04 Giugno 2007, 00.00
Idro
24H Idro /1

Gs Olimpia Campione Italiano di Endurance

Marzio Deho, Nicola Dalto, Agostino Andreis, Paolo Alver, Giancarlo Paperini, Josef Mostosi: ecco il sestetto che ha conquistato il primo titolo italiano di durata, assegnato in occasione della terza edizione della 24h del Lago di Idro.

Marzio Deho, Nicola Dalto, Agostino Andreis, Paolo Alvera', Giancarlo Paperini, Josef Mostosi: ecco il sestetto che ha conquistato il primo titolo italiano di durata, assegnato in occasione della terza edizione della 24h del Lago di Idro.

Questo fine settimana ha visto grande protagonista il team diretto da Marino Pizzo, coadiuvato sul campo di gara da Sandro Munaro, impegnato nel tentativo di conquistare il primato nazionale in una specialita' finalmente riconosciuta dalla Federciclismo. Un fenomeno, quello delle 24h, in grande espansione, come dimostrato dal numero di prove inserite nei calendari e dalla grande partecipazione di atleti e che non si poteva piu' ignorare.
Il pronostico iniziale è stato pienamente rispettato, ma non poteva essere altrimenti, viste le forze messe in campo: il principale antagonista, il Team Macosta Lee Cougan, a cui va l'onore delle armi, ha cercato in tutti i modi di fronteggiare le maglie biancorosse, ma ben poco ha potuto.

L'inizio della gara fa gia' capire come si metteranno le cose: il primo frazionista è proprio Marzio Deho, che nella prima ora fa il vuoto dietro di se'. Riuscira' addirittura in una occasione a rimanere sotto i dodici minuti, con una media superiore ai 30 km/h. Deho inanella un giro dietro l‘altro, contrariamente alla strategia di solito utilizzata dai team piu' forti: un giro, massimo due, a tutta velocita', poi un cambio veloce e ritmo, ritmo! Ma si vede subito che non si vogliono correre rischi: meglio amministrare un vantaggio che dover gestire una rimonta. Il team Olympia acquisisce tre giri di vantaggio, poi lascia riposare il capitano, che riprendera' alle prime luci del mattino: i suoi compagni lavorano bene, nella notte il Macosta Lee Cougan guadagna al massimo 7/8 minuti, ed i giochi sono ormai fatti: 105 le tornate completate. Al colombiano Botero, al costaricano Montoya, a Enzo Dalla Rocca, Yuri Ragnoli, Daniele Mensi e Giuseppe Bianco non resta che accontentarsi della piazza d'onore. Al terzo posto l'ASD Team Gussago, che ha difeso con grinta l'attacco dell'Mtb Agnosine Cicli Bacchetti: stesso numero di giri percorsi, ma con tempo inferiore di circa 15 minuti.

Di tutt'altro tenore la gara che assegnava il titolo in campo femminile. L'ha spuntata il C.C. Piemonte, mix tra atlete giovani ed altre un po' piu' esperte: il team Val Rendena Femminile non ha voluto arrendersi fino alla fine, ed ha concluso distanziato di un solo giro. Al terzo posto il GS Anacli, con un distacco incolmabile.
Ma qualcosa ha rischiato di oscurare la buona stella Olympia: e' stato il maltempo, un po' malato di protagonismo. Purtroppo la pioggia è scesa per molte ore, con pochi e brevi tratti di pausa: docce e lavaggio bici presi d'assalto, tracciato al limite della praticabilita', molti guasti meccanici e difficolta' per trovare qualcosa di asciutto da mettere. La temperatura non molto alta faceva il resto.

La gara è iniziata alle dieci del mattino, per conciliare varie esigenze, non ultimo il Giro d'Italia che partiva 4 km a valle: allo start si sono presentati quasi 1250 atleti, tra i quali 160 solitari.
Giustamente abbiamo iniziato con il Campionato Italiano, ma non dobbiamo dimenticare la 24h classic: tra le squadre composte per l'occasione il GSA Penne sprint (8 componenti) riesce a compiere 98 giri, precedendo il Team Loda e l'MDC Trieste. Nella categoria da 12 primeggia il Velociraptor Dream Team sul Piton Futura Team: al terzo posto il Pasta Pagani di Iseo. In campo femminile nei team da otto primeggia il Team Agnosine Mista, in quelli da 12 vincono Le Fagiane - Cicli Francesconi.
Molto sfortunata tra i "solo" la prova del ceco Kriz Zdenek, dall'inizio al comando, che è stato costretto al ritiro a causa di una congiuntivite ed è riuscito a concludere comunque 49 giri. Molti altri atleti hanno dovuto ricorrere alle ambulanze (molto efficienti) per lo stesso motivo, il fango fine fine non voleva saperne di uscire dagli occhi. Sul podio finiranno Andrea Pigato, che distacca di sei giri Claudio Pellegrini e Moreno Bianchini.

In campo femminile Margherita Beltramolli ha saputo reagire bene all'iniziale vantaggio di Ausilia Vistarini, piu' minuta fisicamente e quindi un po' piu' a disagio nelle condizioni estreme che hanno caratterizzato tutte le restanti ore di gara. Sul terzo gradino ed un po' piu' distanziata Maddalena Bacchetti.
A riscaldare gli animi Paolo Malfer ed Elio Proch, oltre ad una buona dose di musica, con commenti puntuali sulle classifiche fornite ora per ora dal servizio di cronometraggio Championchip. Nel pacco gara una bottiglia di vino, integratori, un pacco di pasta, un portaborraccia magnetico, un gonfia e ripara. Bene il pasta party senza file, un po' di confusione nel ritiro dei numeri di gara il sabato mattina, peraltro prontamente affrontata e risolta. Insomma un buon voto agli organizzatori, a cui pero' rinnoviamo il consiglio dello scorso anno. E' il percorso l'anello un po' debole della catena: se ha resistito al maltempo non ha però le caratteristiche che possono convincere del tutto i bikers: ci vuole qualche strappetto e qualche tratto tecnico in piu': stavolta era un'impresa gia' restare in equilibrio, ma il salto di qualita' si fa' puntando piu' sulla mtb che non sul ciclocross.

Marzio Deho, al microfono di Paolo Malfer, ha dichiarato che comunque non e' stato così facile come potrebbe sembrare: i molti concorrenti costringevano a cambi di traiettoria e quindi ad un dispendio notevole di energie. Al di fuori di quella che talvolta era una traccia battuta la bici scivolava, bisognava scaricare la potenza in modo graduale e progressivo. Curiosa la scena che si presentava verso fine gara, con Dalto e compagni impegnati a costruire piccoli parafanghi di emergenza con bottiglie e piccoli rettangoli di plastica: riuscire a ridurre il flusso di fango che arrivava sul viso era ormai indispensabile.
Di questa giornata ci restano molte immagini nella memoria. I volti dei concorrenti, vere e proprie maschere di fango, il sole della domenica mattina, mai abbastanza invocato, i sorrisi e qualche lacrima di commozione in casa Olympia, per un tricolore pienamente meritato.

da Solobike

Alleghiamo la classifica in Pdf

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