Da Idro a Racalmuto sulle tracce di Sciascia

…La moglie era già morta, ma certe attenuanti per l’uxoricidio poteva farle valere solo il miglior avvocato.
A chi rivolgersi se non al principe del foro Ercole Paroli?
I soldi mancavano, ma un terreno tra Idro e Valledrane come compenso, l’imputato Galbardi, era disposto a pagarlo per la sua difesa.
Da questo baratto ha inizio l’amore del borghese cittadino per il lago.

La casa “della siepe” che a Idro tutti chiamano “villa Paroli” ispirerà il maggior paesaggista della valle Edoardo Togni che, in cambio di ospitalità e di poco denaro, la arricchirà con le sue opere.
Il luogo diventerà rifugio estivo della figlia Cecilia, moglie dell’avvocato Castelletti, che soggiornerà con la famiglia anche quando il marito, divenuto infermo, dovrà essere portato a spalle da alcuni abitanti del luogo, che mantengono il ricordo della sua intelligenza e umanità.

Perché Sciascia si interessa a questa famiglia?
È l’intellettuale fascista Telesio Interlandi che lo intriga.
L’atto coraggioso ai limiti dell’incoscienza e dell’eroismo di Enzo Paroli, antifascista come il padre Ercole, incuriosisce il grande scrittore siciliano conterraneo di Interlandi.
Dopo il viaggio a Roma per incontrare Cesare figlio di Telesio Interlandi, non poteva mancare l’incontro con Stefano Paroli, l’altro testimone vivente degli 8 mesi passati nella cantina della villa cittadina dei Paroli, che salvarono la vita al direttore di “Difesa della Razza” ricercato da polizia e partigiani.

Le malferme condizioni di salute, porteranno ben presto lo scrittore siciliano alla morte e non gli consentiranno di scrivere il romanzo.
La raccomandazione al magistrato di Catania, Vincenzo Vitale, di completare la sua opera verrà raccolta una decina d’anni più tardi, problemi personali e timori di snaturarne i contenuti fecero rinviare la stesura di In questa notte del Tempo.
Altre testimonianze di quell’incontro sono contenute nel libro di Tonino Zana: “Il nero e il rosso” il romanzo bresciano che Sciascia non scrisse e in quello di Giampiero Mughini: A via della Mercede c’era un razzista.

La storia della famiglia Paroli  era sconosciuta a noi bambini di Idro, solo il caso ci ha fatto incontrare questo racconto e ci spiega a cosa era dovuta la stima e la devozione che gli abitanti del paese riservavano a quei villeggianti diversi dagli altri.
Anche la casa conserva un fascino che solo il mistero può dare alle cose, purtroppo è disabitata e dimora dei rovi.
La mancanza di comodità: strada, luce, acqua ha avuto il sopravvento su natura e bellezza.
I luoghi con un anima e con qualcosa da raccontare sono però destinati a risorgere  migliori di prima.

Aldo e Sergio
 

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