06 Febbraio 2011, 10.45
Tecnologia

Il cimitero dei telefonini

di red.

Che fine fanno gli apparecchi obsoleti? Ecco 8 modi intelligenti, creativi e solidali per disfarsene.

 
Il cellulare l’abbiamo tutti, si cambia mediamente una volta l’anno (così dice la statistica…), c’è addirittura chi ne possiede più di uno. 
Questa sua larga diffusione ha generato un’eccessiva presenza di rifiuti hi-tech difficili da smaltire, i cosiddetti RAEE.
Cosa ci facciamo invece con i vecchi telefonini? Li lasciamo, il più delle volte, stantii in cassetti e mensole.
 
Si può fare dell'altro. Prima di tutto bisogna sapere che all'acquisto di un nuovo apparecchio il negoziante deve farsi carico, gratuitamente, dello smaltimento del vostro vecchio dispositivo. Se invece vi rimane per le mani, trattandosi di rifiuti elettronico, i cellulari vanno smaliti nelle isole ecologiche e negli appositi centri RAEE presenti nei vari comuni.
 
E' possibile però andare oltre alla semplice dismissione del proprio vecchio compagno di avventure e magari guadagnarci qualcosa, trasformandolo in altro o contribuendo ad iniziative di solidarietà.
 
Ecco otto idee:
 
1) Interessante l'iniziativa promossa da Vodafone Italia  già a partire dal 2000 nell'ambito del progetto "My Future" che ha offerto ai clienti che si sono disfatti del proprio cellulare in uno dei centri Vodafone, oltre all'accredito di punti per il programma Vodafone One, la consapevolezza di aver contribuito a creare energia pulita nelle scuole.
In collaborazione con Legambiente, infatti, Vodafone ha raccolto gli apparecchi per rigenerarli distribuendo gratuitamente a tutti coloro che avessero riciclato il proprio cellulare, lampadine a risparmio energetico, investendo il ricavato dell'operazione in impianti fotovoltaici nelle scuole d’Italia.
 
2) E se riciclare il proprio telefonino divenisse un’occasione per fare solidarietà?
Grazie all’iniziativa promossa da COOPI – Cooperazione Internazionale in collaborazione con ECOSOL, azienda leader nel riciclo di rifiuti tecnologici, è possibile.
Il progetto dal titolo “Valorizza il tuo cellulare, sostieni COOPI” consiste nella possibilità di inviare gratuitamente il proprio cellulare inutilizzato in una busta fornita dall’organizzazione che si occuperà, attraverso il supporto di ECOSOL, di riciclare l’apparecchio e utilizzare il ricavato in aiuti concreti per le popolazioni del Sud del Mondo garantendo loro l’accesso all’acqua potabile, favorendo la gestione delle risorse idriche e dei sistemi di purificazione, intervenendo in contesti urbani degradati, costruendo strade, reti fognarie e discariche.
 
3) Scovata su questo sito, invece, un’interessante trovata per dare una nuova funzionalità (e un nuovo uso) al vostro cellulare trasformandolo in uno spy-phone.La procedura è piuttosto tecnica ma se la seguite passo passo dovreste riuscire ad apportare la modifica.
Una volta creato il vostro cellulare spia non vi resterà che nasconderlo nel luogo che più vi interessa (un cassetto, un armadio, una porta).
Nel caso qualcuno provi a metterci le mani sarete avvertiti attraverso una chiamata sul vostro numero di telefono. Incredibile? Ma vero!
 
4) Viene dagli Stati Uniti d’America la proposta della "rottamazione dei cellulari".
A lanciarla è una nuova azienda chiamata eRecyclingCorps.Si occuperà di gestire un sistema di riciclo di cellulari per conto degli operatori telefonici: in pratica i consumatori, riconsegnando i vecchi dispositivi nei negozi nei quali li hanno acquistati, potranno acquisire dei crediti per l'acquisto di un nuovo cellulare.
Qualcosa di simile avviene, però, anche in Italia. H3G Italia lancia love2recycle, un’iniziativa che darà modo agli utenti di “rottamare” il vecchio cellulare in cambio di buoni acquisto da spendere nei 3 Store.
Ogni cellulare sarà valutato diversamente in base alle proprie caratteristiche, e dovrà avere alcuni requisiti, tra cui: deve accendersi deve essere comprensivo della propria batteria ed e avere tutti gli accessori trovati al momento dell’acquisto.
 
5) Una soluzione più umile, ma ugualmente utile è quella di tenerlo di scorta, nel caso si guasti quello nuovo.
Cosa che accade più spesso di quanto immaginate.
 
6) Regalarlo. Sembrerà scontato, ma è un ottima soluzione ecosostenibile.
Il vostro nipotino o cuginetto è arrivato all’età giusta per poter entrare nel “meraviglioso” mondo della telefonia mobile? Ok, evitate inutili spese. Regalategli il vostro vecchio modello.
 
7) Il Dott. Ozcan usando software da lui stesso sviluppato e di un valore approssimativo di 10 dollari con hardware pronto per l'uso, ha adattato telefoni cellulari per sostituire microscopi.
I telefonini adattati possono essere usati per lo screening a distanza lontano da ospedali, tecnici o laboratori diagnostici.
Per ora ci sono solo prototipi, si spera in una realizzazione commerciale il prima possibile.
 
8) Volete misurare uno spettro attraverso un telefonino? Bene, anche questo, si può.
Non si parla però di fantasmi. In origine uno spettro era la gamma di colori che si osserva quando della luce bianca viene dispersa per mezzo di un prisma.
Con la scoperta della natura ondulatoria della luce, il termine spettro venne riferito all'intensità della luce in funzione della lunghezza d'onda o della frequenza.
E per misurare, quindi, questa intensità c’è uno strumento chiamato spettroscopio. Il suggerimento è fornito da un blog.
La lavorazione è molto tecnica, ma se avete, voglia, curiosità e necessità di  uno strumento del genere è veramente consigliata la lettura.
 
E se tutti questi consigli non vi sono serviti a nulla?
Basta acquistare il cellulare biodegradabile!Il designer olandese Gert-Jan van Breugel ha, infatti, progettato Bamboo, un telefonino che al termine del proprio ciclo di utilizzo può essere buttato nel compost.
L’involucro è fabbricato in bioplastica, derivata da materie prime rinnovabili come il mais, e in bambù.
Una volta buttato, Bamboo riserva una piacevole sorpresa: dopo poche settimane l’involucro si disintegrerà e i semi di bambù contenuti al suo interno inizieranno a germogliare.
Se son fiori fioriranno, se son cellulari…anche!
 
Tratto da un articolo di Alessandro Ribaldi su greenme.it
 


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