27 Settembre 2010, 09.08
O
Nucleare

Terza generazione no grazie.

di Aldo Vaglia

Meglio il futuro. Di energia nucleare se ne fa un gran parlare e non sempre con cognizione di causa. Dice la sua Aldo Vaglia e noi pubblichiamo volentieri.

 
Nella patria di Fermi, Majorana, Pontecorvo, il pensare di tornare a quelle centrali nucleari che negli anni 50/60 vedevano l’Italia ai primi posti nel mondo e che una dissennata politica antinazionale ha drasticamente ridimensionato e  definitivamente affossato con un referendum tutto giocato sull’emotività, non solo è antistorico, ma è anche contro ogni logica economico scientifica
 
Per dare soluzione al deficit energetico nazionale e diversificare le fonti l’ex ministro Scajola aveva concordato con la Francia  l’acquisto di un imprecisato numero di centrali termonucleari di terza generazione, il problema era reale, la soluzione avvantaggiava però solo i francesi, che per scelte antitetiche alle nostre si trovavano in una situazione di saturazione e di antieconomicità nella costruzione di nuove centrali sul loro territorio e tentavano di rientrare dagli investimenti vendendo centrali ad altri.
 
La scivolata sulla casa pagata a sua insaputa, l’opposizione delle regioni alla localizzazione di centrali sul proprio territorio, la chiassosa utopia di Grillo e i suoi seguaci, hanno scongiurato per il momento l’avverarsi dell’evento,  non è detto che il futuro non ci riservi sorprese.
La sinistra sulla questione non ha una linea e mantiene “assoluto silenzio”.
Le regioni per interessi politici ed economici potrebbero cedere al ricatto e Grillo, che preso in piccole dosi è la medicina, potrebbe diventare il demiurgo della situazione.
Il piano energetico nazionale rimarrebbe quel libro dei sogni dove tutti vivono felici e contenti fino a che gli altri ci danno petrolio e gas e noi abbiamo  soldi per pagare .
 
Tutti conoscono la fine di Enrico Mattei fatto saltare col suo aereo perché tentava di sganciare l’ENI dal club delle “sette sorelle” e rendere l’Italia autosufficiente sul piano energetico. Meno conosciuto è il “caso Ippolito”.
Felice Ippolito intellettuale illuminato, raffinato politico, ma soprattutto ingegnere e geologo, con le sue ricerche sull’uranio era diventato uno dei massimi esperti sulle centrali nucleari.
Direttore del comitato nazionale per le ricerche nucleari dal 52  diventato poi CNEN nel 60, gestisce risorse economiche pur non avendone facoltà giuridica.
Sviluppa diversi progetti, fa costruire le centrali di Latina e del Garigliano, porta l’Italia ad essere ai primi posti al mondo per produzione di energia nucleare, dispone di competenze e tecnologie ancora oggi spendibili sul mercato internazionale. Tenta anche lui di rendere l’Italia indipendente  in campo energetico.
 
Quale la risposta della politica? 
Un’indagine ministeriale condotta da chi sarebbe in seguito diventato ”il presidente perseguitato” Giovanni Leone lo fa condannare a 11 anni di prigione.
Il cavillo era l’ente senza autonomia amministrativa, il mandante oltre confine.
 
Visto la fine che fanno quelli che toccano i fili dell’indipendenza in Italia per “par condicio“ potremmo credere anche a Scajola.
Ma  torniamo sulla storia per l’energia e veniamo al caso più recente di intromissione politica in questioni tecnico scientifiche dove l’incompetenza è solo pari alla prepotenza.
Carlo Rubbia, professore di fama internazionale e premio nobel per la fisica sta sperimentando presso L’ENEA ente di cui è direttore: distruttori di scorie all’uranio, centrali al Torio 2000 volte più efficienti di quelle all’uranio e con una decadenza delle radiazioni Secolare anziché Geologica e centrali solari di alta potenza che vanno sotto il nome di “Solare Termodinamico”.
 
Oltre alla capacità di sperimentare il nuovo, il professore ha però quello che per la politica è un il grosso difetto: parla. 
E gli scappa di dire che "la ricerca in Italia subisce una grande umiliazione”.
Una frase che gli costa il posto.
La sostituzione avviene con un elettricista che si fa chiamare ingegnere pur non avendone titolo, e naturalmente dà dell’incompetente al premio nobel. ( come il bue che da del cornuto all’asino direbbe Di Pietro).
Così la sperimentazione di Rubbia prosegue in Spagna, se ci saranno brevetti e ricadute economiche se ne avvantaggeranno gli spagnoli.
 
Noi siamo convinti che la politica farà gli interessi della nazione non quando firmerà contratti con chicchessia, ma solo quando si deciderà ad investire in RICERCA e SVILUPPO.
Il futuro dell’energia sarà secondo Rubbia un Nucleare di Nuova generazione e un Solare Diverso,
Può avere ragione o può averla solo in parte, ma di una cosa  c’è certezza, che senza ricerca non c’è sviluppo e nessuno regala niente.
 
