Un «vaso d'espansione» per Lumezzane

In questi tempi, una definizione abbastanza appropriata di Bione potrebbe essere «nuova frontiera lumezzanese». Questa cittadina valsabbina, infatti, nata prima dell’anno Mille, sembra quasi una piccola Lumezzane, visto che qui, dalla Valgobbia produttiva sono emigrate in passato numerose aziende. Imprese che si occupano prevalentemente della produzione e della lavorazione di leghe e metalli in genere.

«I prodotti che nascono a Bione - afferma il sindaco Giovanni Maria Marchi - arrivano principalmente dai settori delle maniglierie (ma il mercato oggi è in difficoltà), delle raccorderie e delle rubinetterie. Parliamo di aziende che in linea generale sono in difficoltà, ma che a Bione "tengono" bene, riuscendo ad espandersi affrontando la globalizzazione».
In un ambiente a tutti gli effetti montano (l’altimetria media è di 600 metri sul livello del mare), con oltre 1.400 abitanti su 17,5 chilometri quadrati, Bione è costituita dal capoluogo Pieve e dalle frazioni San Faustino, Morcherane, Navezze, Bersenico, Dossolo, Santi e Fondi. E ospita una decina di aziende che medie e medio-piccole, oltre a una ventina di artigiani.

«Un comparto produttivo che vede all’opera circa 500 lavoratori - prosegue il sindaco -. In queste aziende lavorano naturalmente molti residenti, ma arrivano addetti anche da tutta la Conca d’Oro e dalla vicina Lumezzane: insieme alle aziende, infatti, a volte sono emigrati anche gli operai».

L’arrivo in Valsabbia, attraverso il passo del Cavallo che la divide dalla Valtrompia, è iniziato nel passato ma ha ancora spazio abbondante: «Da una parte ci sono le difficoltà territoriali ma anche economiche del comparto lumezzanese, che non ha più disponibilità di territorio e che nel passato ha realizzato fabbriche che, fino a ieri fiorenti, erano comunque costrette a convivere con collocazioni disagevoli. Oggi, invece, in una situazione di difficoltà economica, le stesse imprese faticano a reggere le difficoltà logistiche. Mentre Bione offre spazi; per esempio con la nuova area industriale di Fondi».

Massimo Pasinetti da Bresciaoggi

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