03 Ottobre 2012, 10.00
Terza pagina

Tutto un giramento di cause

di Leretico

Aristotele una mattina di buon ora riusc a raccogliere un pensiero dal frutteto della sua ampia mente e lo volle subito fissare in uno scritto: il rapporto tra causa ed effetto era di tipo lineare...

 
Ma come è possibile? chiedevano i suoi liceali studenti, e Aristotele, con un diavolo per capello, anzi no, con un Ade per capello, perché il diavolo non era stato ancora inventato, si dovette sforzare di identificare ben quattro cause di tipo lineare, da buon genio non si risparmiava mai di fronte ai giovani.
 
Fu così che la causa materiale si trovò insieme alla causa efficiente, ed entrambe unite a quella finale e a quella formale.
Non chiedetemi ora di spiegarvele, non ho lo spazio e le doti faconde del nostro Aristotele, che in fondo era uno che non mollava.
Fu un po' dimenticato per qualche secolo, ma chi non soffre di emarginazione alla sua età.
La sua filosofia ci ha tenuto in scacco per parecchio tempo e sulla questione delle tipologie di causa conta ancora moltissimi fans, da fare invidia a qualsiasi frequentatore di Facebook che ne possieda una pagina.
 
Aristotele è un po' come il prezzemolo, lo trovi ovunque, quindi ho pensato di fargli un piccolo omaggio, in modo che mi lasci continuare senza troppi fastidi e mi permetta di introdurre la scienza cosiddetta classica che, basandosi sul nostro prezzemolo, arrivò ad affermare con assoluta certezza che date le cause si determinano precisamente certi effetti.
 
Siamo nei secoli XVIII e XIX, un epoca di "precisini" come non se n'erano mai visti.
Mi sembra di vedere come se fossero qui davanti a me, i visi colmi di prostrata delusione di quei poveri sfortunati che dovevano sorbirsi Laplace e i suoi demoni.
Dovendo scegliere avrebbero preferito sicuramente i demoni. Non era che a Laplace puzzasse l'alito più di quello dei demoni, noti adoratori di pietanze a forte base di aglio, ma era troppo petulante, fino all'imbarazzo appunto.
Era talmente determinato nel voler "tritare" le avventurose e irriverenti obiezioni del prossimo, che anche Napoleone, nauseato, lo premiò per disperazione.
 
Un giorno quell'impenitente di Hume osò ribellarsi al pensiero demoniaco (non nel senso negativo cristiano, ma nel senso del demone tuttologo dall'alito improponibile di cui sopra) di Laplace, ed entrando a gamba tesa, affermò che causa ed effetto sono collegati, ma non c'è un legame necessario tra loro (post hoc, ergo propter hoc).
 
Questi inglesi, sono i soliti guastafeste.
Ci andava così bene che il mondo fosse regolato in modo deterministico che ci sentimmo defraudati di una sicurezza.
I sofismi sono un pane molto dolce e guai a chi ce lo tocca.
Allo stesso modo di un lavoratore che, sei mesi prima di andare in pensione, si sente dire che ha altri sei anni di lavoro da fare (gli stati anche al tempo di Hume godevano della stessa sagace prontezza di riflessi della nostra odierna pubblica amministrazione che confonde i mesi con gli anni), così sull'incazzato andante ci rifiutammo di accettare questo affronto.
Ma come, allora ci prendete in giro!
E si diventò diffidenti.
 
Tutto cambiò con l'astro fulgente di Kant, benedetto anche lui.
Ci rinfrancò, ci illuminò (imperversava l'illuminismo in quegli anni del XVIII secolo) con le sue "categorie" e il suo imperativo, che ancora oggi ci stressa proprio perché in Italia tutto è imperativo, tanto imperativo quanto probabilistico. Nel senso che tutto ciò che ci viene imposto (imperativo) diventa impossibile da realizzare (probabilistico per essere generosi) per questioni di orgoglio.
 