 
Aldo Vaglia


Commenti:
ID4091 - 27/09/2010 11:39:00 - (Giacomino) - Farlo capire

Bravo Vaglia come al solito, ma come fare per farlo capire la "dove tutto si pole?".

ID4092 - 27/09/2010 11:49:00 - (davidebond) - prima parte

Ha perfettamente ragione. La ricerca in Italia non ha valore. Sopratutto, io distinguerei tra scienza e tecnologia. Molte persone riconoscono il valore di quest'ultima, ma non della prima. Come si potrebbero implementare nuovi oggetti tecnologici senza un previo sviluppo matematico? A metà ottocento un algebrista inglese diede vita ad una scienza che ha portato alla creazione del primo computer. D'altra parte, il computer nasce come applicazione di una macchina di Turing universale da parte di von Neumann. Ancora, le ricerche di Alan Turing partirono dall'introduzione di una nuova classe di funzioni, dette ricorsive, introdotte da Gödel per la dimostrazione del suo teorema. Vorrei far notare che Goedel introduce il concetto di ricorsività per risolvere un problema filosofico: catturare matematicamente il concetto di finito hilbertiano. La questione riguardava i fondamenti della matematica e non la prenotazione di un volo

ID4093 - 27/09/2010 11:55:00 - (davidebond) - seconda parte

per Sydney. Eppure, oggi siamo in grado di prenotare un volo tramite web, proprio grazie a quella scienza, la computer science, che nacque su dei lavori per molti inutili o astratti. Con questo cosa voglio dire? Che spesso si guarda solo al lato pratico della ricerca, al risultato e molte ricerche vengono considerate come visionarie o inutili. Non si può pensare di avere delle centrali nucleari (a parte il problema politico dell'indipendenza energetica) in un paese che vuole tutto e subito. Che riduce la cultura musicale alle suonerie dei cellulari. Tanto per fare un esempio, Bob Coecke ritiene che si sia arrivati a scoprire il teleporting così tardivamente perché viziati dalla usuale matematica quantistica di matrice von-neumanniana. Lui propone, perciò, il linguaggio delle categorie. Al di là se la posizione di Coecke, Abramsky e colleghi sia condivisibile o meno, essa mette in luce l'importanza anche solo della forma in cui vengono

ID4094 - 27/09/2010 12:02:00 - (davidebond) - fine

esposti i risultati. Non solo, essa mette anche in mostra la capacità del vero scienziato: di collegare territori apparentemente lontani. Il linguaggio delle categorie ci riporta alla teoria dei grafi, alla matematica discreta o all'algebra. Ora, in Italia se qualcuno chiedesse dei finanziamenti per compiere degli studi sulle proprietà di queste categorie monoidali, qualcuno direbbe che sono inutili. Non sono concrete. Vista corta. Perciò, è inutile scandalizzarsi per le centrali nucelari mancate o per la fuga di Rubbia. E' tutto un contesto umano da cambiare.

ID4096 - 27/09/2010 14:48:00 - (dibointheworld) -

Sono le aziende che devono finanziare la ricerca non lo stato, lo stato è un fallimento! Il nucleare se fatto in un certo modo va benissimo, ci son in finlandia delle cave apposta! In Italia va bene la resistenza con il nucleare perchè sappiam solo far muovere la bocca e di certo facciam solo male al nostro paese, ma il nucleare in se è una cosa che funziona!

ID4097 - 27/09/2010 15:16:10 - (assenzio) - Le aziende?

Le aziende finanziano solo quello che può dare riscontro in denaro nel breve o medio periodo, tecnologia e non scienza, come ha scritto bene davidebond. Quando al mito del nucleare in Finlandia caro dibo è meglio che ti aggiorni: vedi un po' cosa sta succedendo alla centrale di Olkiluoto che è di terza generazione, proprio come quelle che si vorrebbe venissero costruite in Italia. E continua a tenere presente quello che di vero hai detto e cioè che lassù chiacchierano a vanvera meno di noi.

ID4100 - 27/09/2010 19:36:00 - (Dru) - Esopo

Sento di condividere in toto quanto scritto da Aldo con l'unico rammarico che noto un non so che di tragico e nichilista, almeno per quanto concerne le sorti di questa nostra piccola nazione. Io, invece, mi sento di dare un messaggio di speranza che viene dal convincimento che la politica Italiana si è messa sulla strada giusta e le prime prove di coralità si sono viste appunto con Scajola e il tentativo di portare in Italia centrali francesi. Serve solo che si insista. D'altronde se guardiamo al mondo, giustappunto che si è fatto differenza tra scienza e tecnologia, cosa credete che la Cina abbia i migliori scienziati moderni sulle svariate discipline, tra cui le nanotecnologie, perchè prima si è messa a finanziare la ricerca? favole per bambini.

ID4102 - 27/09/2010 22:35:00 - (Brace) - Riflessioni interessanti

Articolo davvero interessante, non ho competenze in merito per esprimere una mia opinione, ma l'argomento é davvero interessante e merita approfondimenti

ID4106 - 28/09/2010 10:00:15 - (Ricard53) - Politica scarsa o cosa?

