11 Maggio 2007, 00.00
Gavardo
Cronaca nera

Feroce rissa a Gavardo

Nella centrale via Quarena scontro fra 5 uomini per un presunto regolamento di conti.
Urla e bastonate: a terra resta un corpo senza vita, quello di Angelo Bonomini, 49 anni.
Altro mistero: la sua casa di Soprazocco č andata in fiamme.

Aggrediti a colpi di mazza. Presi a pugni e a calci, colpiti con grossi bastoni. Una rissa iniziata altrove e finita lì, a Gavardo, all’incrocio tra via Quarena e via Giroli. A terra rimane un uomo, Angelo Bonomini, accasciato contro il muretto della strada. Al suo fianco il cognato Lofti, ferito in modo non grave. I quattro aggressori scappano, a bordo della stessa auto che aveva inseguito la Ford Fiesta grigio metallizzato con a bordo Bonomini e Lofti. Forse una Citroen C3 di colore scuro.

Erano le 19.15, o giù di lì, quando nel paese alle porte del lago di Garda si è consumato quello che, da una prima ricostruzione, si presenta come un regolamento di conti nell’ambito di affari sporchi legati allo spaccio di droga.
Le due auto sgommano, nel centro del Paese, quando la Ford di Bonomini frena e si blocca all’angolo tra via Quarena e via Giroli. A fianco si ferma anche l’altra utilitaria che, in base ad alcune testimonianze, pare fosse guidata da una donna. I tre uomini che erano con lei scendono, armati di mazze da muratore e grossi bastoni ed aggrediscono Bonomini e Lofti. Pochi minuti d’inferno, tra urla, botte, imprecazioni. I vetri della Ford vanno in mille frantumi sotto i colpi delle mazze. Un inferno.

Bonomini - noto nella zona come «Angilù» per la sua stazza, ma anche conosciuto con il soprannome di «Bronx» - reagisce all’aggressione menando fendenti a destra e a manca, fino a che non si accascia a terra, forse stroncato da un infarto, forse ferito a morte dalle botte ricevute. Lui è vestito di blu, mentre il cognato ha una canottiera bianca.
A quel punto, gli aggressori scappano verso Paitone, e lo fanno proprio mentre le sirene spiegate di un’autoambulanza squarciano la quiete dell’ora di cena per soccorrere i feriti. Le condizioni di Bonomini appaiono subito molto critiche, mentre il cognato Lofti ha escoriazioni guaribili in pochi giorni.

Angelo Bonomini, 49 anni, residente a Mocasina di Calvagese della Riviera, anche se da tempo domiciliato in via Piazze a Soprazocco di Gavardo dove viveva con la compagna Marilena, cessa di vivere durante il trasporto all’ospedale di Gavardo. Rimane il dubbio, che verrà sciolto dall’autopsia: si è trattato di omicidio, oppure di infarto? Proprio il mese scorso Bonomini era stato in ospedale a seguito di un infarto e le sue condizioni fisiche pare non fossero ancora ottimali.
A Gavardo, oltre al cognato di Bonomini, si trova anche un aggressore in stato di fermo, mentre un altro è stato portato in caserma dai Carabinieri che stanno svolgendo le indagini. Altre due persone sono invece ricercate. Le due persone in stato di fermo sono di origine nordafricana, come nordafricano è il cognato della vittima.

Un altro dubbio, oltre a quello sulle cause della morte di Bonomini, deve essere sciolto dagli inquirenti. Ed è quello legato all’incendio della sua casa, a Soprazocco, divampato quasi contemporaneamente all’aggressione che si stava consumando a Gavardo. Una notizia che si è diffusa tra le persone di Gavardo che sostavano in via Quarena. Ed insieme alla ulteriore notizia, è aumentato lo stupore, misto a sgomento e a rabbia.

La compagna della vittima, precipitatasi di corsa in ospedale, sostiene di aver lasciato acceso il forno e forse anche il fornello della cucina e che, dunque, questa «disattenzione» potrebbe essere stata la causa dell’incendio. Gli inquirenti, tuttavia, non escludono anche l’ipotesi dolosa e stanno lavorando anche su questo fronte per chiarire se le fiamme che hanno distrutto l’appartamento abbiano qualche relazione con la violenta aggressione del suo inquilino o siano, invece, frutto della concitazione della serata. A domare le fiamme e a effettuare le prime valutazioni del caso sono stati i Vigili del Fuoco del Distaccamento di Salò: a loro spetterà quest’oggi il compito di effettuare una perizia risolutiva sull’origine delle fiamme.

Angelo Bonomini da qualche tempo non lavorava, anche per i problemi di salute recentemente affrontati. In passato aveva fatto il cavatore, ma alcuni - sulla piazza - lo ricordano anche come autista. In passato aveva avuto, anche, guai con la giustizia per reati contro il patrimonio, e per questo era una persona nota alle forze dell’ordine.
All’angolo della strada, ieri sera, la Ford fracassata era ferma, e le persone tenute a distanza dai nastri bianchi e rossi messi dagli inquirenti.
Sull’asfalto, una mazza usata per l’aggressione, guanti, ciabatte, macchie di sangue. Il tutto quasi «appoggiato» su un tappeto di cristalli, quel che ne è rimasto dei vetri dell’auto.

Intorno, gli investigatori dell’Arma dei Carabinieri, coordinati nelle indagini dal sostituto procuratore Maria Grazia Ormanni: il ten. col. Marco Riscaldati, comandante del Nucleo operativo del Reparto provinciale, il maresciallo Benito Sganzerla e il maresciallo Paolo Fioletti della Compagnia di Salò, intervenuti per primi insieme ai colleghi di Gavardo.
Investigatori che hanno lavorato tutta la notte per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto, interrogando i fermati ed anche il cognato di Angelo Bonomini. Ma anche per ricercare gli altri autori dell’aggressione, tuttora latitanti.

Anna della Moretta dal Giornale di Brescia


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