Insomma agli imperativi non partecipiamo così spontaneamente e soprattutto non per questioni etiche.
Abbiamo sempre bisogno di una piccola spinta, una crisi finanziaria mondiale, per esempio, che ci fa accorgere che ci stanno rubando tutti i soldi con le regioni e le province.
Che ci volete fare, certi motori prima di partire hanno bisogno di manovre speciali, magari un po' fiscali. Figuriamoci la teorizzazione filosofica del senso del dovere verso la comunità, argomenti qui da noi buoni per le barzellette.
 
Kant si mise la causalità sotto braccio come un giornale, e preciso come un orologio, con in mano sempre il suo ombrello, all'ora stabilita per la sua passeggiata, la portò, la causalità, un po' a spasso.
È stato fantastico: ci ha consentito di credere nella prevedibilità del futuro, mica poco.
Poi inserì la causalità nelle sue dodici categorie.
 
Era anche solito dire che passeggiare facesse bene alla salute, ma io non sono veramente convinto della cosa: secondo voi in Germania le passeggiate hanno una minima speranza di farci provare piacere e non acuti attacchi di dissenteria per aver preso freddo alla pancia, per esempio?
Ma Kant era un gran ottimista e credeva nel clima del suo paese.
Meno male che sul tempo in Germania non la pensano tutti come lui, altrimenti Rimini non avrebbe clienti.
 
Ma torniamo alla sua passeggiata e metaforizziamola facendola arrivare dal 1804, morte di Kant (non di dissenteria ma di vecchiaia) fino a Wittgenstein che nel 1923 ci riporta nel baratro: secondo lui la credenza nel nesso causale era una superstizione.
Vergogna! Con tutte le superstizioni che già c'erano, ci mancava di aggiungerne un'altra.
Il nesso, che non è il marito di Nessie, il mostro di Lochness, ma è il legame tra causa ed effetto, per Wittgenstein era un'invenzione.
Peggio ancora con la meccanica quantistica, che nel 1924 ci diede il colpo finale dicendo addirittura che la causa è "indeterminata".
Ci allontanammo definitivamente dalla costa sicura del determinismo.
Ma insomma, non c'era proprio più religione! Ops! Non religione, altrimenti chi li sente gli atei scientisti pronti a fulminarmi come Zeus l'iracondo.
 
E chi l'avrebbe mai detto che della causa non v'era più certezza, come il Magnifico recitava. Ah, no, mi sbaglio ancora: era del "doman" che non v'era certezza ma chi volete che si accorga di queste sottigliezze, la poesia non la legge più nessuno.
Tutti pensano al moderno, a internet.
Tutti aspirano alla cibernetica del web. Io mi accontento della cibernetica normale, l'unica che c'entra con il titolo.
Altrimenti che figura ci farei se il titolo non si capisse.
 
Sì, perché con la cibernetica le cause cominciano a girare, e girano nel senso che gli effetti sono così malandrini da esplicarsi, riflettersi, sulle cause generatrici.
Un gran casino insomma, non ce ne potevamo stare con le nostre cause lineari, semplici come i grissini che si mangiano prima della pizza?
Come si fanno a mangiare i grissini circolari? È un affronto!
 
E non basta: se ci sono dei ritardi tra causa ed effetto la complessità aumenta. Altro che grissini lineari e semplici, qui a furia di far girare le cause, ci tocca mangiare gli spaghetti.
Vedete? Alla fine si va a finire sempre con gli spaghetti, che non è una brutta cosa visto che c'è anche un fenomeno, nella teoria del caos, che si chiama effetto spaghetti.
Ma almeno essere avvertiti qualche momento prima che arrivino, uno cerca di prepararsi. Sulla teoria del caos intendo, non sugli spaghetti.
 
Dai frutti di Aristotele il viaggio è stato molto lungo.
Ci abbiamo messo secoli e numerosi morti bruciati in spettacolari autodafé per passare dalla causalità lineare a quella circolare e ancora dobbiamo assistere a pietosi discorsi politici che ci infliggono tagli lineari.
Tagliati sì, ma non linearmente, altrimenti ci arrabbiamo.
 
