28 Marzo 2011, 12.01
Punti di vista

In Libia in nome della libertà

di Aldo Vaglia

Tutte le libert non sono uguali, alcune hanno il petrolio. La guerra in Libia ci pone di fronte a questioni irrisolte che coinvolgono l'umanit intera.

“Chi combatte viene sempre sconfitto da entrambe le parti. È solo una questione di tempo”
Da una lettera ai contadini di Jean Giono scritta nel '38 prima della grande guerra.
 
Partendo da queste considerazioni Carlo Petrini si rifiuta di accettare la guerra in qualsiasi caso.
Pur considerando fondata la sua posizione mi sfugge l’alternativa per fermare il massacro delle popolazioni che si ribellano alle dittature.
In una delle ultime puntate di “ Che tempo che fa” era presente lo scrittore americano Jonathan Franzen. Presentava il suo ultimo libro “Libertà”.
Mi hanno colpito le sue osservazioni e quella alla base del racconto: la Libertà non rende Felici.
 
La gente è venuta in questo paese o per denaro o per la Libertà. Se non hai denaro, ti aggrappi ancora più furiosamente alle tue libertà. Anche se il fumo ti uccide, anche se non hai i mezzi per mantenere i tuoi figli, anche se i tuoi figli vengono ammazzati da maniaci armati di fucile. Puoi essere povero, ma l’unica cosa che nessuno ti può togliere è la libertà di rovinarti la vita nel modo che preferisci”.
 
È nel nome della libertà che in America non c’è un Welfare.
E sempre in nome della libertà si fanno le guerre.
Libertà è ciò che definisce l’America e ne connota tutta la sua storia, uno straniero che entra a New York ne vede la sua immagine, la dichiarazione d’indipendenza la lotta alla schiavitù la liberazione dell’Europa dal Nazifascismo la fine della guerra fredda tutto si è fatto nel suo nome.
Ma è stato anche il suo grande alibi per una politica estera ideologica e non sempre dalla parte giusta. Il Cile, il Vietnam, Cuba, il Golfo, il Kosovo, l’Iraq.
 
Tutta la storia Americana si riassume in questo concetto.
Una verità incontrovertibile per alcuni una crudele menzogna per altri.
Il conflitto Libico rientra in questo schema.
La sinistra, pacifista con Bush, oggi è schierata per l’intervento, la destra, guerrafondaia, è dubbiosa, la lega contraria.
 
La confusione è totale, anche la Libertà è a corrente alternata.
Lasciare la soluzione alle rivolte interne, contro gli eserciti, i bombardamenti e i carri armati, è  pilatesco.
Intervenire ad abbattere i dittatori è ingerenza negli affari interni degli stati sovrani.
Stare dalla parte degli insorti sembra il luogo della ragione.
Non bisogna però dimenticare che molte popolazioni subiscono dittature e stermini peggiori nel silenzio di tutte le democrazie occidentali.
 
Tutte le libertà non sono uguali, alcune hanno il petrolio.
 


Commenti:
ID7997 - 28/03/2011 14:00:42 - (Dru) - La Libertà

Che dire, posso solo portare il mio umile contributo alla discussione, che mi vede totalmente schierato con Aldo sul dubbio che insinua sull'opportunità della Libertà.Noi non possiamo scegliere, ormai la Libertà è il senso del pensiero occidentale, il suo destino, ma possiamo provare a conoscerne le origini e a studiarne gli effetti per meglio governarla e per non farci annichilire da essa. Libertà come fine e uguaglianza per raggiungerla che con l'età moderna si è sostituita alla libertà, le tecnologie, come mezzo, per raggiungere il fine dell'uguaglianza.Ma la Libertà, quando era ancora un fine aveva un suo carattere, serviva alle società per liberarsi per sciogliere i legami, le determinazioni, si da trasformare il determinato in contingente. non voglio farla lunga e vorrei essere riflessivo ma sintetico: la società tedesca e quelle società che si allontanano dal relativismo per avvicinarsi

ID7998 - 28/03/2011 14:04:42 - (Dru) - La Libertà

...e quelle società che si allontanano dal relativismo per avvicinarsi all'assoluto, che vedono ancora l'uguaglianza come mezzo, hanno dimostrato fin d'oggi che Dio non è vero che è morto.Certo per far questo bisogna rinunciare a qualche libertà. Riflettete.

