27 Maggio 2011, 07.52
Punti di vista

A Parigi al G8 si discute di internet

di Aldo Vaglia

Il dibattito su internet continua e si arricchisce ogni giorno. Ma cosa significa comunicare in internet oggi? Nel mondo come in Valle Sabbia? Alcuni spunti.

Il G8 a Parigi non ha trovato l’accordo su copyright e privacy.
I due temi riguardano questioni essenziali di potere: denaro e controllo dell’informazione.
Sarà molto difficile convincere tutti su questioni così essenziali.
 
Dove tutti concordano è sul futuro.
Una lenta ma costante migrazione è in atto dalla carta stampata al digitale, ancora oggi la carta stampata vince per qualità, ma il destino è segnato la speranza è “che la gestione della transizione avvenga nel modo più dolce possibile”. 
Ciò che si dice sul nostro giornale e sui blog in generale è apparentemente un discorso di rilevanza piuttosto limitata, ma anch’esso rientra a pieno titolo nella più globale consapevolezza che il futuro riserverà revisioni e cambiamenti e forse anche una nuova cultura e democrazia.
 
Il contributo della rete è già stato determinante perché intere popolazioni si ribellassero a dittature, in questo caso l’anonimato è risultato determinante per la riuscita delle sollevazioni.
Il sentire comune è: si fa un uso improprio dei commenti alcuni troppo lunghi a volte fuori tema, non sempre corretti, appesantiscono più che contribuire a migliorare l’articolo, diventano pretesto per un’esibizione dei propri pensieri che l’anonimato contribuisce a far sgorgare più dalla pancia che dalla ragione.
 
Seppure una parte di verità si possa riscontrare in queste affermazioni il processo è molto più complicato e l’anonimato è solo parziale.
In genere gli stessi nickname sono usati dai commentatori quando chattano con gli amici sono pertanto conosciuti dal gruppo.
Possiamo classificare i commenti per categoria: filosofia, contestazione, provocazione, insulti, minacce, saggezza, appartenenza, propaganda, moderazione, competenza, ironia.
A volte sono talmente informati da arricchire e migliore l’articolo diventando loro argomento di discussione.
 
Non che i commentatori siano monocordi e si identifichino completamente in una delle citate categorie, ma quando si scrive o si parla in pubblico si tende a privilegiare aspetti rispetto ad altri e a volte si finisce per entrare anche a propria insaputa a far parte di certe catalogazioni che non hanno lo scopo di giudicare ma servono grossolanamente ad identificare gli interlocutori generalmente nascosti da nickname.
Gli italiani non sono dei grandi lettori e quelli del nord, specialmente di una certa età, hanno imbarazzo e difficoltà a parlare in pubblico, la scuola in questo ha delle colpe, fin dalle classi elementari privilegia un tipo di comunicazione scritta che è il tema.
 
Ma scrivono in abbondanza.
È per questo che le lettere ai giornali non mancano mai e le “poste del cuore” abbondano di consigli.
Il tema ha però un difetto: è generalmente impersonale, non è il diario o la lettera, è vero che si scrive ciò che si pensa, ma nello scrivere c’è l’assillo di piacere a chi correggerà il compito.
È per compiacere l’insegnante che si tenta di diventare psicologi e si finisce per perdere originalità e ripetersi in ciò che è apparso altre volte di interesse per chi leggeva.
Questo retaggio di piacere e compiacere ci accompagna per tutta la vita non ne sono immuni né articoli né commenti.

Si scrive più per l’elettore che per il lettore.
Non che chi scrive debba per forza essere terzo, cosa assolutamente impossibile, ma deve almeno essere competente, informato, onesto, deve avere idee e non padroni, ma deve soprattutto avere il coraggio di dispiacere anche contro il suo immediato interesse.
L’informazione, la comunicazione il dibattito sono i fondamenti di civiltà, democrazia, ricchezza, un popolo non è ricco se non ha sapere.
Il giornale su cui scriviamo è letto e piacevole, speriamo rimanga tale e adoperiamoci perché migliori.
 


