23 Maggio 2007, 00.00
Idro
Eridio

Un giorno in PrefetTura

di Ubaldo Vallini

A vent’anni dallo scadere della concessione settantennale di sfruttamento delle acque dell’Eridio, la serata di ieri doveva essere quella buona per una svolta senza precedenti.
La Regione per rema contro e salta tutto.

A vent’anni dallo scadere della concessione settantennale di sfruttamento delle acque dell’Eridio, la serata di ieri doveva essere quella buona per una svolta senza precedenti: sindaci rivieraschi, Comunità montana di Valle Sabbia, rappresentanti degli agricoltori della Bassa bresciana ed Enel, avrebbero dovuto sedersi col prefetto e controfirmare un accordo che avrebbe potuto accontentare tutti e costituire la base condivisa per sistemare definitivamente l’intera questione.

Invece no. La riunione salta a data e ora da destinarsi.
Non basta: gli animi si accendono e volano accuse pesanti. Che succede? Succede che fra le condizioni dell’accordo c’era quella che prevedeva la ratifica a parte della regione Lombardia oltre che quella del Governo e della Provincia autonoma di Trento.
Il prefetto garantisce per Roma, Il Trentino avalla, il Pirellone invece nega la firma. “Sono mancati i tempi tecnici per poter dare un giudizio in merito” è la posizione ufficiale. “Nulla di grave, solo ci vorrà più tempo - commentano fonti della prefettura, dove gli amministratori rivieraschi si sono presentati lo stesso -, si tratta solo di verificare alcuni aspetti tecnici”.

“Non è vero” alza la voce per tutti il sindaco bagosso Marco Scalvini. “Siamo di fonte ad un episodio di una gravità assoluta che esige spiegazioni convincenti – aggiunge -. E’ successo che due ore prima della stipula di un documento sul lago d’Idro che riesce a fare sintesi degli interessi degli agricoltori e dei rivieraschi, l’Assessorato regionale all’Agricoltura sceglie di buttare tutto all’aria per difendere gli interessi di una società privata, una Spa quotata in borsa come è l’Enel”.

A dettare questa interpretazione sarebbero state alcune strane coincidenze che si sono avverate ieri pomeriggio: “Alle 13:44 l’Enel ha inviato in prefettura un fax con il quale ha dichiarato la sua disponibilità a sottoscrivere l’accordo, a patto che il documento venisse ratificato dalla Regione Lombardia – ha detto Scalvini -. Guarda caso poco prima delle 17 la Regione ha comunicato formale atto di diffida ai Comuni di Anfo e di Bagolino per il ritiro delle ordinanze che di fatto impediscono di levare la tura dal canale dell’Enel e che subordinano detta rimozione al raggiungimento di un accordo fra le parti. Poi arriva la richiesta di prender tempo. Se vogliono la guerra l’avranno e andremo fino in fondo a vedere chi è a mettersi di traverso e il perché”.

Livello del lago regolato fra le quote 367,20 e 368,50, minimo deflusso vitale e 33 milioni di metri cubi d’acqua in più per la sete estiva dei campi, con l’Enel costretta a concedere più di quello che avrebbe voluto. Questo prevedeva l’accordo.
C’è mancato solo un pelo.


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Di ricorsi ce n'è ancora un paio Uno in Europa, l'altro al Tribunale superiore delle acque. In tema di lago, sicurezza e sfruttamento delle acque altre corti si devono ancora esprimere. Intanto prosegue l'iter per la realizzazione delle opere




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