07 Settembre 2010, 08.27
O
Frutti

Il mirto

di Laura

Il mirto (Myrtus Communis L.) č una pianta sempreverde della famiglia delle Myrtaceae, che comprende circa 100 generi e 3000 specie diffuse nelle regioni temperate, tropicali e subtropicali.


Chiamato comunemente mortella, è un arbusto non spinoso, dal portamento cespuglioso, che raggiunge facilmente i 2 mt d'altezza ed ha foglie coriacee e persistenti di un verde brillante, di forma ovate o ovato-lanceolate e dal margine intero.
Quando vengono spezzate, le foglie di questo arbusto emettono una gradevole fragranza somigliante a quella dell'arancio, che è dovuta alla presenza del mirtenolo, un olio dotato di proprietà balsamiche.
I fiori del mirto di color bianco crema, sbocciano da giugno a settembre e sono dotati di vistosi stami dorati; sono solitari, molto leggeri d'aspetto, semplici di forma, e molto profumati.
I frutti del mirto, che maturano in autunno, sono piccole bacche ovoidali di colore nero-violaceo e di consistenza carnosa, del diametro di circa 1 cm.
La parola mirto in Sardegna è sinonimo di liquore di mirto, infatti in ogni ristorante, a fine pasto, si ordina o viene offerto un mirto e in molte case, ancora oggi, il mirto viene preparato artigianalmente.

â–  Fra storia e leggenda
Il mirto è una pianta molto antica, e si trovano testimonianze di essa sin dai tempi più remoti.
Secondo la leggenda, il nome “myrtus” deriverebbe da quello di Myrsine, una fanciulla dell’Attica invincibile nelle gare ginniche che, dopo aver battuto un suo coetaneo in una gara, fu uccisa dall’amico del ragazzo, accecato dalla rabbia in un impeto di gelosia.
Ma la dea Pallade, impietosita, trasformò il suo corpo esanime in un delizioso arbusto che fu chiamato Myrsine e che oggi noi tutti chiamiamo mirto.
 
Nella mitologia greca il mirto era considerato uno dei simboli dell’amore e della bellezza, essendo sacro alla dea Venere: si narra che la dea, quando uscì nuda dalla schiuma del mare, si rifugiò dietro un cespuglio di mirto, per nascondersi dagli sguardi concupiscenti di un satiro. I rami fioriti del mirto, venivano usati a scopo ornamentale per decorare le case in occasione dei matrimoni e anche per premiare i poeti durante le manifestazioni letterarie.
 
Per i Romani il mirto era, unitamente all’alloro, simbolo di pace e di vittoria: i generali reduci dalle battaglie vittoriose, al pari dei poeti e dei letterati, venivano premiati dal Senato con corone di mirto.
Nel medioevo si ricavava dalla pianta una essenza, chiamata “acqua angelica”, destinata all’industria dei profumi, e si utilizzavano le bacche mature per fabbricare inchiostri e coloranti naturali, utilizzati soprattutto nelle concerie.

â–  Coltivazione, varieta' e raccolta
Il Mirto è presente in tutto il sud d’Europa, specialmente in Grecia, Italia, Spagna e nella Francia mediterranea: lo troviamo nelle contee sud-occidentali dell'Inghilterra, e persino dell'Irlanda.
In Italia è diffusissimo in Sardegna, dove cresce spontaneo insieme a varie altre essenze quali, ginepro, corbezzolo ecc. Il mirto è l'unico componente delle mirtacee ad essere presente in Europa, mentre gli altri esemplari sono invece diffusi in Australia e nelle regioni tropicali.
 
I fiori siraccolgono in luglio-agosto, nel momento in cui sbocciano; le foglie durante tutto l'anno; le bacche maturano a partire dalla fine del mese di novembre fino a tutto gennaio.
Durante la fase di raccolta, non esistono macchine in grado di sostituire la mano dell'uomo, capaci di staccare le bacche dalla pianta senza offendere l'arbusto.
Per effettuare la raccolta, gli uomini si servono di un grosso pettine che viene passato, con estrema cautela e sapienza, lungo i rami: le bacche, ormai mature, si staccano docilmente e cadono su teli posti alla base della pianta, mentre le foglie, non subiscono alcuna rottura.

â–  Conservazione
Fiori, foglie e bacche, dopo essere stati essiccati al sole, si conservano in contenitori dotati di chiusura ermetica.

â–  Uso in cucina
Il consumo del mirto allo stato fresco può considerarsi inesistente, mentre le foglie e le bacche sono molto usate, per insaporire i piatti di carne (famoso il porchetto arrosto al mirto) e pesce, e aromatizzare salumi; nel Lazio si utilizzano per preparare il "mortatum"romano, una salsiccia al mirto.
In Sardegna è molto diffusa la trasformazione industriale delle bacche in liquori, vini, marmellate e dolciumi: con questa bacca, si ottiene anche un ottimo infuso, ponendo poche foglioline di mirto nella teiera insieme alla solita miscela di tè.
Il mirto può essere bianco o rosso; quello bianco è prodotto in quantità inferiori rispetto al mirto rosso, ma ambedue le bacche vengono utilizzate per la preparazione del liquore di mirto, ottenuto per infusione alcolica.

â–  Proprieta'
Le proprietĂ  medicinali del mirto erano conosciute dai Romani che lo usavano per combattere: leucorrea, ulcere, dermatosi, emorroidi, affezioni alle vie urinarie e delle vie respiratorie.
Secondo la medicina popolare, inoltre, il mirto avrebbe proprietĂ  curative nelle cistiti, nei disturbi genitourinari e come sedativo nervoso e stomachico: i frutti svolgono azione carminativa, astringente, aromatica, tonica.
Con le foglie di mirto si praticano degli infusi usati esternamente per detergere la pelle e le mucose esterne, nonché come rinforzante del cuoio capelluto.
L'olio essenziale di mirto svolge attività antisettica e balsamica ed è indicato contro le affezioni alle vie respiratorie e viene usato, oltre che in farmacia, come componente aromatico dei profumi. Il mirtolo è presente nelle formulazioni di sciroppi per la tosse.

In autunno presso i mercati, si trovano facilmente le bacche di mirto pronte per essere messe in macerazione per la preparazione casalinga del liquore, e i rametti di mirto sono frequentissimi come ornamento nei banchi delle macellerie e delle rosticcerie.
In Sardegna il liquore di mirto è ormai diventato il digestivo per eccellenza, offerto al termine di ogni pasto; sono oltre 2 milioni all’anno le bottiglie di liquore di mirto prodotte da parte di decine di produttorialcuni dei quali sono riusciti ad ottenere la Certificazione di Prodotto del “Liquore Mirto di Sardegna Tradizionale”.
 
da www.giallozafferano.it


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