Come al solito Aldo centra i problemi e rimarca l'influenza negativa della "politica" italiana sull'indirizzo della ricerca. Siccome ciò avviene da sempre e con qualunque colore politico, mi chiedo quale regia si nasconda dietro questo persistente tentativo di rallentare l'innovazione in campo energetico. Direi in ogni caso che il problema è mondiale e non solo italiano, se riferito alle questioni dell'energia. Penso tutti ricordino l'affaire "fusione fredda" e come venne trattato dalla scienza ufficiale. Ora dopo vent'anni, seppur con fatica, i primi risultati in questo campo stanno emergendo, con buona pace dei detrattori e malgrado lo snobismo dei Media. Persino Rubbia a fatto marcia indietro rispetto al passato, vedremo cosa accadrà. Resta sullo sfondo una tendenza a privilegiare le soluzioni molto costose, a scapito di quelle più semplici.

ID4107 - 28/09/2010 10:14:32 - (davidebond) - per Esopo

Sinceramente, non so pronunciarmi sul significato della ricerca in Cina. Resta il fatto che se in Cina non ci fosse gente in grado di recepire la portata di ricerche scientifiche, magari fatte altrove, la sua tecnologia non potrebbe svilupparsi. Personalmente, non credo che sia una favola un'algebra di Boole, ma se lo fosse, allora, lasciatemi sognare.

ID4108 - 28/09/2010 11:57:59 - (davidebond) - per Ricards53 - parte prima

La questione della fusione fredda mi sembra controversa. Se non sbaglio, ci fu chi affermò di essere riuscito a compierla ma nessuno fu in grado di ripetere l'esperimento. Ora, nella scienza un esperimento deve essere ripetibile ed oggettivo. Altrimenti, non è scienza. Il che non vuol dire che sia da scartare, ma solo che non ci si può costruire una teoria scientifica sopra. Il caso è simile a quello di Di Bella e la cura dei tumori. Può darsi che lui fosse veramente in grado di curarli, ma la sua non era scienza. Almeno, come la intendiamo noi dal rinascimento in poi. Non credo che esista una scienza ufficiale ed una no, ma la scienza e un qualcosa d'altro, che pur rassomigliandovi, non lo è. Una volta, qualcuno avrebbe detto che si trattava di magia. Ad ogni modo, rimane l'esigenza che la scienza sia oggettiva e che le sue dimostrazioni siano ripetibili da chiunque.

ID4109 - 28/09/2010 12:03:30 - (davidebond) - seconda parte

Ovviamente, resta il problema di stabilire cosa un giorno porterà a qualcosa e cosa, no. Sinceramente, qui si apre una dicotomia: o si sostiene la ricerca in genere (tollerando dei difetti) o la si nega. Nessun politico è oggi in grado di stabilire cosa porterà ad un successo e cosa no. Una buona idea l'ebbe il governo americano fondando negli anni venti del novecento, l'Advanced Study di Princeton, dove genii di tutto il mondo avevano carta libera. Erano pagati per fare ciò che più li aggradava. La scienza è fatta anche di clamorosi insuccessi. Bisogna accettare anche questi (anche perchè, indirettamente, possono suggerire la via giusta). Quanti matematici sono stati dimenticati perché non hanno conseguito risultati epocali. Eppure, senza di loro, la matematica nel suo complesso non sarebbe andata avanti. La scienza è il contrario dell'arte. E' una disciplina corale dove io lavoro sulle basi dei risultati degli altri.

ID4110 - 28/09/2010 12:07:09 - (davidebond) - fine

E' come una cosa dove ognuno porta il suo mattoncino. Magari, siamo nella fase dei fondamenti e nessuno (almeno i profani) è in grado di capire come risulterà l'edificio. Molti sbaglieranno nella scelta dei forati, ma dimostreranno almeno la loro volontà di partecipare ad un progetto comune. Dove non c'é coralità, non c'è scienza. Boole non poteva sapere che i suoi lavori avrebbero portato all'informatica, ma ha rischiato lo stesso. Bisogna osare. Come scriveva Beethoven in uno dei suoi quaderni di conversarsione: 'potrà il pescatore riportare la perla dal mare, se la paura del pescecane lo trattiene a riva?'

ID4113 - 28/09/2010 14:40:00 - (Dru) - ....la morale della favola

Condivido pienamente le prime risposte in alto di quanto scritto da Davide che riflette in maniera intelligente quanto scritto da Aldo e aggiunge quanto la scienza si adoperi, almeno temporalmente, per l'uso tecnologico che noi ne facciamo. Ma la politica non fa scienza e lo scopo della politica è il buon governo. alla riflessione finale di Aldo rispondo che è vero che senza ricerca non c'è sviluppo ma è forse ancora più vero che senza sviluppo non c'è ricerca ed è l'antico dilemma se sia nata prima la gallina o l'uovo. Posso solo dire che, prendendo a prestito una categoria assiomatica, lo sviluppo è necessario per la scienza locale mentre la scienza non è nemmeno necessaria per lo sviluppo locale, il mondo sta li fuori a dimostrarlo ..... forse.

ID4114 - 28/09/2010 16:54:00 - (valdo) - Scienza e Tecnologia sono sempre piu' vicine.

