09 Maggio 2011, 08.54
Bagolino
Storie

Bagolino e la Liberazione

di Ubaldo Vallini

Ci sono voluti 66 anni e sabato scorso 20 aprile, per la prima volta, Bagolino ha celebrato l’anniversario della Liberazione.

L’ha fatto davanti al monumento ai Caduti che sorge vicino al sagrato della parrocchiale di San Giorgio.
Marmo che solo da alcuni anni ospita anche i nomi dei Caduti della Seconda guerra mondiale e dove ancora mancano quelli dei partigiani uccisi a Valle Dorizzo il 6 ottobre del 1944.
Altro che “riconciliazione”: a causa di quella brutta storia Bagolino ancora fatica a ritrovare una serenità che altrove pare già retorica.
 
Quello che si è consumato a Valle Dorizzo è stato un episodio straordinariamente cruento e doloroso per l’intera comunità bagossa. Tanto che solo sessant’anni dopo, era il 2004 (la foto si riferisce a quella cerimonia), è stato possibile apporre al fienile teatro della tragedia una targa alla memoria e cominciare a celebrare una messa di suffragio per l’annuale ricorrenza.

Il dramma
Quella notte che solo in apparenza è tanto lontana, i tedeschi delle SS e i fascisti delle brigate antipartigiane saliti da Idro sorpresero dieci giovani partigiani.
Li interrogarono con metodi spicci, li legarono uno accanto all’altro e con loro dentro diedero fuoco al fienile.
Morirono bruciati vivi urlando e chiedendo aiuto, senza che nessuno muovesse un dito per soccorrerli.
Quell'esecuzione doveva essere d’esempio a tutti e addirittura vi assistette legata mani e piedi anche una delle madri.

Il dopo

Fiamme che erano destinate a bruciare nei decenni successivi, avviluppando in una spirale di odio e di recriminazioni tutta Bagolino.
Da una parte chi voleva mettere a tacere il rimorso per aver considerato quei giovani dei briganti e per questo addirittura li aveva venduti.
Dall’altra chi si era improvvisamente trovato di fronte all’orrendo dramma che ogni guerra si porta dietro, con l’aggravante di dover piangere dei figli.
 
“Dante, Erminio, Placido, Giuseppe, Guido, Vincenzo, Giacinto, Walter, Giacomo e Paolo – ha elencato il prevosto don Arturo Viani -. Otto bagossi, due di Lavenone. E’ tempo che anche i loro nomi vengano scolpiti sul marmo del monumento, nel lungo elenco dei Caduti di tutte le guerre”.
L’iniziativa di celebrare per la prima volta la Liberazione bagossa è stata assunta dall’Amministrazione comunale, dall’Anpi e dalla locale scuola media, i cui alunni hanno deposto un mazzo di fiori in ricordo delle vittime.
 
Un evento al quale in segno di unità hanno partecipato l’assessore alla Cultura Alfredo Sberna, Marco Fenaroli per l’Anpi ed il consigliere di minoranza Pelizzari.
Ha destato commozione la presenza del vecchio partigiano camuno Gasperini che, con voce rotta dall’emozione, ha ricordato episodi toccanti della Resistenza nelle Valli bresciane, dove hanno operato Emi Rinaldini, Giacomo Perlasca, Mario Bettinzoli, Tita Secchi, caduti tutti tra il febbraio e il settembre 1944.
Per l’occasione sono stati ricordati anche i caduti di Barbaine e i dieci giovani della brigata Matteotti trucidati a Cesane di Provaglio. L’appuntamento adesso è per il prossimo 25 aprile, con il coinvolgimento di tutta la cittadinanza.

 



Commenti:
ID9351 - 09/05/2011 12:34:00 - (classe74) - massimo

Cosa ben fatta. a sbloccare la situazione l'iniziativa dei pensionati Cgil che hanno una sede anche a Bagolino che assieme a ANPI alcuni anni va deposero una targa in valle Dorizzo e recuperato la memoria storica di quei fatti.grazie e bravi

ID9476 - 15/05/2011 08:16:56 - (ric) - come al solito

Giusto ricordare..... ma, mi raccomando non facciamoli diventare eroi.......non lo erano!!!!!!

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