Grande devozione a Paitone

Il 15 agosto è festa grande a Paitone, e sarà l’inizio dell’Anno mariano che si concluderà lo stesso giorno del 2008.
«Quest’anno, in occasione del 475° dell’Apparizione della Madonna e del 25° della presenza delle Suore al Santuario si rinnova la grazia di un dono nuovo - dice il parroco don Roberto Sottini - e con questa solennità si apre un anno di grazia che siamo chiamati ad accogliere e vivere, per noi, per le nostre famiglie, per le giovani generazioni.
L’Anno mariano è il segno di questo dono. Questa ricorrenza è molto importante per la nostra Comunità, per la nostra zona pastorale e per tutte le persone che amano Maria, madre di Gesù e madre nostra. La devozione a Maria ci porta a Gesù, al suo amore e alla sua consolazione. Il Santuario di Paitone racchiude questo tesoro prezioso dell’incontro con Colei che ci ama con amore di madre. La solennità del 15 agosto apre simbolicamente la porta di accesso a questa benedizione, e - conclude don Roberto - il tempo successivo fino all’agosto 2008 sarà tempo della Visitazione emblema della Missione. Un’opportunità irripetibile e di questo rendiamo grazie».

L’Apparizione della Beata Vergine risale all’agosto del 1532. La tradizione vuole che un giorno d’agosto, Filippo Viotti, un ragazzo sordomuto di chiara origine valtrumplina, «faméi» presso una famiglia contadina del luogo, fosse proprio sulla sommità della collina, quando all’improvviso apparve Maria in un candido bagliore, la quale lo riabilitò, sia nella parola che nello spirito e gli diede un messaggio da riportare alla propria gente.

A quel tempo la zona era perseguitata da saccheggi da parte di eserciti mercenari che scendevano dal nord. Il messaggio trasmesso al Viotti dalla Vergine, consisteva che al suo nome fosse edificato un luogo di culto, in modo che sarebbero cessate le apprensioni che gravavano sul territorio.
Il ragazzo si fece portavoce e nel 1534 il Comune di Paitone diede l’autorizzazione alla costruzione del Santuario. Risultato: una chiesa di bellissimo aspetto architettonico. Verso la fine del ’500 sono stati realizzati anche l’allungamento della navata ed il portico palladiano. Allo stesso periodo risalgono: il rivestimento dell’interno con stucchi dorati e le sei telette disposte lungo le pareti del presbiterio che raffigurano episodi della Vergine: adorazione dei Magi, la fuga in Egitto, ritorno dall’Egitto, la natività di Maria, la Presentazione al Tempio, lo sposalizio della Vergine, tutte opere dei pittori Amigoni, Gandino e Pombioli.

Il racconto del ragazzo Filippo Viotti, della bellezza e della lucentezza della Madonna, ispirò una stupenda tele al pittore bresciano Alessandro Bonvicino, detto «Il Moretto». La tela del Moretto della «Madonna di Paitone» è un capolavoro. In particolare, alcuni critici, fanno notare il colore del manto della Madonna, di una tonalità argentea e di una particolare luce da farla ritenere un esempio unico nella pittura di ogni tempo.
La bellezza ed il valore della tela portarono la sua notorietà anche fuori dall’Italia, tanto che anche lo stesso Napoleone Buonaparte cercò con ogni mezzo di averla, cosa che spesso gli riuscì per opere importanti in altre città, ma qui dovette ritirarsi sconfitto.

Fra i tanti tentativi di furto di questa meravigliosa opera, uno solo riuscì. Era il 1980, ma fu un furto durato poco. Solo 10 giorni, poi i carabinieri (che hanno come protettrice la Madonna, come si evince sotto il titolo «Virgo Fidelis») recuperarono la tela la quale venne rimessa nella propria sede, ben visibile nel Santuario.

Giuliano Maggini dal Giornale di Brescia

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