Oggi buona parte della ricerca teorico-scientifica viene compiuta pensando che fornira' una chiave alla soluzione di problemi pratici. Nessuno puo' immaginare che venga perseguita unicamente per ragioni di curiosita' intellettuale. Ricerca e Sviluppo sono facce della stessa medaglia, non puo' esserci l'una senza l'altra. Non e' importante sapere cosa viene prima. (Come per l'uovo e la gallina.)

ID4115 - 28/09/2010 17:46:00 - (Ricard53) - Per Davide.

Mi sembra che tra le righe poni una domanda a cui dai già una risposta (mi riferisco alla ricerca). Comunque tornando alla "fusione fredda", vero è che Fleishman e Pons dopo l'esperimento del 1989 non riuscirono più a confermare quei risultati ma, in seguito, ammisero alcuni errori fatti in quel contesto e la troppa fretta nel presentare la novità. Da allora molte cose sono accadute sia in Italia che in altri paesi e la ricerca ha fatto passi avanti. Il prof. Arata il 22 maggio 2008 ha presentato, presso l'università di Osaka, un esperimento di fusione fredda svolto utilizzando un contenitore di acciaio, riempito di deuterio gassoso, in cui venivano inserite alcune nanoparticelle di una lega al palladio. In seguito si sono osservate le reazioni termiche e l'energia sprigionata ha azionato un piccolo motore termico al quale erano allacciati un piccolo ventilatore e un alternatore che accendeva dei led.

ID4116 - 28/09/2010 18:02:35 - (Ricard53) - continua...

Alla fine dell'esperimento Arata ha riscaldato le nanoparticelle della lega al palladio, per analizzare il gas rimasto nel contenitore e si è potuto verificare che del deuterio gassoso inserito in precedenza non vi era più traccia, ma era invece presente l'Elio-4, un gas completamente differente. Il Deuterio si era trasformato a freddo in un altro elemento l'Elio-4 appunto, a dimostrazione dell'avvenuta fusione. Ma anche in Italia, per esempio, Emilio Del Giudice ha condotto esperimenti in questo senso, però quando ha cercato di pubblicare l'esito delle sue prove su "Science", gli è stato risposto che l'argomento era troppo tecnico (sic). Non ultimo c'è il fisico Fulvio Frisone (l'Hawking italiano), che attraverso la sua Fondazione e in collegamento con l'Enea di Frascati, ha ricevuto un finanziamento biennale dalla Regione Sicilia per concludere i suoi esperimenti sulla "fusione fredda".

ID4117 - 28/09/2010 18:14:22 - (Ricard53) - Conclusione.

La questione è aperta, ma forse per l'approccio iniziale probabilmente troppo precipitoso, c'e molta diffidenza attorno a questa nuova scoperta. Come dicevi tu la ricerca è sempre un rischio che comunque va giocato fino in fondo. Sulla "fusione fredda" alcuni ricercatori sostengono di essere pronti all'industrializzazione dei loro progetti e stanno rastrellando fondi per portarli a termine. Vediamo se ciò che è annunciato arriverà al successo. Una cosa è certa: il grande silenzio mediatico, quasi omertoso, con il quale la vicenda va avanti da anni. La mia convinzione è, in ogni caso, che ne vedremo delle belle!

ID4118 - 28/09/2010 19:00:08 - (davidebond) - a Valdo

Mi dispiace, ma non sono d'accordo. Molte ricerche vengono svolte per il puro piacere della conoscenza,senza il fine di risvolti pratici. Ho citato dil caso di Goedel che affrontava un problema filosofico: come caratterizzare matematicamente il concetto di finito. Una possibile risposta è tramite le funzioni ricorsive. Se sfogli i Mathematische Annalen, lo Jahresbericht der Deutsche-Mathematiker Vereinigung, il Bullettin of the American Mathematical Society, ecc., noterai la mole immane di studi che non mirano ad un esito pratico. Ho citato Boole. Il suo testo del 1847 si intitola 'L'analisi matematica della Logica' e quello del 1853 'Le leggi del pensiero su cui si fondano le teorie matematiche della logica e della probabilità'. L'articolo di Goedel si intitola: 'Su alcune proposizioni indecidibili dei Prinicipia Mathematica e sistemi affini. Ricordo che nel 1962 Paul Cohen (come ricordato nel penultimo numero delle Notices dell'Ams) vinse la Fields

ID4119 - 28/09/2010 19:11:38 - (davidebond) - continua

Medal (il Nobel per la matematica) per aver risolto il primo problema che Hilbert aveva posto per importanza al congresso di Parigi del 1900: cioè che l'assioma di scelta e l'ipotesi del continuo sono indipendenti da ZF (Zermelo-Fraenkel). Dubito che tale risultato, in tempi brevi abbia delle ricadute pratiche. Ha, invece, immense ricadute scientifiche, dato che Cohen introdusse in quell'occasione il forcing, strumento utile in varie branchie della matematica. Ma, cito dall'ultimo numero delle Notices dove si ricorda Cartan (parla J.P. Serre): Henri Cartan worked on many subjects but there was one to which he was particularly attached, and that was the theory of functions of several complex variables (...). [p. 946]. Non vedo al momento un'applicazione tecnologica di queste ricerche più che astratte. Il paragone con la gallina non ha senso. Prima ci vuole la scienza e poi la tecnologia. Senza la matematica hilbertiana, di von Neumann, Schroedinger, Heisenberg ed