ID8002 - 28/03/2011 14:32:58 - (Dru) - La Libertà

"Se l’epistéme è il luogo dove si manifesta la verità, la polis è il luogo dove l’esercizio del dominio è guidato dalla verità dell’episteme . Questo è l’ambito essenziale della politica nel pensiero Occidentale. Eppure a partire dalla metà del 1800 la verità dell’episteme diventa impossibile, e il suo sovra-stare è violenza. La libertà odierna si basa sulla liberazione dell’imposizione dell’episteme: da qui la crisi della politica, quale conseguenza della crisi delle verità. In contrapposizione con la tesi kantiana per cui la libertà è il fine e l’uguaglianza il mezzo, l’epoca contemporanea interpreta la libertà come mezzo per fondare l’uguaglianza, che a sua volta diventa mezzo per potenziare l’apparato tecnico.L’essenza della tecnica non è data dalla sua base fisico-matematica, ma dalla

ID8003 - 28/03/2011 14:34:14 - (Dru) - La Libertà

ma dalla volontà di aumentare all’infinito la propria potenza, per tale scopo si richiede il totale dissolvimento degli immutabili: l’essere parmenideo, le idee platoniche, il dio cristiano, le ideologie dell’Occidente."

ID8009 - 28/03/2011 15:16:08 - (Dru) - La Libertà

....Gheddafi.....

ID8013 - 28/03/2011 19:27:00 - (GGA) - Leggendo e riflettendo

Quante popolazioni lsaciate sole perchè il luogo è senza interesse economico............... libertà di uccidersi fra loro? MI schiero con voi ma non potremo fare nulla!!!!!!!!!!!!!! Accidenti!

ID8019 - 28/03/2011 20:30:00 - (panta_rei) - Non sono parole mie...

Torno a riflettere di Libia e di guerra. Lo faccio dopo giorni di dissidi e necessario silenzio. Lo faccio ma sono ancora confuso, e la lettura della stampa in questi giorni non mi aiuta: dai giornali di destra le opinioni grossolane, le livide argomentazioni sul pacifismo in sordina, se non in ritirata, della sinistra. I pareri disturbanti, trinciati con l'accetta, cinicamente orientati sul nostro maleodorante giardino nazionale per estorcere consensi alle coscienze meno avvertite. Dall'altro versante commenti che più neutri non si può, sull'intervento militare in Libia; al più si deride il buffone di palazzo Grazioli, le sussiegose effusioni di qualche mese fa nei confronti del beduino. Sono da sempre un convinto pacifista, sinora mai approvato un solo intervento militare, nemmeno sotto l'egida ONU. Questa volta però - e credo sia il rovello di molti - mi sono chiesto cosa si potesse davvero opporre al caso tragicamente inedito di un dittatore che

ID8020 - 28/03/2011 20:35:00 - (panta_rei) - ma le condivido...

Questa volta però - e credo sia il rovello di molti - mi sono chiesto cosa si potesse davvero opporre al caso tragicamente inedito di un dittatore che massacra il suo popolo, e che potrebbe ancora sterminare decine di migliaia di persone; tra l'altro, presumibilmente pronte a determinarsi in forme democratiche. Come la stampa, anche le armi non fanno differenze: si colpisce e si uccide alla grossa, è il tratto distintivo di un'epoca. Gli araldi della RealPolitik, che in questi giorni dileggiano la tormentosa vacanza del fronte pacifista, questo dilemma non lo considerano. Né sembrano focalizzarlo i sostenitori della sinistra interventista, che a parte i baciamano, non si sono storicamente mai negati agli interessi di Gheddafi. Condivido il parere espresso qualche settimana fa dalla Bonino, che tra l'altro non ho mai votato: la ragione di stato NON deve ragionevolmente condurre a schierarci dalla parte dei dittatori: utilizzare le parole quando si può,

