Preseglie celebra i patroni

Il patrono a Preseglie, con la ricorrenza dei santi Pietro e Paolo in parrocchia (che da calendario canonico si avrà venerdì) si articola in più giorni di festa e di liturgia.
La festa patronale dei Santi Pietro e Paolo ha esordito lunedì scorso alle ore 20 con la visione comunitaria in oratorio del film "San Pietro". Ieri, in San Carlo, si sono tenute, alle 9, alle 16.30 ed alle 20.30, le Penitenziali in preparazione della festa del patrono.

Oggi l’appuntamento è in oratorio per una spassosa commedia dialettale, mentre domani, sotto la tenda (la chiesa parrocchiale continua ad essere inagibile a causa del terremoto del 24 novembre 2004) ci sarà alle 19 la celebrazione eucaristica vespertina, ed a seguire la "cena della comunità".
Venerdì, solennità dei Santi Pietro e Paolo, ci saranno le messe sotto la tenda alle 8.30 ed alle 10.30, ed in serata la gara podistica in notturna "Santi Pietro e Paolo in corsa", con organizzazione a cura della campionessa locale Patrizia Tisi, atleta presegliese con alle spalle più titoli italiani e piazzamenti nel "cross lungo", e per quest’anno ferma per guai fisici, assieme al fidanzato Roberto, anch’egli corridore.
Sabato ci sarà alle 21 la serata danzante con "Daniele e Cristina", mentre domenica 1° luglio il pomeriggio verrà dedicato ai giochi per ragazzi con merenda in oratorio, ed alla sera ci saranno musica e danze con "Roby e Maura": «Durante tutta la festa ci saranno a disposizione - spiega il parroco di Preseglie don Fausto Sandrini - la tradizionale pesca di beneficenza ed il ricco stand gastronomico».

Paolo di Tarso fu santo ed apostolo, e nacque appunto a Tarso tra gli anni 5 e 15 dopo Cristo. Suo nome era Saulo (in ebraico Sha’ul), ed apparteneva ad una famiglia ebraica della tribù di Beniamino; dal padre aveva ereditato la cittadinanza romana e il nome Paolo: incaricato dal sommo sacerdote di recarsi a Damasco per arrestarvi i cristiani, qui venne abbagliato da una luce e sentì una voce che diceva: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?"
Quest’esperienza interiore gli cambiò letteralmente la vita: battezzato da Anania a Damasco, iniziò il suo apostolato da Antiochia all’Asia Minore, dalla Macedonia alla Grecia, da Efeso a Corinto, da Malta a Roma.

La filosofia di San Paolo si esprime con i suoi scritti, le "lettere" alle varie comunità (ai Tessalonicesi, ai Corinti, ai Romani, ai Galati, eccetera) ed a singole persone (le "pastorali").
Paolo morì martire "decollato" (subì il taglio della testa) a Roma, nel 67 dopo Cristo.
Pietro nacque invece a Betsaida nel I secolo dopo Cristo. Il suo nome era Simone figlio di Giona, e fu Gesù che lo chiamò Kepha (che significa roccia) da dove deriva poi il latino Petrus: "Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa..."
Pescatore di Cafarnao, ebbe ruolo di primo piano tra gli apostoli.
Anch’egli fu in Siria, Asia Minore, Grecia e, infine, Roma, a predicare; fu qui che subì il martirio, nel 67 dopo Cristo, lo stesso anno di San Paolo. Pietro fu crocifisso, su sua precisa richiesta, a testa in giù.

Storie antiche, che tornano attuali ogni qual volta si celebra una festa patronale.

Massimo Pasinetti da Bresciaoggi

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