Si tratta di quel buco nella viabilitŕ valsabbina che, dopo l’apertura del tratto fra Sabbio Sud e Ponte Re di Barghe, ancora obbliga il traffico pesante ad attraversare il centro storico di Vobarno.
“La prima riunione utile sarà quella prevista fra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. In quell’occasione il Cda dell’Anas avrà cura di approvare il progetto con la relativa copertura finanziaria.
Poi sarà possibile avviare le procedure d’appalto: tempo sei mesi e i lavori potranno incominciare per essere conclusi entro il 2.008”.
Questo, in sintesi, è quanto ha affermato lo scorso 26 luglio l’on. Luigi Meduri. Il Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture era stato interpellato dai parlamentari bresciani, Del Bono e Tolotti in testa, e dai rappresentanti delle Istituzioni locali, sui tempi di realizzazione del lotto fra Pompegnino di Vobarno e Sabbio Chiese Sud della Variante di fondovalle della Valsabbia.
Si tratta di quel “buco” nella viabilità valsabbina che, dopo l’apertura del tratto fra Sabbio Sud e Ponte Re di Barghe, ancora obbliga il traffico pesante dell’industriosa Valle del Chiese ad attraversare il centro storico di Vobarno.
Forse è presto per sospettare che le autorevoli parole del viceministro possano essere disattese, ma con il passare del tempo in Valle Sabbia il dubbio avanza: “Ci dicono che di soldi non ce ne sono per le infrastrutture, vuoi vedere che ci fregano anche questa volta?”.
L’ipotesi è suffragata dalla storia: troppe volte in vent’anni è stato annunciato che la soluzione ai disagi provocati dalla viabilità insufficiente erano vicini; troppe volte legittime aspettative sono state deluse.
La domanda è dunque d’obbligo: e se i 29 milioni di euro necessari per concludere questa strada (solo fino a Ponte Re, è il caso di ricordarlo) a ottobre non saltassero fuori? Alla faccia delle priorità lombarde di cui la strada valsabbina sarebbe entrata a far parte?
Un quesito che abbiamo girato a Paolo Barbiani, portavoce del Comitato strada della Valle Sabbia.
Era stato il Comitato tempo fa a proporre di metterci una sorta di “pezza” sulla cronica carenza viaria valsabbina, cioè di studiare una soluzione alternativa da mettere in pratica con pochi soldi per liberare Vobarno dal traffico.
Chissà che quel suggerimento, per la verità ancora da approfondire dal punto di vista tecnico, non debba in qualche modo essere “resumato”.
“Non abbiamo nessun motivo per sospettare che l’on. Meduri possa non rispettare l’impegno che si è preso con la Valle Sabbia, allo stesso tempo però siamo fermamente intenzionati a verificare passo passo che vengano rispettati con rigore i tempi per le procedure necessarie alla realizzazione dell’opera – ci ha detto Barbiani -. E’ vero che negli anni passati di promesse ne sono state fatte tante e assai spesso a sproposito, sempre però dal dirigente Anas di turno, mai direttamente da un Sottosegretario. Un impegno politico ben preciso, quindi, non c’è motivo perché non debba essere mantenuto”.
E se così non fosse?
“Sarebbe assai più grave del solito e non mancheremmo di farci sentire, noi e la popolazione, come abbiamo sempre fatto quando c’era da smuovere le acque”.
La proposta del Comitato quando i soldi non si trovavano, visto che la galleria di due chilometri e passa che da Pompegnino arriva al ponte di Clibbio è già stata fatta e che servono solo le opere “accessorie”, era quella di concludere il viadotto ora fermo a metà , rimandare a tempi migliori la realizzazione assai costosa dello svincolo di Carpeneda e utilizzare la vecchia sede stradale che fino a Sabbio Sud non prevede l’attraversamento di grandi centri abitati.
Con un decimo o poco più della spesa, secondo calcoli assai approssimativi, questa era la “pezza” giusta per “bypassare” col traffico Vobarno.
Un’ipotesi che ora nessuno vuol più prendere in considerazione, sempre che a Roma mantengano le promesse.
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