ID8021 - 28/03/2011 20:40:00 - (panta_rei) - Fine... riflessivo e sintetico come Dru :-)

...salva le vite e, perché no, calmiera la benzina. Non ho risposte, sul serio vi chiedo di aiutarmi a capire: la vita è più complessa degli schieramenti in cui si crede o si vuole appartenere. Confuso, ma libero. Appartengo alla vita. Come voi. (Vincenzo Di Maro su FB)

ID8026 - 28/03/2011 23:44:00 - (sonia.c) -

se le risposte sono difficili... facciamoci delle utili domande: perchè si eleggono i dittatori? perchè i popoli hanno cosi la memoria corta? perchè qualsiasi bugiardo impostore plateale viene eletto??perchè la verità viene sempre messa in croce e s isalva il BARABBA di turno??? perchè la gente ha cosi poca fantasia e vuole di nuovo il fascismo e il nazismo???? il resto mettetelo voi!!!

ID8028 - 29/03/2011 07:56:20 - (Dru) - Aiuto a capire la guerra per Vincenzo

"Polemos è di tutte le cose padre, di tutte re, e gli uni rivela dei e gli alti uomini, gli uni fa schiavi e gli altri liberi".Per questo Hegel amava tanto Eraclito.Per Eraclito non può esistere una pace totale, assoluta ed eterna, esiste una pace perché prima si è verificata una guerra, ed il fatto che ci siano pace e guerra crea l’armonia nel divenire.Uno dei primi filosofi dell’antichità che accenna al problema della guerra è Eraclito. Egli identifica il logos, o ragione, come il fondamento della realtà e questo logos è dominato da una legge che è quella della complementarità dei contrari. Per Eraclito il mondo può essere considerato assolutamente tutto positivo o negativo, esiste il male così come esiste anche il bene, la guerra e d’altro canto la pace, la giustizia e l’ingiustizia ed insieme si compensano e si completano generando armonia.

ID8029 - 29/03/2011 07:59:28 - (Dru) - Hegel qui gongola

Non può esistere una pace totale, assoluta ed eterna esiste la pace poiché prima si era verificata una guerra, ed il fatto che ci sia pace e guerra crea stabilità, euritmia, equilibrio, essi sono termini contrari ma si completano secondo la legge del logos. L’armonia che si realizza tra le cose presenti nella realtà consiste infatti nell’UNITA’ e IDENTITA’ degli opposti in tensione tra loro, ma Eraclito sostiene che non si tratta solo di una successione di un opposto all’altro, ma attribuisce alla guerra un ruolo particolare: essa è simbolo di tutto ciò che avviene nell’universo: "Polemos ( guerra ), è di tutte le cose padre, di tutte re, e gli uni rivela dei e gli altri uomini, gli uni fa schiavi e gli altri liberi".

ID8030 - 29/03/2011 08:02:15 - (Dru) - Guerra fecondatrice come condizione necessaria

La guerra diventa quindi responsabile della condizione di libertà e schiavitù. La nozione di libertà si determina da quella opposto di schiavitù, ma ciò che genera questi opposti non è nient’altro che la guerra. Essa non viene però considerata negativamente, la guerra non espressione d’ingiustizia, come aveva sostenuto invece Anassimandro, affermando che l’ingiustizia consiste nel distacco dalla matrice originaria che è l’Apeiron e nel conflitto che oppone un contrario all’altro.

