Domani l’ultimo saluto ad «Angilù»

Domani pomeriggio, in una cornice di tristezza e di prevedibile sgomento per una situazione davvero pesante, Gavardo dirà addio ad Angelo Bonomini, il quarantanovenne rimasto ucciso durante la rissa scoppiata giovedì sera in via Quarena per un regolamento di conti. Un bruttissimo episodio che ha visto coinvolti da una parte la vittima e un congiunto nordafricano, dall’altra due magrebini e una donna italiana.
Già nella notte fra giovedì e venerdì, le forze dell’ordine avevano fermato tutti i protagonisti del cruento scontro.

E fra mazze, bastoni, calci e pugni, tutti i quattro uomini erano rimasti feriti, ma a Bonomini è toccata una sorte ben peggiore, anche se le analisi (ne riferiamo a fianco) non hanno ancora stabilito se il decesso sia legato a un malore o alle percosse subite.
Nonostante questo elemento da chiarire, l’autorità ha dato ieri il nulla osta alla sepoltura, permettendo così di celebrare il rito funebre che partirà alle 15.30 dalla camera mortuaria dell’ospedale di Gavardo, per arrivare poi alle 16 a Calvagese della Riviera, nella frazione Mocasina.

Qui lo scomparso era nato e aveva vissuto prima di trasferirsi a Soprazocco di Gavardo con l’attuale compagna.
Si diceva dell’incertezza sulla causa del decesso. Il fatto che la vittima possa essere stata colta da un infarto è cosa assai probabile, dato che già nelle settimane scorse aveva sfiorato la morte a causa di un attacco cardiaco. Non era comunque la prima volta, ma addirittura la terza, pare. Del resto le scelte di vita dello scomparso non lo hanno certo aiutato a mantenersi in salute. Già dagli anni Ottanta aveva preso una strada ben precisa. Un percorso che, al di là dei giudizi morali inutili e illegittimi (quando non addirittura cinici) troppe volte espressi in questi giorni, era certamente rischioso, come dimostra la lunga lista di denunce, condanne e segnalazioni che pesavano sulla sua testa.

Lo chiamavano «Angilù», ed era piuttosto conosciuto nei paesi della bassa Valsabbia e dell’entroterra gardesano. Tanti sapevano quali fossero il suo passato e il suo presente.
Qualcuno però vuole ricordare anche che era stato un grande lavoratore, almeno prima di voltare le spalle alla legge, quando con i fratelli aveva creato una ditta di scavi e manutenzioni stradali molto attiva.

Forse a Gavardo e dintorni sono già state spese troppe parole su questa vicenda, ma pare che al peggio non ci sia mai fine. Nella rissa erano coinvolti due italiani, ma anche tre stranieri. E questa, per qualcuno, è una spiegazione sufficiente al proprio razzismo.
Intanto, la fiaccolata contro l’immigrazione già organizzata per ieri sera da Forza Nuova è stata rinviata a giovedì prossimo.

Luca Cortini da Bresciaoggi

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