21 Gennaio 2011, 08.01
Vobarno Odolo
Immigrazione

Due incontri sul decreto flussi e test d’italiano

di red.

Marted a Odolo e mercoled a Vobarno due incontri pubblici promossi dalle amministrazioni comunali e dalla Cgil di Brescia.

Le amministrazioni comunali di Odolo e Vobarno, in collaborazione con la Cgil bresciana, hanno organizzato due incontri inerenti il nuovo decreto flussi e il test di italiano per il rilascio del permesso di soggiorno per i soggiornanti di lungo periodo (carta di soggiorno).

Il primo appuntamento sarà a Odolo, martedì prossimo, 25 gennaio, alle 20, presso l'auditorium della biblioteca in p.zza Bernardino Faino; il secondo il giorno dopo mercoledì 26 gennaio a Vobarno, sempre alle 20, presso la biblioteca comunale in p.zza Corradini.

Agli incontri interverranno come relatori Giovanni Valenti, già consulente per le politiche migratorie del comune di Brescia ed attuale presidente della fondazione “G. Piccini” onlus per i diritti dell'uomo, e Clemente Elia del Dipartimento Immigrazione Cgil Brescia.

Come è noto dal 9 dicembre 2010 in base al decreto legge 4 giugno 2010, lo straniero non comunitario che intende avere il permesso di soggiorno ha l'obbligo di dimostrare la conoscenza della lingua italiana tramite una prova di italiano, che avviene su convocazione della Prefettura.

Per tanti stranieri il test si presenta un ostacolo estremamente difficile ed arduo da superare, che rischia di suonare come una condanna certa: quella di un ritorno inevitabile alla clandestinità.

Da anni alcune amministrazioni comunali interessate alla serena convivenza ed alla pacifica inclusione degli stranieri nel tessuto sociale, tra le quali Odolo e Vobarno, propongono ai cittadini residenti corsi di lingua italiana, di alfabetizzazione per adulti, proprio per facilitare l'integrazione dello straniero e nella consapevolezza che la corretta conoscenza della lingua permette all’immigrato di esercitare con efficacia i propri diritti nei confronti sia del privato che delle istituzioni pubbliche. "In molti altri paesi europei - afferma l'assessore ai Servizi sociali di Odolo, Fabrizio Rivadossi – ti aiutano ad imparare la lingua del posto indipendentemente dal permesso di soggiorno. Qui da noi a causa di una normativa che mi appare confusa e pasticciata, l'esercizio di un diritto viene trasformato in un obbligo, con il rischio concreto che molte delle persone che faranno domanda di soggiorno non passeranno il test". "Inoltre – dichiara Rivadossi – faccio notare come da una lettura del decreto, molti aspetti appaiono davvero confusi, a questo punto non so se volutamente”. “Ho l’impressione – prosegue l’assessore – che si ricerchi scientemente l’esacerbazione del conflitto sociale in realtà come le nostre dove gli immigrati sono in continuo aumento, che attraverso il rifiuto del dialogo e confronto costante si insegua la radicalizzazione del conflitto a fini elettoralistici. Il rischio dell’agire in questo modo è quello di vedere troppi disperati pericolosamente sospinti prima verso la clandestinità e successivamente ad ingrossare la manodopera della delinquenza organizzata. Evidentemente temi come la sicurezza e l’autonomia locale tornano buoni solo come slogan da recitarsi in campagna elettorale”. Per tutti questi motivi le amministrazioni comunali di Odolo e Vobarno, anche in considerazione di una certa omogeneità di tessuto sociale (sui rispettivi territori ormai praticamente 1 cittadino su 4 è originario di un paese straniero), hanno accolto con vivo piacere e gratitudine l'iniziativa della Cgil bresciana volta a fare un po’ di chiarezza.



Commenti:
ID6305 - 22/01/2011 12:46:00 - (axste) -

PARTICOLARMENTE UN CRIMINALE CHE SA BENE L ITALIANO NON CI SERVIREBBE il permesso di soggiorno andrebbe dato a persone immigrate che hanno i diritti di esservi es un operaio che cerca lavoro ha dirittto al permesso ..anche se non parla bene l italiano un asilo politico non dovrebbe essere dato ad un criminale politico che fugge dal proprio paese dopo che il suo regime e caduto MA DOVREBBE ESSERE DATO A TUTTI I PERSEGUITATI NON SOLO DI UNA PARTE COME QUEL CASO DI QUEL AGFANO CRISTIANO CONDANNATO A MORTE perche cristiano E POI RIMANDATO NEL SUO PAESE NDR (nessuno se lo ricorda è vero amici del ex gov prodi) e dei altri agfano perche non li rispediamo via .....anche loro se partiamo da questa partenza un immigrato a una coltura del suo paese e imporre la nostra sarebbe un insulto L UNICA COSA CHE ANDREBBE (MA NON VIENE FATTO) E IL RISPETTO DELLE NOSTRE LEGGI che sbagliate o no sono le nostre leggi.

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