ID4120 - 28/09/2010 19:17:30 - (davidebond) - fine

altri, come potremmo parlare dello stato in cui si trova un sistema? Quindi, non avremmo nemmeno i presupposti per parlare di centrale nucleare. Riguardo alla fusione fredda, non sono un esperto e rimando a quanto scritto da Richard. So solo che mi sembrava la fusione essere chimica e non radioattiva. Ma in questo sono un profondo ignorante. So solo che prima di scrivere un poema, bisogna conoscere la lingua con il quale esprimere i nostri pensieri e questa lingua non è la tecnologia, ma la scienza, di cui la matematica (come tutti sanno) è la regina, in quanto la più pura, scevra da contaminazioni pratiche. Prova a leggere un manuale di matematica per fisici ed uno di matematica per matematici. Noterai subito la differenza. E non siamo ancora alla tecnologia.

ID4121 - 28/09/2010 19:28:00 - (valdo) - per Davide.

Non entro nel merito delle tue argomentazioni che sono tutte condivise e che io davo per scontate e lette. Se parlo della scienza pura oggi e' proprio per distinguerla dall'ieri. La gallina non c'entra con le tue argomentazioni, ma con quelle di Dru.

ID4122 - 28/09/2010 23:15:00 - (davidebond) - commento

Beh.. oggi, quando si parla di ricerca, almeno in Italia, si pensa solo alle ricadute pratiche. Non a caso si discute delle ricerche mediche o ingegneristiche. Io ho parlato sopra di matematica. Ma è giusto che uno stato investa anche in ricerche umanistiche. Come scrisse il maestro Abbado: 'uno stato non è colto, perché è ricco (nel senso che ha le possibilità di informarsi), ma uno stato è ricco perché è colto. La musica ci insegna quella qualità umana che stiamo perdendo. Ma non la musica di consumo, in linea con i tempi. Quella che cerca di trovare uno spazio in una realtà mono-dimensionale. Una società deve crescere nella sua totalità, malgrado lo specialismo. Oggi la Cina ci presenta non solo matematici di notevole spessore, ma anche artisti e musicisti di notevole qualità. Penso alla Yuja Wang. Non vorrei sempre ripetere le stesse cose. Ma è un problema di vista corta quello che

ID4123 - 28/09/2010 23:15:00 - (davidebond) - fine

fa fuggire i nostri cervelli.

ID4125 - 29/09/2010 11:52:00 - (Dru) - uovo e gallina

Ha detto bene Davide che "prima di scrivere un poema bisogna conoscere bene la lingua con il quale esprimere i nostri pensieri" di gusto heideggeriano e io aggiungo che prima di rispondere bisogna bene ascoltare: non ho detto tecnologia ma sviluppo. Riflettete: il mondo contemporaneo come lo vediamo oggi ha sviluppato il 90% della scienza entro i confini europei e non mi sembra che il restante 10% di scienza extraeuropea giustifichi il tenore (lo sviluppo) delle nazioni extraeuropee, si chiama globalizzazione.

ID4127 - 29/09/2010 12:51:00 - (davidebond) - per Dru

Chiedo scusa se ho equivocato le tue parole, ma tu scrivesti che non c'é sviluppo senza ricerca e magari anche il viceversa, riallacciandoti alla priorità della gallina rispetto all'uovo. Ora, se per ricerca intendiamo la scienza, e per sviluppo l'esito di applicazioni scientifiche, allora lo sviluppo è frutto im-mediato della tecnologia e mediatamente della scienza. Inoltre, non è vero che la scienza è globalizzata e si fa principalmente nei confini europei. Ancora, questo può essere vero per la tecnologia, ma non per la scienza. L'associazione indiana di matematica è prestigiosissima. Anzi, ti dirò di più: adesso dobbiamo votare nell'American Mathematical Society, fra i candidati abbiamo: A. M. Bloch (di Johannesburg, A. Agboola (della Nigeria) W. Gangbo (Benin), K. Alladi (dall'India), S.K. Suslov (da Mosca). Ovviamente ci sono anche americani e canadesi ma nelle giuste proporzioni. O si dia un'occhiata

ID4128 - 29/09/2010 12:52:00 - (Alessandro vaglia) - gallina e uovo

.....quindi, tornando a bomba sul tema e quanto espresso da Aldo, concordo su tutto il fronte di quello scritto ma lascio aperto un pertugio per restare ancorati alla speranza e cioè ridico che anche la scienza può essere acquistata e non è sempre vero che ne usufruisce in sviluppo solo chi la fa.

ID4129 - 29/09/2010 12:54:00 - (davidebond) - fine

all'arxiv. Inoltre, ci sono scuole di pensiero diverse a seconda delle varie università. E' la tecnologia che cambia e obbliga grandi cervelli a lasciare la loro patria, non la ricerca.

