le gambine ai giudici e avvocati che lo hanno ( assolto e liberato)!dovessero loro provare di persona certi lutti certe perdite di famigliari cari ,e sono sicuro che certe sentenze cambierebbero! un in bocca al lupo ad angelo....anche per l'amianto.

ID23723 - 12/10/2012 10:15:40 - (Leretico) - Un ingiustizia

Se un minorenne provoca dei danni a terzi, i genitori o chi ne detiene la custodia sono chiamati a risponderne. Per analogia dovrebbe valere anche nel caso di cui parliamo. Magicamente però le responsabilità che tutti vedono nel mio esempio, scompaiono nel caso della signora Berardi. Ma quale giustizia c'é in tutto questo? nessuna. Mi ricordo perfettamente cosa successe 10 anni fa. Abitavo di fronte al negozio della signora. Giornalisti e cameramen chiesero di entrare in casa per le riprese, rifiutammo. Interviste al sindaco e insinuazioni sul male sociale che stava vivendo la valle. Oggi scopriamo che il male sociale è nella mente straordinariamente implacabile della giustizia. Il signor Berardi avrebbe il diritto di salire su una gru per protestare di questo diritto ancora una volta infangato, ma non lo fa per dignità. In realtà dovremmo farlo tutti per lui innanzi tutto e anche per noi e per il nostro futuro.

ID23725 - 12/10/2012 10:30:54 - (REBECCA) - REBECCA

LA LEGGE ITALIANA???UNO SKIFO!!!!!!MA PENSATE SOLO A QUEI FIGLI Lì...CRESCERE SENZA UNA MAMMA!!!!TUTTE LE FASI DELLA LORO CRESCITA ...SENZA UNA MAMMA,NEI MOMENTI FELICI,NEI MOMENTI TRISTI......TUTTO CIò CHE COMPORTA L ACCOMPAGNARE UN FIGLIO!!!!!VERGOGNA...!!!!DIFRONTE A QUESTE INGIUSTIZIE......MI VERGOGNO DI ESSERE ITALIANA.AUGURI ANGELO A TE E ATUTTA LA TUA FAMIGLIA.

ID23726 - 12/10/2012 10:39:12 - (UN SORRISO) - CHE SCHIFO

Abbracciando Angelo Berardi a cui v la mia soldariet dico e ridico che un schifo vedere in Italia risposte cos tragicomiche della giustizia italiana nei confronti di una famiglia che ha perso una madre e moglie.Che schifo vedere psichiatri psicologi e assistenti sociali incapaci di fare il loro mestiere che quando succede la tragedia sono come Ponzio Pilato schifosamente pagati con soldi che grondano sangue.Tutto questo uno schifo.Aiguri Angelo per la pensione e speriamo che la Corte Europea per i diritti dell'uomo riconosca i Vostri sacrosanti diritti di figli e marito.Vorrei anche chiedere al Sindaco del Comune di Vestone che si prenda a cuore questo caso e ai Consiglieri regionali Bresciani di formulare una petizione o una interpellanza perch sia riconosciuto il diritto di risarcimento a questo famiglia a cui stato tolto il bene pi grande cio un cuore di MAMMa.Un abbraccio forte

ID23727 - 12/10/2012 11:58:35 - (Super Giovane) -

l'assassino: FABRIZIO MILITELLO nato a Palermo nel 1979 o 1980

ID23728 - 12/10/2012 12:30:33 - (Giachetti) - fonte: Corriere della sera

Lo dice il suo stesso assassino, noto in zona per essere responsabile di piccoli furti, che con naturalezza disarmante ha raccontato: Mi aveva cacciato dal suo negozio. Ci ho pensato un po' di giorni e sono tornato a vendicarmi. E queste sarebbero le parole di uno che non in grado di intendere e volere??? Complimenti ai magistrati e alla Giustizia

ID23730 - 12/10/2012 12:46:32 - (sonia.c) - una persona che risponde cosi..

non è certo normale o equilibrata..anche se apparentemente in grado di "intendere e volere"..in questi casi ,la responsabilità, pesa molto anche su assistenti sociali ,psichiatri e company! la chiusura ( sacrosanta ) dei manicomi, ha lasciato un vuoto e caricato tutto il peso di questi disagi ,sulle famiglie!!!

ID23732 - 12/10/2012 13:49:38 - (Giacomino) - Di fronte a fatti simili

una pena ci deve essere sempre.

ID23737 - 12/10/2012 17:50:33 - (Ernesto) -

con la certezza di chi ha compiuto il fatto,saprei io che pena dargli,.. e di sicuro a costo zero per la collettivita!!!

ID23738 - 12/10/2012 18:18:17 - (Tarzan) - Rabbrividisco con il corriere

Voglio non credere sia semplicemente una sentenza sbagliata.

ID23739 - 12/10/2012 18:21:57 - (Tarzan) - Chiarimento

Non credo sia matto.

ID23740 - 12/10/2012 18:22:55 - (Tarzan) - Chiarimento

Non volevo offendere i matti.

ID23741 - 12/10/2012 18:24:08 - (Tarzan) - Doveroso

L'eterno risposo donale.

ID23746 - 12/10/2012 20:29:27 - (genpep) -

la dimostrazione una volta di più che la maggior parte di psicologi e psichiatri non sono altro che commercianti di chiacchiere e che l'istituto del confino serve solo per esportare la mafia dove non c'era.

ID23748 - 12/10/2012 21:26:15 - (guidoassoni) -

sono stato compagno di scuola di Angelo al quale va la mia solidarieta' e ho conosciuto bene colui che uccise sua moglie. Quando gestivo il negozio di tabacchi veniva tutti i giorni in quanto suo cognato aveva un laboratorio artigianale in affitto a Lavenone. Era un malato psichiatrico, non sapeva leggere ne scrivere pero' aveva una certa proclivita' a delinquere. Un giorno fu colto sul fatto mentre rubava stecche di sigarette, un'altra volta trovando chiuso il negozio di salumeria, ruppe un vetro, rubacchio' qualcosa e si mise ad urlare in piazza che avrebbe ucciso tutti. E' fin troppo evidente la responsabilit da parte degli psichiatri, degli assistenti sociali, degli psicologi e della famiglia.

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