27 Ottobre 2010, 12.00
Valsabbia
Pensieri

Dipendenze

di Itu

Non salviamo i nostri figli dalla morte se non abbiamo fino in fondo urlato: questa è la vita.

 
Dichiaro subito che una evidente dipendenza io ce l’ho, è appoggiata sul mio naso e se al mattino non trovo i miei occhiali sul comodino rischio già la vita al primo gradino delle scale.
A dir la verità sono dipendente da altre piccole e grandi strategie che rendono la vita meno complicata o comunque sopportabile, a volte anche magicamente accogliente.
Pare che esistano molecole che contrastando il neuropeptide S e il loro comportamento predispone alla dipendenza da cocaina.
I ricercatori mettono in dubbio l’efficacia di un vaccino adatto a inibire i meccanismi della dipendenza da stupefacenti, speriamo che si fermino nelle sperimentazioni perché si gioca sull’aria fritta.
 
Ieri ho partecipato ad un incontro tra genitori per la proposta di un avviamento al riconoscimento delle strade della dipendenza ai ragazzi di scuola media: forse facciamo finta di non sapere che in valle più dello spinello il vero spauracchio è l’assunzione di alcool, che già in età preadolescenziale è normalmente proposto con evidenti diversi modi di tollerare i gradi di tossicità.
 
Perché il punto è proprio questo, ognuno ha il suo modo di reagire allo stimolo alcolico, che è sorprendente in variabilità almeno quante sono le persone che cercano aiuto nel gruppo attraverso il rito del bere.
E questa dipendenza abbraccia tutte indistintamente sulla base che bere fa buon sangue.
 
Un pregiudizio quindi, spero che gli adolescenti non abbocchino visto che il loro obiettivo primo è contrastare le proposte “adulteâ€, vedeteci un po’ sciocchi per favore qualche volta perché il mondo è vostro.
Probabile che il problema diventi allora quali sostanze la società possa tollerare e in che modo proteggere da effetti indesiderati.
Io credo che spingerci sempre più in restrizioni possa disorientare chi cerca i propri limiti come normalmente succede in adolescenza.
Il carico di noi adulti è ancora ricordare il nostro ruolo di esperti della vita e di affiancare le risorse emergenti che creano sanità e lucidità nelle scelte, quindi metterci in gioco noi per primi nella responsabilità del passaggio di testimone.
 
Credo che siano le cose buone che fanno crescere sul sentiero della vita, e per conoscerle bisogna arrivare a scontrarsi anche con lo scuro del dolore e della mancanza.
Non salviamo i nostri figli dalla morte se non abbiamo fino in fondo urlato: "questa è la vita".
 


Commenti:
ID4584 - 27/10/2010 15:36:00 - (giovane) - Esperienza

Credo che per dipendenza, alcool o droga, non sia dovuto a delle restrizioni ma bensì a delle mancanza di stimoli esterni. Ora i giovani hanno tutto, tutto e subito. Non hanno grandi interessi, seguono la massa perchè essere diversi equivale ad essere sfigati. Entrare a far parte di questo meccanismo chiamato dipendenza equivale a distruggersi e rovinare chi si ha attorno. E' un meccanismo complesso, difficile da spiegare, ma posso dirvi che chi ne entra sa di sbagliare, sa che fa male, dice di saper quando voler smettere, dice che una volta ogni tanto non fa male, poi si ritrovano un giorno da soli senza accanto chi ha lottato per anni per fargli cambiare idea. Finche non sono loro a voler smettere non si può far nulla. L'unica cosa è un binomio casa-scuola che può insegnare a non rovinarsi la vita.

ID4594 - 28/10/2010 09:34:00 - (valdo) - separare il grano dal loglio

E' necessario separare il grano dal loglio quando si tratta di dipendenze sia di droghe che di sesso. Un atteggiamento diverso e' antiscientifico e fuorviante.

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