Siamo in grado ora di reagire a quelli che vogliono turlupinarci con le loro frasi: le tasse sulla casa e sulla benzina sono dolorose ma necessarie. Oppure: gli evasori sono immorali.
Ci fanno solo girare molto le "cause" giusto per essere in tema.

Leretico
 


Commenti:
ID23452 - 03/10/2012 11:02:09 - (Dru) - bravo Leretico

la digressione sulla causa come Mutatis Mutandis a cui pervieni inferisce la causa come processo almeno storico se non vero e mi stimola a portare oltre l'ottimo ragionamento che hai portato sopra.Non vi è causa senza effetto e è pur vero che l'effetto derivi sempre da una causa questo è vero , sta poi all'indeterminismo trovarne la determinazione durante il suo viaggio nel mare burrascoso in cui si è cacciato , forse il porto noi non lo vedremo , ma sono sicuro che il porto c'è (questo mi ricorda molto Einstein).Poi sono sicuro che qualcuno da quel porto salperà...

ID23453 - 03/10/2012 11:32:06 - (Dru) - e aggiungo

che la metafora del porto e del mare è una grande metafora , poichè è la stessa metafora nata con Platone prima di Aristotele , la metafora di epanfoterizein , dell'oscillare dell'ente tra l'essere e il non essere o meglio tra l'essere e il "nulla" , poichè non-essere non è nulla , poichè non-essere non è essere, allora c'è l'oscillazione che vede sfumare la luce dell'essere e tiene lontana la notte del nulla) oscillazione che ha consentito il parricidio , metafora in cui ancora oggi siamo imbrigliati e da cui dipendiamo totalmente per il giudizio ultimo sulle cose , metafora che vede la nave veleggiare a vele spiegate verso la nientificazione dell'ente che si è fatto essere da quel è quando è" da quell'essere nel tempo , metafora che apre , con evidenza, al nichilismo del nostro tempo, alla follia più estrema.

ID23455 - 03/10/2012 11:34:56 - (Dru) - ecco perchè ...

secondo il mio modestissimo parere Einstein ha ragione.

ID23456 - 03/10/2012 11:35:24 - (Dru) - ... ha ragione

a ricercare le variabili nascoste.

ID23457 - 03/10/2012 11:38:02 - (Dru) - ... e ha ragione

a dire che il futuro è reale come l'attimo che viviamo e reale come l'attimo che viviamo è tutto il passato.

ID23458 - 03/10/2012 11:42:16 - (Dru) - tutte queste mie frasi non concentrate

sono giustificate da un desiderio di richiamo verso questi lidi di chi vede il numero degli interventi e così è catturato a leggere la tua!

ID23459 - 03/10/2012 11:45:23 - (Dru) - anche se magari...

a primo acchito l'argomento non è di gradimento, poichè amico mio , come credo di averti sentito dire, tutto ciò che diventa evidente per processi lunghi laboriosi e non sempre lineari , sono per i più argomenti e faccende talmente evidenti che il processo non ha bisogno di essere indagato. Ma se ciò che è evidente è sbagliato ?

ID23460 - 03/10/2012 11:47:28 - (Dru) - se ciò che è evidente

poteva , con una correzione del processo , essere diverso e oltre (meta) ciò che l'evidenza (fisica) nasconde ?

ID23461 - 03/10/2012 11:49:27 - (Dru) - forse è a questo

che i filosofi e le filosofie servono.

ID23465 - 03/10/2012 13:27:13 - (Dru) - caro leretico

posso adoperare il tuo testo , specificandone o meno l'artefice , per conseguire uno scopo all'interno del blog di Odifreddi ?Ritengo che il tuo testo sia propedeutico alla mia indagine intorno alle cose e loro cause o meglio e loro origine , perchè lo svolgimento così preciso anche se non esaurito contiene alcuni degli argomenti più importanti intorno alla voce "cosa". Se mi negassi il permesso sappi da subito che non muterebbe il riguardo che ho nei tuoi confronti.