Commenti:
ID9922 - 27/05/2011 09:31:51 - (Dru) - La memoria

Che avesse ragione Platone ? che è fondamentale la memoria per la reminescenza ? Nella mia vita ho sempre avuto il culto di questo aspetto e gli strumenti atti a coltivarlo sono diventati oggetto di venerazione per me, si posso dirlo tranquillamente, siccome sono della generazione degli esploratori/naviganti e già nel 92' navigavo , quando a navigare in Italia eravamo ancora solo in 50.000 persone e nel mondo i naviganti erano non più di 15.000.000, posso considerarmi privilegiato e padrone del mezzo: consapevole. Ma di cosa ? Consapevole del fatto che Internet è il mezzo per la rivoluzione culturale che ha cambiato e, è sotto gli occhi di tutti ora, lo sta già facendo, con trasformazioni sociali, ma non solo, con trasformazioni antropologiche, di meccanismi della stessa memoria.Ora debbo scappare, ma svilupperò questo discorso....

ID9934 - 27/05/2011 13:35:09 - (Dru) - La memoria

Fino a qualche anno fa l’informazione sui fatti o sui prodotti d’indagine,la ricerca per intenderci soprattutto quella scientifica ma non solo, veniva confezionata meticolosamente e data in pasto all’opinione pubblica dagli organi di stampa e la classe dirigente per formarsi la propria “cultura” aveva come unico strumento d’indagine il libro, che grazie ai tedeschi ha avuto grande diffusione. Prima del libro erano i sacerdoti prima dei sacerdoti era la guerra : se l’uomo per comunicare oggi adoperasse la guerra come facevano le tribù primitive il mondo come lo vediamo oggi sarebbe tutto in guerra e forse dal punto di vista pratico e di mera contabilità non sarebbe neppure tutto un male ma la comunicazione ha permesso all’uomo di confrontarsi con strumenti diversi non perdendo l’abitudine di adoperare la guerra per inviare i propri comunicati con celerità.

ID9935 - 27/05/2011 13:40:37 - (Dru) - La memoria

Ecco che allora per farsi capire le tribù comunicavano con le frecce e così parlavano e trasmettevano alle altre tribù del loro sapere e delle loro abitudini, dopo,con lo sviluppo del linguaggio, i sacerdoti distribuivano le dottrine, distribuivano le cognizioni apprese mediante studio approfondito e che dovevano disciplinare le diverse componenti della società , dopo, con lo sviluppo e la diffusione dei libri si sono formate le borghesie e la laicità intesa come quelle forze interne allo stato che si sono contrapposte ai sacerdoti per sostenere una diversa fede non più esterna al mondo ma più aderente con il mondo stesso e oggi, con lo sviluppo di internet e con la rete l’uomo ha a disposizione uno strumento enormemente più raffinato e progredito di comunicazione che ancora deve dirci e darci di esso ma che già ci fa intuire tutte le sue potenzialità e certamente sarà lo strumento per superare i

ID9936 - 27/05/2011 13:42:00 - (Dru) - La memoria

i santoni di ogni specie laici e non laici.

ID9937 - 27/05/2011 13:50:48 - (Dru) - Il presente

Le nuove generazioni hanno fatto un salto di qualità rispetto alle vecchie .La fine della guerra fredda, il proliferare di rivoluzioni pacifiche nei paesi dell’est e i conti che dovrà regolare il regime Cinese con il regime molto più potente di Internet dovrebbe portarvi sulla giusta strada per intuire.Vedete, Bush e Blair verranno ricordati anche per aver mentito al loro popolo, ma se invece di essere nell’era contemporanea fossero nati in un epoca priva di comunicazione globale e senza Internet credete che la storia li ricorderebbe così ?Volente o nolente la realtà dei fatti è sotto la luce dei riflettori che su di essa noi accendiamo tramite l’informazione e oggi è veicolata con strumenti potentissimi e fuori dal controllo di pochi perché sono gestiti, gli strumenti, da tutti, quindi un vantaggio incalcolabile e di impossibile manipolazione, per tutti noi.

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