05 Marzo 2012, 07.00
Lunedì 33

La chirurgia dell’ernia inguinale

di Stefano Chiodini

L’ernia inguinale una malattia molto comune e la sua riparazione il pi frequente intervento eseguito nei reparti ci chirurgia generale. Anche a Gavardo, con 116 interventi nel 2011.


È molto più frequente nell’uomo che nella donna (7 volte), è relativamente rara nel bambino, spesso congenita cioè presente fin dalla nascita.
Sono due i tipi principali di ernie della regione inguinale: l’ernia inguinale vera e propria, la più comune, e l’ernia crurale (o femorale), più rara ma relativamente più frequente nella donna.
La prima si manifesta con una tumefazione ovalare all’inguine appena al di sopra del legamento inguinale (un cordone fibroso che corrisponde alla piega dell’inguine) mentre l’ernia crurale si manifesta come una piccola tumefazione tondeggiante (2-3 cm) appena al di sotto della piega inguinale.
 
Nella donna obesa la tumefazione può rimanere del tutto nascosta nel grasso sottocutaneo e rimanere misconosciuta alla stessa paziente.
Essendo più predisposta allo strozzamento può esordire con dolore addominale e blocco intestinale in modo inaspettato: spetta al chirurgo esaminare accuratamente le regioni inguinali in una donna che si presenti in Pronto Soccorso con quei sintomi.
Anche nell’uomo l’ernia può strozzarsi, ovviamente, ma in genere la diagnosi è semplice: la tumefazione inguinale, in genere già nota, diventa dura e dolente e non è più “riducibile”, cioè il medico non riesce a sospingere il contenuto dell’ernia nell’addome facendo scomparire la tumefazione.
 
Un’ernia inguinale può essere del tutto asintomatica, tanto è vero che molti pazienti se la tengono, magari nascosta, per anni e anni.
La tumefazione può crescere di dimensioni e scendere verso lo scroto (ernia inguino-scrotale) e limitare fisicamente i movimenti. Oppure ad un certo punto comincia a dare fastidio o causare dolore, in genere sotto sforzo.
Spesso la tumefazione manca del tutto al mattino, dopo il riposo notturno per comparire durante la giornata. 
La diagnosi di ernia inguinale in genere è semplice ed è puramente clinica, cioè basata sulla valutazione dei sintomi e della visita, senza necessità di ulteriori indagini.
Raramente la diagnosi è problematica: una piccola ernia che rimanga nello spessore della parete addominale (la cosiddetta “punta d’ernia”) può essere difficile da apprezzare e da correlare con sintomi magari un po’ vaghi. In questi casi può essere utile un’ecografia della regione ed in casi eccezionali anche una TAC o una Risonanza Magnetica.

Terapia dell’ernia

Un’ernia inguinale che non dà fastidio ed è di piccole dimensioni può essere tenuta in osservazione: il paziente viene informato che c’è un rischio di strozzamento e che in caso insorga un dolore intenso nella sede dell’ernia deve recarsi immediatamente dal medico curante o in Pronto Soccorso. L’altra precauzione è di non lasciar crescere troppo la tumefazione perché l’intervento sarebbe più difficile.
 
L’ernia crurale va sempre operata nei tempi più brevi possibili perchè il rischio di strozzamento e quindi di danno all’intestino è elevato. Le ernie inguinali sintomatiche vanno operate in tutti i casi, anche perché le alternative sono poco pratiche e non eliminano il rischio di strozzamento. Il cinto erniario non viene quasi più prescritto, tranne che nei rarissimi casi in cui il paziente rifiuti categoricamente di operarsi o in cui le condizioni generali siano talmente scadenti da precludere un intervento tutto sommato”minore”.
 
La terapia di scelta per la riparazione dell’ernia inguinale consiste in una breve incisione inguinale (5-6cm), apertura del canale inguinale, isolamento e riduzione del sacco erniario e posizionamento di una protesi in polipropilene (un materiale sintetico non assorbibile) che ha lo scopo di rinforzare la parete addominale e ridurre il rischio di recidiva (fig 1).



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