ID23466 - 03/10/2012 13:27:39 - (sonia.c) - x leretico

se lei è un professore..penso che i suoi allievi, siano molto fortunati...non si preoccupi sor dru. gli articoli dell'eretico ,non passano inosservati...questo articolo mi ricorda la "leggerezza" di Savater nel proporre argomenti "difficili" mettendoli alla portata di tutti!( anche i suoi post!)saluti!

ID23467 - 03/10/2012 13:48:45 - (Leretico) - Ti seguo anche lì

Dru, ti seguo anche sul blog di Odifreddi e puoi adoperare il mio testo. Attento però perché di Zeus iracondi lí ce n'é una schiera molteplice.

ID23469 - 03/10/2012 14:38:19 - (Alessandro vaglia) - Quando...

... hai duellato con sonia.c il duello con il resto del mondo ti sembra più facile dopo ... :-) ciao e buon Logos !

ID23470 - 03/10/2012 14:46:59 - (Aldo Vaglia) - per Leretico

Nonostante gli stravizi al bar ti sgorgano idee e riflessioni piacevolmente ironiche ( non si sa se sobrie) sui piu' grandi della storia. E' proprio vero che il pensiero non e' legato al luogo. Ciao

ID23471 - 03/10/2012 15:28:36 - (sonia.c) - bèh! per sopportare questo mondo storto..

un goccetto aiuta..gli stravizi però ,mica tanto..un filosofo al bar..mi è ancora più simpatico!suvvia dru! sono un pò acida,lo riconosco..e come tutte le "fimmine" vittima degli ormoni.... leretico non sarà contento! troppi post fuoritema....chiedo venia...

ID23472 - 03/10/2012 16:13:05 - (Leretico) - Nessun fuori tema

Sonia, nessun fuori tema da parte sua, anzi. Lei può immaginare che su alcune idee a volte bisogna insistere un po', altrimenti non passano. Sicuramente queste idee hanno un'origine la più strana e imprevedibile, e nonostante alcuni avventori di questo palco internettiano più volte, come Aldo Vaglia sa, hanno associato con certa disprezzante ironia i miei discorsi al laido ambiente del bar, io me la rido pensando che a volte le idee ti vengono nei posti più impensati ed è sempre meglio un frutteto di idee che un deserto di disprezzi.

ID23474 - 03/10/2012 16:39:00 - (sonia.c) - un frutteto di idee..

gia!circolano troppe parole( superflue) e le poche idee,girano in tondo senza trovare via di uscita..grazie saluti!

ID23475 - 03/10/2012 17:02:25 - (Dru) - certo però

che voi due dovreste smetterla con il bar e frequentare un poco di più le chiese , in queste si beve di più e si pensa un poco meno , in quelli si beve anche troppo e i i pensieri sembrano perdere il loro vero senso.

ID23476 - 03/10/2012 17:12:05 - (Dru) - ???

avete notato quanto assomigli al Parmenide il Michelangelo del Raffaello ? pardon L'Aristotele dall'aspetto del Michelangelo ? e quanto assomigli al Leonardo l'Eraclito ? Pardon Il Platone dall'aspetto del Leonardo ? Boh , saranno mie fissazioni , ma vacci a capire...

ID23477 - 03/10/2012 17:59:00 - (sonia.c) - è veramente raro che lei si sbagli a scrivere..

e questo è un complimento!riesce a scrivere ad una velocità pazzesca!ma forse voleva dire,che, in chiesa si beve meno e si pensa di più?( l'ultimo post non l'ho capito..)

ID23479 - 03/10/2012 19:18:29 - (Aldo Vaglia) - Per sonia .c

Scusa sonia se ti abbiamo cionvolto in un discorso un po' criptico per chi non conosce gli antefatti. Ma siamo stati accusati di fare discorsi da bar; e pensando che l'ironia e' il sale della vita, un po' ci giochiamo. In ogni caso mi fa piacere che sei ritornata a dire la tua sempre simpatica e originale.