ID4133 - 29/09/2010 15:55:00 - (Dru) - uovo

ti sfido ;-) a dimostrare che lo sviluppo di oggi non è la scienza europea di ieri Faraday e la sua equazione che si risolve nell' induzione elettromagnetica, elettricità, motori ecc... tutto quello che si muove grazie alle proprietà e all'uso che si fa degli elettroni.... Londra. Clausius e la sua equazione che ha implicazioni ontologiche e di entropia che ha attinenza specifica con quanto stiamo discutendo in oggetto. Bernoulli Daniel per il volo aerodinamico -Svizzereo -Leibniz per il calcolo infinitesimale -Tedesco- e Bernoulli Jhon il padre e Newton Newton per la gravità Inglese Einstein e via e via potrei stare qui a scrive fin domani mattina e viaggiare nel tempo fino alle origini e mi verrebbero in mente solo nomi di scienziati europei perchè chi ha contribuito al benessere attuale e allo sviluppo grazie le tecnologie grazie le scienze sono quasi tutti europei per non dire tutti, poiché potrei essere tacciato di determinismo. Vedremo se in

ID4135 - 29/09/2010 15:57:00 - (Dru) - uovo2

....futuro le tecnologie grazie le scienze extraeuropee contribuiranno allo sviluppo dell'Europa. Secondo il ragionamento che facevo sopra credo proprio di si.

ID4136 - 29/09/2010 16:55:00 - (Ricard53) - Per Davide: la fusione fredda non è una reazione chimica.

Le reazioni chimiche non provocano un cambiamento di natura della materia, perché non influenzano i suoi costituenti fondamentali (gli atomi) ma solo la maniera in cui sono aggregati in molecole. Non influenzano nemmeno l'aggregazione di molecole simili, quindi le trasformazioni puramente fisiche come i cambiamenti di stato, ma riguardano esclusivamente le variazioni dei legami tra gli atomi. Le trasformazioni che hanno luogo durante una reazione chimica spontanea portano ad una diminuzione dell'energia totale del sistema. In sintesi, in una molecola o in un cristallo, l'organizzazione reciproca degli atomi implica un'energia, l'energia di legame, e perché un legame venga rotto è necessario fornire al sistema una quantità di energia almeno pari a questa energia di legame. Quando gli atomi si ricombinano, formando nuovi legami, tale energia viene liberata. Al termine di una reazione l'energia immagazzinata nei legami dei prodotti di reazione è

ID4137 - 29/09/2010 16:57:00 - (Ricard53) - continua...

minore di quella inizialmente presente nei legami dei reagenti iniziali. Al contrario una reazione nucleare è un tipo di trasformazione della materia dove il nucleo di un atomo di uno specifico elemento chimico viene convertito in un altro. La conversione avviene quando l'atomo perde o guadagna alcuni protoni, assorbendo o rilasciando in queste trasformazioni grandi quantità di energia. L'energia minima necessaria che deve possedere un reagente, affinché la reazione abbia luogo, deve almeno uguagliare l'energia di barriera. Pertanto la reazione nucleare consiste nella modificazione, anche solo in parte, dell'equilibrio delle forze di coesione del nucleo, ottenendo grandi quantità di energia che si manifestano sotto forma di calore e di altre radiazioni. In questo contesto la fusione fredda può essere definita una reazione nucleare a debole energia.

ID4138 - 29/09/2010 17:03:00 - (Ricard53) - Chiudo.

L'esperimento di Arata ha dimostrato proprio la natura di "reazione nucleare" del fenomeno chiamato fusione fredda, smentendo, appunto, i tanti "fisici" che definivano questo fenomeno la manifestazione di una "reazione chimica".

ID4139 - 29/09/2010 18:50:17 - (davidebond) - mah...

Ti ringrazio. Sono molto ignorante in questo. Riguardo a Dru, non capisco. Tu affermi che la tecnologia è un utilizzo della scienza. E' quanto io sto affermando. Io sto solo contestando il tuo, per così dire, 'europocentrismo'. Che di fatto le cose per un certo periodo in un lasso di tempo siano andate in un questo modo, non implica che dovessero andare in questo modo. Oggi piove, ma non è necessario che piova. Oggi, le università americane sono cosmopolite. E i matematici russi dove li metti? E' ovvio che paesi,da sempre considerati come sudditi, nella loro posizione non potessero permettersi un gran ché. Ma io ti ho citato la società di matematica indiana. E l'Australia, l'America, l'Asia? Chi ha portato il numero 0? Da dove salta fuori il termine di 'algebra': che radici ha? Nel mio piccolo, ho appena ricevuto il testo di un fisico cinese che mi chiedeva l'endorsement per postare i suoi lavori nell'arxiv.

ID4141 - 29/09/2010 20:36:00 - (valdo) - Per Ricard53Sarebbe la soluzione perfetta.