ID8031 - 29/03/2011 08:05:00 - (Dru) - Gerarchia, tensione, assiologia, competizione, agonia

Diversamente per Eraclito la guerra che sembra apparentemente distruggere, in realtà crea ordine e da essa ne scaturisce una gerarchia che distingue dei da uomini, liberi da schiavi. Dalla guerra nasce anche la giustizia perché: "bisogna sapere che, essendo la guerra comune, anche la giustizia è contesa, e tutto nasce secondo contesa e necessità". Non è da escludere che forse Eraclito concepisse l’ordine anche come gerarchia e quindi la guerra che crea gerarchia è fonte d’armonia. Non dimentichiamo che Eraclito era un filosofo di matrice aristocratica ed esprimeva profondo disprezzo per la massa di uomini, dormienti, incapaci di comprendere il logos e quindi la verità alla base di ogni evento.

ID8032 - 29/03/2011 08:12:38 - (Dru) - Concludo

Non pensiate che la guerra venga mossa per fini pacifici, quelli potrebbero instaurarsi, la pace, conseguentemente, ma il fine è sempre e comunque di gerarchia e fin che ci sarà gerarchia ci sarà guerra. a proposito rileggetemi sopra sul senso dell'eguaglianza e della libertà e il quadro si districherà o intricherà.

ID8033 - 29/03/2011 08:21:00 - (Dru) - Dru chiarisce

Quello che ho riportato sopra è frutto di indagine elettronica mischiata con mie puntualizzazioni, solo per questione di tempo, non per mancanza di conoscenza.Conosco Eraclito e il suo pensiero e conosco Hegel e il suo pensiero, per quel che si può interpretare del pensiero di un altro. Chiarisco perchè noto nei blog la facilità con cui si guarda alla forma distogliendo l'attenzione ai contenuti, un poco come mirare al dito e non vedere dietro la ........ e se posso suggerire vi prego, se c'è commento non fatelo su questo ultimo messaggio ma atteniamoci al contenuto dell'argomento, altrimenti mi deprimo.

ID8034 - 29/03/2011 08:27:00 - (gufetta) - é questione di tempo?

Mi sembra che chi ha più fretta di concludere le guerre si prepari prima per la prossima. E' questione di mercato. Sento il bisogno di un gran silenzio.

ID8035 - 29/03/2011 08:31:00 - (sonia.c) -

il problema dell'umanità è che gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi....... Bertrand Russel. "il testamento" spirituale d iRussel è stato nascosto per più di 30 anni dagli americani........ il mondo scieglie sempre barabba..........

ID8036 - 29/03/2011 09:42:00 - (Ricard53) - Tema antico.

Riallacciandomi in parte a quanto sosteneva Dru, dovremmo dire subito che l'eterno conflitto non si risolve solo con auspici di pace. Viviamo in un universo energetico che esiste in virtù di una differenza di potenziale (possiamo in questo caso pensare a un'intelligenza oppure no che ha generato il tutto che percepiamo). Da questa differenza ne consegue tutto il resto, ci siamo per un principio di contraddizione e allora, come diceva Dru, vi sono le manifestazioni del positivo e del negativo, del bene e del male, della pace e della guerra. Credere che si esca da questo senza risoluzione dei conflitti è impossibile solo con i mezzi delle nostre personalità. La storia ce lo insegna, non è esistito un attimo di pace, per il semplice fatto che la vita è azione e non può esserci vita in un universo stazionario. Adesso qualcuno si chiederà: "allora cosa facciamo?" Probabilmente una risposta e una strada esistono, pensiamoci un po'.

ID8037 - 29/03/2011 10:16:00 - (Dru) - Dio

Per ora l'unica strada indicata dalla storia è Dio e lo dico da ateo.

ID8038 - 29/03/2011 10:24:00 - (Dru) - La Libertà.

Colombia, follia ultrà: funerale in curva. http://multimedia.lastampa.it/multimedia/sport/lstp/33149/

ID8102 - 02/04/2011 08:10:00 - (sonia.c) - per dru

è un paradosso ma.... è vero gli atei seguono la morale di cristo più dei cattolici osservanti.... che il più delle volte hanno il LIBRO in una mano ,e il FUCILE nell'altra..........!!!!!!!

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