ID23482 - 03/10/2012 21:30:14 - (Dru) - Nota cara Sonia

Volevo dire quello che ho scritto ma forse non volevo scrivere quello che dietro le parole si cela e dico , per ció che concerne la mia ultima mi riferisco al bellissimo affresco del Raffaello che é ripreso nella sua parte centrale nell'immagine di questo scritto, la scuola di Atene.

ID23483 - 03/10/2012 21:44:55 - (Dru) - Con...

...quel "in chiesa si beve di più" naturalmente intendo dire che la chiesa é sofismo , luogo della verità detta dal pulpito e gli astanti bevono metaforicamente , con " si pensa di meno " intendo dire che la mancanza di dialettica non concede lo spirito critico. Con " si beve anche troppo " al bar significo al contrario che se c'é un luogo come il Paripatetico o come l'Accademia , luoghi dove nasce la dialettica e la verità é la sintesi del discutere assieme , quello é il bar e , badate bene solo il bar , espressione nuova del bar é Internet , nemmeno le scuole imitano cosí bene il lustro antico delle scuole filosofiche. Quando scrivo che i pensieri "sembrano perdere il loro vero senso" intendo porre un limite oltre il quale , chi si pone a giudizio di coloro che i bar li frequentano sono gli stessi che vedono la verità con gli occhi della fede , come é per Odifreddi che crede di sapere non sapendo.

ID23484 - 03/10/2012 21:49:17 - (Dru) - Poi con...

Il bere ci ho anche giocato un po' , infatti prima é un bere piú metafisico poi , con il bar diventa anche quasi fisico...d'altronde non vorranno farci credere , i due sbevazzoni in collegamento qui, che alle parole non mescolino anche il vino , vero?

ID23485 - 03/10/2012 21:50:32 - (Dru) - Il titolo di questo bel scritto

Li scopre d'altronde.

ID23491 - 04/10/2012 10:48:26 - (sonia.c) - che dire..

grazie singor Vaglia! e grazie a voi tutti dotti e sapienti che date un'occasione anche alle casalinghe autodidatte (che non pensano solo ai risotti! )certo non posso competere con la vostra cultura..umilmente imparo ..non è questo l'importante?

ID23492 - 04/10/2012 11:10:48 - (sonia.c) - a proposito di idee..

piccolo aneddoto( vero)titolo: la saggezza dei folli!..mi telefona ogni tanto una conoscente, guidicata ,dal parentado ..un pò folle! ( oddio! qualche problema c'è stato)non mi chiede ricette di cucina ,nè si lamenta dei figli... vuole farmi partecipe ( molto volentieri!) delle sue riflessioni "filosofiche", che sono, sempre interessanti,! ha la saggezza di chi parla di vissuto e l'allegria di chi ha sofferto..(mauro corona:sono le persone allegre ,che hanno il dolore dentro)..dove trovare un'amica cosi tra i "sani"??vado a fare il risotto...

ID23493 - 04/10/2012 11:28:04 - (Aldo Vaglia) -

A volte si confondono i termini, si usa umilta' per intendere modestia. L'umilta' e' la consapevolezza che noi, come dice sonia, abbiamo solo da imparare. Umile e' il contrario di invadente, altezzoso, arrogante.

ID23563 - 07/10/2012 17:43:09 - (Dru) - Cara sonia

I folli sono i lungimiranti , i folli sono inascoltati perchè i folli sanno e gli altri non vogliono sapere cosa sanno i folli, loro trasportano dentro di sé il dolore terribile e l'angoscia li dispera , di una disperazione appunto inascoltata. Hai ragione , i folli sono i veri saggi.

ID23566 - 07/10/2012 20:37:59 - (sonia.c) - wow!

questa pagina me la stampo!almeno su qualcosa ci incontriamo..i sani non vogliono sapere...sii tù il cambiamento ...( ghandi) conosci tè stesso....(se non hai il coraggio di conoscere..non cambi!)