In ogni reazione chimica la quantita' di materia dei reagenti e' uguale a quella dei prodotti. E' la legge di conservazione della materia. Non e' uguale nella fissione o fusione nucleare dove la materia mancante alla fine della reazione si e' traformata in energia. Le due reazioni nucleari che conosciamo per essere innescate necesssitano di grandi energie e calore elevatissimo.La fusione fredda avverrebbe secondo i due ricercatori con minimo calore.Dopo entusiasmi da parte del mondo scientifico, gli oppositori hanno contestato a Fleischman e Pons, il non rispetto di leggi ben consolidate come qeella di Coulomb. Non ho piu' seguito la vicenda, da quanto suggerisce Richard53 le cose sono evolute in senso interessante.

ID4142 - 29/09/2010 21:25:00 - (Dru) - un problema di consecutio temporum

Per non perdere il filo del ragionamento fatto da Aldo, che fin da principio ho adoperato come timone per il mio intervento in questa discussione, e per chiarire che non sono io che contraddico quanto detto da Davide nei termini specifici della tecnologia, lo sviluppo che ne deriva e la scienza che la precede, ripeteró anche in questa che non é del tutto vero che serve fare scienza locale per avere sviluppo locale. Pensavo di dire cose ovvie ma mi vedo costretto a fare degli esempi: la Cina, a cui avevo accennato in un mio intervento precedente, non si può certo ascrivere fra quegli stati che hanno trasformato la propria scienza, il proprio genio a servizio dello sviluppo locale se non in minima parte. Con la propria scienza la Cina non avrebbe di che vedere, tranne che le candele e non avrebbe di che viaggiare tranne che i muli, i cavalli e le proprie gambe certo non auto e aerei.

ID4143 - 29/09/2010 21:28:34 - (Dru) - un problema di consecutio temporum 1

Ma la nostra superiorità storica nel campo della scienza, e spero che su questo concordate altrimenti non progrediamo, non ci ha sicuramente messo al riparo dalla concorrenza degli stati extraeuropei in termini di sviluppo tecnologico e quindi del benessere. Così come per la Cina, é stato per il Giappone, per l'America e lo sarà per l'India.Voglio dire che nella lucida logica di Aldo posso trovare solo una falla, e sono pronto e lieto a ricevere smentita, nell'affermare che non c'è sviluppo senza ricerca, riferito al nostro di paese.Poi, a Davide, ben venga che la nuova scienza extraeuropea finalmente contribuisca al nostro sviluppo, ci mancherebbe, ma questo rafforza ulteriormente il mio ragionamento non lo indebolisce.

ID4144 - 29/09/2010 21:35:01 - (Dru) - un problema di consecutio temporum 2

Non é assiomatico che da buona ricerca locale derivi lo sviluppo locale nei termini che Aldo auspica altrimenti l'America dovrebbe scrollarsi di dosso il mondo come un elefante fa con una farfalla mentre é evidente la difficoltà non solo economica ma anche di leadership in cui versano gli Stati Uniti e questo non certo per cause imputabili alla ricerca perché uno stato deve fare i conti anche con lo sviluppo sociale, lo sviluppo economico e lo sviluppo politico.Ecco che senza sviluppo viene a mancare la ricerca locale questo si che é assiomatico.Allora viene prima l'uovo o la gallina?senza polemica, solo per riflettere, immagina appunto Davide se l'Egitto e la Mesopotamia e l'Arabbia e la Grecia(adesso in defoult) avessero usufruito della loro ricerca per uno sviluppo che li mettesse al riparo dai barbari, immagina Marcello alle porte di Siracusa mentre dialoga con Archimede, la nuova,acerba e dirompente Roma contro il mitico ma ormai

ID4145 - 29/09/2010 21:37:02 - (Dru) - un problema di consecutio temporum 3

....crepuscolare sapere Greco........

ID4146 - 29/09/2010 21:56:47 - (Dru) - un problema di consecutio temporum 4

....e rimango dell'idea che la biblioteca scientifica mondiale consta di 900 volumi europei e 100 extraeuropei e non solo in termini di quantità ma anche e soprattutto in termini di qualità e apporto per lo sviluppo tecnologico, la mia non è una media semplice la mia è una media ponderata. Ma vorrei lanciare una provocazione a Valdo e a Riccardo: non vi siete dimenticati per caso di Einstein nel vostro ragionamento ?anche e soprattutto per superare Coulomb Valdo.Io credo che i problemi per uno sviluppo della fusione fredda siano di natura economica ma la mia è una supposizione e senza alcun riscontro ne approfondimento in materia.quindi lo dico solo perchè mi fido di quanto dico precedentemente e quindi in termini di consecutio, lo dico perchè se prima viene lo sviluppo mi è facile dedurre che la ricerca sulla fusione non prosegue per questo motivo anche se non ho certezze..........azzardo per consecutio appunto.

ID4155 - 30/09/2010 08:48:44 - (valdo) - Per Dru.

Quando si parla di massa ed energia non e' necessario citare la famosa equivalenza di Einstein ( E=mc2 ) e' sottinteso.

ID4156 - 30/09/2010 09:35:10 - (Ricard53) - Per Dru.

