La libertà dopo le cure

Due esemplari di gheppio e due civette, specie protette. Liberi dopo le cure ricevute nell’Oasi naturale di Valpredina, in provincia di Bergamo.

Liberi a Coccaveglie, davanti agli occhi divertiti di una cinquantina di ragazzi di Tula, città russa dell’area Chernobyl, ospiti per tre settimane nell’ormai storica struttura gestita da padre Pippo Ferrari: “Il volo degli uccelli è sempre sinonimo di libertà e la libertà è uno degli elementi costitutivi del nostro impegno pedagogico, perché a Coccaveglie si cerca soprattutto di dare dei messaggi ai giovani che frequentano la struttura – ha detto padre Pippo -. La liberazione di un uccello, per di più ferito e poi guarito, può significare anche l’umanità che si rinnova nonostante le difficoltà che la perseguitano”.

Fra i presenti anche gli assessori provinciali Bonomelli e Sala: “Siamo stati invitati da queste parti, il posto è stupendo, sicuramente uno dei più belli che abbiamo in provincia di Brescia – ci ha detto Guido Bonomelli - . A questi ragazzi che sono in visita da noi facciamo vedere non solo uno dei più bei posti della nostra provincia, ma cogliamo anche l’occasione per liberare questi rapaci per lanciare il messaggio di amore, oltre che per la vita, per la natura e per l’ambiente”.

“Liberare quattro rapaci qui a Coccaveglie, e farlo di fronte ai ragazzi, credo che costituisca un’esperienza significativa anche per far capire loro che alcuni animali, soprattutto quelli che come in questo caso sono protetti, vanno assolutamente rispettati”.

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