ID23567 - 07/10/2012 20:39:30 - (sonia.c) - ps:error

umiltà! ma anche coraggio..

ID23579 - 08/10/2012 10:43:17 - (Dru) - cara Sonia

Galimberti , in un suo passaggio molto intelligente , sempre sulla questione dei matti , che sono coloro che davvero sanno, dice che , pur riconoscendone questa innata intuizione , pur riconoscendo che il vero mondo è il mondo dei matti , lui non può insegnare alle generazioni che gli sono all'ascolto questo banale principio , poichè deve proteggere il non-vero mondo dei sani dal pericolo che quel vero mondo grida , il terrificante pericolo , l'inaudito e inascoltato pericolo... insomma lui deve portare la cura a tutti noi che siamo in fondo matti , ma che di quel fondo non restiamo all' ascolto.

ID23583 - 08/10/2012 13:19:04 - (Dru) - ...a proposito

Galimberti è un discepolo di Emanuele Severino.

ID23586 - 08/10/2012 14:08:41 - (Dru) - caro amico

il castorone_02 è rimasto vivo solo 2 giorni .... speriamo bene per sandrino l'uccellino ...

ID23592 - 08/10/2012 15:36:03 - (Leretico) - Il castorone e il sandrino

Il castorone e il sandrino hanno il problemino di un piccolo numerino: l'ip di provenienza. Gli informatici lo registrano e sanno che basta inibirlo per togliere la voce a qualsiasi animale.

ID23594 - 08/10/2012 15:46:24 - (Dru) - ma io dispongo di oltre 100 Ip :-)

...

ID23622 - 09/10/2012 13:35:52 - (sonia.c) - proteggere il non-mondo dei sani..

dal pericolo che quel vero mondo grida...parole sante! la verità fà paura, è anche pericolosa!và maneggiata con cura ....la verità ,trova sistemi e vie tortuose per manifestarsi....ad esempio: il silenzio degli autistici!un silenzio assordante, con una potente carica di "saggezza educativa"! il silenzio insegna più delle parole! è nel silenzio che possiamo udire la nostra voce interiore..( cosa che sanno bene tutte le religioni..)il silenzio è una porta aperta ,che non si impone ,ma ha la saggezza di apettare i tempi maturi..certo il rischio c'è ..è che qualcuno non se ne accorga ,e non la varchi mai....

ID23629 - 09/10/2012 18:06:06 - (Leretico) - Il silenzio e la saggezza

Il silenzio, se inteso come assenza di parole, è una forma di comunicazione. Il silenzio è poetico, evocativo, saggio quando alle parole si sostituisce il reale, che comunica con i suoi simboli. Il silenzio risuona a contatto con la ricchezza dei simboli interiori, diversi dalle parole. Il silenzio produce nell'animo l'effetto della musica: armonia intesa dalla parte emotiva dell'io. Il discorso si fa lungo. La saggezza sta nel cogliere la sintesi che il silenzio richiama.

ID23643 - 10/10/2012 08:13:16 - (sonia.c) - la saggezza sta nel cogliere la sintesi...grazie signor leretico!

il discorso si fà lungo..non solo divago , ma sbaglio anche rubrica! ( più adatta pillole di psicologia)adesso per restare nel binario delle mie competenze, in silenzio..vado a pulire i pavimenti...