Le difficoltà nella ricerca e nello sviluppo della fusione fredda sono legate essenzialmente a due cose: la fretta eccessiva con la quale Fleishman e Pons annunciarono la loro scoperta e la propensione della comunità scientifica ufficiale a riconoscere solo il nucleare di grande potenza. Mi ricordo la famosa frase di Rubbia: "Dio non può essere stato così buono con noi", che dimostrava anche la sorpresa della "Scienza" di fronte a questo nuovo fenomeno. Ora Rubbia non è così distante da un'idea di fusione fredda nella sua attuale evoluzione, ma ciò che rimane a livello generale è la tendenza a snobbare la cosa come favoletta metafisica (solitamente si cerca di ignorare ciò che non si conosce). Comunque si, i problemi nello sviluppo della fusione fredda sono legati alla penuria di fondi, conseguenza di quello che ho detto in precedenza. Ora le cose sembrano cambiare.

ID4157 - 30/09/2010 10:04:20 - (Dru) - Per Valdo

.... e non le sembra che quel c2 faccia la differenza? Senza quello E non sarebbe uguale a m. Coulomb questo non poteva neanche lontanamente immaginarlo nel 1777. Allora è sotto le trasformazioni di Lorenz che noi dobbiamo rileggere la fisica classica, in cui Coulomb si cimenta e produce la sua teoria.Con la relatività speciale tutto ciò non basta per cercare una possibile soluzione al problema , dobbiamo per forza rifarci a quella Generale dove Einstein, con la sua famosa affermazione " la Gravità non esiste" lancia a tutti noi, i posteri, una eccitante sfida e dice ai classici Newton e Coulomb, che sono le due facce di una stessa medaglia, che il loro tempo è passato e che l'interazione fra le cariche o le masse può avere origini diverse, se le trovassimo avremmo trovato l'uovo di colombo e, forse nuove tecnologie per superare il gap attuale.Ecco che mi riallaccio al disorso di Davide dove dice che molte ricerche vengono considerate

ID4158 - 30/09/2010 10:07:00 - (Dru) - per Valdo 1

....come visionarie o inutili ma mette anche in mostra la capacità del vero scienziato: di collegare territori apparentemente lontani.

ID4160 - 30/09/2010 12:08:00 - (davidebond) - per Dru

Ovviamente, hai ragione se guardiamo al passato. Ma oggi, la scienza è cosmopolita. Che dopo certi esperimenti non possano essere eseguiti per mancanza di fondi, questo è certo. I sincrotoni che ci sono al mondo vengono infatti, per così, dire affittati a periodi a certi gruppi di ricerca piuttosto che agli altri. Ancora oggi, molti paesi non sono in grado di realizzare le loro ricerche fino in fondo ed è un dato di fatto (non una necessità) che a farla da padrone sono ancora gli europei, gli americani o i giapponesi. Tuttavia, nei centri di ricerca lavorano persone dalle più diverse nazionalità. Per cui non possiamo dire che un risultato è solo europeo in quanto finanziato dall'università di Trieste. Inoltre, il lavoro scientifico è corale. Per ottenere nuovi risultati, non posso riscrivere la storia del pensiero scientifico da capo. Riporto il mio risultato a dei risultati precedenti. E questi possono essere

ID4161 - 30/09/2010 12:14:20 - (davidebond) - fine

ottenuti anche da indiani o cinesi. Una personalità enorme a livello logico-matematico, per esempio, è Sharon Shelah che insegna a Gerusalemme. David Bohm era americano e ci sono vari lavori, improntati alla sua filosofia, da parte di centri situati in Sud-America.

ID4162 - 30/09/2010 12:58:38 - (Dru) - una margherita è una margherita

questo diceva Rousseau a Diderot per contrastare quella fede assoluta nella ragione che equiparava gli Illuministi al sofismo di Gorgia.

ID4165 - 30/09/2010 14:18:00 - (davidebond) - Was?

Mi puoi spiegare, per cortesia, cosa intendi? Io non ho una fede assoluta nella ragione. La musica, infatti, è la mia vita. E proprio in questa rivista ho lamentato la mancanza di qualità anche nelle scienze dure, richiamandomi all'ultimo Husserl.

ID4166 - 30/09/2010 14:36:00 - (Dru) - la margherita

mi scuso con te Davide se ho provocato il tuo ego ma la mia non voleva essere mancanza di rispetto per le tue sensibilità. Volevo solo rimarcare e sottolineare che le tue ultime parole fanno da corollario alla mia tesi iniziale: quando dici che la scienza è cosmopolita ripeti quello che ho detto in termini di globalizzazione; che gli esperimenti non si possono fare senza fondi è quanto ho detto; che a Trieste lavorano Indiani e quindi non possiamo dire, per questo, che il risultato sia solo europeo per il solo fatto che a finanziare la ricerca è l'università di Trieste penso che metta il punto su quanto volevo dire fin da principio. il fatto che una margherita è una margherita sta a significare che concordiamo.

ID4168 - 30/09/2010 15:39:00 - (davidebond) - kein Problem

Non ti devi scusare. Non hai provocato affatto il mio ego. Sono sempre pronto a correggere il tiro e a imparare. E' bello che un articolo abbia suscitato delle riflessioni così approfondite (mi riferisco alle vostre cognizioni di fisica).

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