ID23655 - 10/10/2012 19:40:37 - (Aldo Vaglia) - Per Leretico

Divago anch'io ed esco dal tema. Il rimanere senza parole e' anche l'ultima fase della metamorfosi. "Gregor Samsa si trovo' tramutato, nel suo letto, in un enorme insetto". Il segno piu' angosciante del passaggio da una natura all'altra sta nella monodirezionalita' della comunicazione. Gregor sente e capisce quello che dicono gli altri, coloro che erano i suoi simili, ma la sua voce prima suonata falsa diventa uno squittio: gli altri non la possono piu' capire. ( Franz Kafka)

ID23656 - 10/10/2012 19:59:06 - (Dru) - Beh

Qui caro Aldo hai toccato l'indefinibile , come sono rivelatrici della natura umana gli scritti di Kafka é ancora una grande questione aperta per me: sento che questo autore sa dell'animo , e lo sentivo ad ogni pagina letta con maggiore forza . Tutti siamo quel Gregor , tutti indistintamente , che profondo gelido é questo immenso mondo dell'incomprensione , deve essere proprio vero che la potenza dell linguaggio non puó nulla sulla potenza dell'animo , deve essere proprio vero.

ID23657 - 10/10/2012 20:12:40 - (Dru) - Voglio anche dire con questo...

Che noi possiamo sforzarci in ogni modo di farci comprendere ma se per gli altri diventiamo uno scarafaggio e, e dunque questo processo risulta irreversibile, allora nulla piú ci potrà salvare , si li sentiremo i signori dell'altro mondo , poveretti che per un senso di pietà ci accudiscono per quello che possono fare , ma appunto loro non potranno mai capire , perché noi , appunto saremo e parleremo il linguaggio dello scarafaggio , come rilevi giustamente tu Aldo , ma il dramma é ben piú profondo , il dramma é questa metamorfosi , il dramma é l'irreversibilità di questo processo , il dramma infine é l'incomunicabilità assolutamente irrisolvibile .

ID23665 - 11/10/2012 08:47:26 - (sonia.c) - incomunicabilità assolutamente irrisolvibile..

VANGELO! simo tutti "autistici", perchè come loro,ascoltiamo l'emozione negativa che ci suscitano le parole ( o le immagini) e non il senso di quello che ci viene detto ( o mostrato)!

ID23753 - 13/10/2012 08:54:34 - (Leretico) - Il silenzio dell'amore

Sonia, chi prova amore per il silenzio è il solo che capisce il silenzio dell'amore.

ID23757 - 13/10/2012 09:56:18 - (sonia.c) - grazie..

posso divagare, dicendo, che c'è un silenzio che mi dispiace? quello del signor Davide Bondoni!

ID23761 - 13/10/2012 11:20:06 - (Dru) - Sonia

Questo silenzio , il Davide , é un silenzio roboante , di quelli che si fanno sentire . Ho conosciuto molte persone e ho letto molti libri , molte persone ho dimenticato e altrettanti libri , ma il Davide no , il Davide non l'ho dimenticato ... L'arguzia del suo ragionare , la pacatezza del suo porsi , l'innocenza del suo esporsi ha segnato profondamente la mia esperienza epistolare seppur breve con lui . Mai incontrato animo piú disposto al sincero confronto , mai incontrato persona cosí capace di tornare sui propri passi pubblicamente e darsi dello stupido , lui lo fa con naturalezza , perché per lui quel che conta é se non proprio la verità quantomeno una qual minima certezza. Spero che mi legga qui per riviverlo in questi fogli , ma dubito che lui ci stimi altrettanto sinceri.

ID23778 - 13/10/2012 14:18:30 - (sonia.c) - le sue parole rispecchiano i miei sentimenti..

spero bene..ci sono già rimasta abbastanza male con Ricard...

ID23906 - 16/10/2012 12:22:39 - (davidebond) - Grazie

Cari Sonia e Dru, vi ringrazio delle immeritate parole. Onestamente, sto affrontando un periodo difficile della mia vita. Da solo, come al solito... In questo momento, mi ha colpito molto di Bell (non il fisico geniale) "Men and mathematics" che citerò nel mio prossimo articolo sulle Notice of the AMS. Il capitolo su Galois "Genius and stupidity" al di là di tutto mette in luce quanta, ma quanta, ma quanta autentica stupidità aleggi nel reale. A me non interessa vincere, ha ragione Dru, ma capire. Le parole che ora mi ronzano per la mente sono le parole che Paulus disse gli ultimi giorni a Stalingrado "Ich stehe hier auf Befehl". Da qui si può partire e andare dovunque. Sopratutto, chiarire in maniera efficare una questione morale che sembra non voler essere toccata. Da un antiquario sono riuscito a recuperare di Doerr (con tanto di prefazione di Halder) "Der Feldzug nach Stalingrad". Dopo un po' iniziai a stufarmi.

ID23907 - 16/10/2012 12:29:29 - (davidebond) - continua

Ma ecco: la conclusione! Due paginette rivelatrici! In poco spazio, Doerr è stato in grado di leggere nell'atteggiamento di F. Paulus tutta una problematica morale legata al contratto sociale. Geniale! Sono per certi versi, rimasto deluso dall'accoglimento del mio ultimo articolo. "Tre possibilità". La mia era autentica voglia di capire, ma nessuno mi diede consiglio. Devo parlare adesso, quando la politica è scesa sul palcoscenico del varietà, per dilettare il lettore con i suoi ammiccamenti da rotonda di periferia? E' giusto lottare fino all'ultimo per una causa, ma mai perdere l'onore. Oppure, non era il lottare per la causa il vero motivo di questo tip-tap? Bella domanda. In uno dei primi interrogatori con i russi venne osservato a Paulus "ma insomma, quanto è successo è assurdo. Da noi non sarebbe mai capitato di lasciare un Feldmaresciallo (n.d.R. il più alto grado militare nell'esercito tedesco) in quella situazione. L'avremmo

ID23908 - 16/10/2012 12:34:07 - (davidebond) - fine

portato via". Ma Paulus rispose che per loro le cose erano diverse, che anche un Feldmaresciallo doveva condividere il destino dell'ultimo dei suoi soldati (il famoso ultimo "Patrone" del libro di Schroeter). Queste sono parole di un condottiero! Cosa avrebbe suggerito se Paulus il 1 Gennaio avesse chiesto al maresciallo Rossokowsky "Ehi, perché non mi prendete nel vostro OKH? Mi accontento di mezzo stipendio e vi risolvo tutti i problemi con i tedeschi. Vi assicuro anche la ritirata della 18a armata a Leningrado." Io avrei capito di essere nel mondo leibniziano sbagliato. Come ci ricorda l'eretico, le ampiezze di possibilità sono "pesate" prima del crollo quantico e fino ad allora può succedere un po' di tutto. Grazie ancora.

ID23909 - 16/10/2012 13:45:30 - (davidebond) - ri-fine

Chiedo scusa delle mie parole. Non volevano offendere nessuno: pura goliardia. P.S. Ho dato un'occhiata al file di stile di VSN. Non si potrebbe aggiungere un file.css per la visualizzazione del sito da cellulare?

ID23910 - 16/10/2012 14:04:32 - (Dru) - Certo che sei proprio matto

hai ragione a dirtelo , ma come possiamo crederti ?

ID23911 - 16/10/2012 14:08:11 - (Dru) - dai che serve un poco della tua autorità

se non in senso fisico , poichè non ne hai nemmeno per te stesso , almeno in quel del metafisico ; fatti sentire più spesso e scrivi su questo "fogliaccio" che leggerti è sempre un piacere.

ID23919 - 16/10/2012 17:33:23 - (Leretico) - Un piacere notevole nel leggere queste parole

Signor davidebond, ho letto con piacere queste sue semplici ma dense parole su Paulus e vorrei che la qualità del suo discorrere tornasse più spesso a consegnarci il suo pensiero. Quando lei ha scritto in passato, un profluvio di commenti ha investito il suo discorso, ma spero che lei sia come la canna che si piega per la piena del fiume, ma non si spezza (la sua intensità me lo dimostra). In un certo qual modo le sue osservazioni ci danno la speranza che, al di là della rotonda di periferia e degli ammiccamenti che è in grado di generare, altro essa non può, lei possa veramente trasferisci il senso della questione morale di cui sopra accenna. Ad ventura.

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